Pneumotorace spontaneo idiopatico: la malattia dei giovani-adulti

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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico

Lo pneumotorace spontaneo primitivo (PSP) ha un’incidenza di 18 casi all’anno su 100.000 abitanti. Il trattamento chirurgico rappresenta l’unica scelta terapeutica valida nei casi recidivanti.

Lo pneumotorace spontaneo idiopatico, ovvero il collasso parziale o totale di un intero polmone, ha un’incidenza di 18 casi all’anno su 100.000 abitanti. Questa patologia polmonare colpisce prevalentemente la fascia di età compresa tra i 18 e i 40 anni, i cosidetti giovani adulti.

Il loro identikit è semplice: sono soggetti magri, alti oltre la norma e con un anamnesi familiare positiva per affezioni respiratorie (enfisema, bronchite cronica ostruttiva, asma, ecc).

Dal punto di vista anatomopatologico lo pnuemotorace spontaneo consiste in una alterazione strutturale del tessuto polmonare (distrofia bollosa) che perde la sua naturale elestacità, assottigliandosi in determinati punti (bolle) che in seguito ad aumenti pressori intratoracici importanti (ad esempio durante la tosse, la defecazione, sbalzi pressori improvvisi, il sollevamento di pesi o un semplice starnuto) vanno in contro a rottura generando un vero e proprio "buco" nel polmone.

Dal foro polmonare assistiamo alla fuoriuscita di aria durante gli atti del respiro. Aria che tenderà ad accumularsi all'interno del torace in uno spazio denominato "cavità pleurica". Respirando andiamo a rifornire d'aria il cavo pleurico generando una pressione positiva sempre maggiore con effetto compressivo sugli organi intratoracici (polmone, cuore, grossi vasi): il pneumotorace iperteso.

Al momento della rottura della bolla il paziente di solito avverte un dolore puntorio nella regione della spalla e sul dorso, associato alla spiacevole sensazione di non riuscire a fare un respiro pieno. L'unica cosa che il paziente deve fare è recarsi al pronto soccorso di zona.

 

Diagnosi e terapie dello pneumotorace

L'esame che permetta la corretta diagnosi di un pneumotorace è la radiografia del torace eseguita in due proiezioni. Se il pneumotorace (ovvero l'aria accumulata all'interno del torace) non è abbondante l'unico trattamento è il riposo e l'osservazione clinica.

Nel caso in cui ci trovassimo di fronte ad un pneumotorace iperteso il trattamento chirurgico rappresenta l’unica scelta terapeutica valida. Al primo episodio di pneumotorace si pone indicazione al solo drenaggio toracico: ovvero il posizionamento di un tubucino di silicone di circa 1,5cm di calibro all'interno del torace per far defluire l'aria accumulata. Se l'evento acuto si risolve il paziente non necessita di altre procedure invasive.

Nel caso in cui ci trovassimo di fronte ad un secondo episodio di pneumotorace (recidivante) o nonostante il drenaggio l'aria non smettesse di uscire dal foro polmonare, allora l'intervento chirurgico mininvasivo di VIDEOTORACOSCOPIA rimarebbe l'unica soluzione possibile.

La chiusura del buco polmonare, l'asportazione della bolla (bullectomia)  e la creazione di punti di ancoraggio tra la superficie polmonare e la parete interna delle coste (pleurodesi) in VideoToracoScopia (VATS: tecnica chirurgica con microtelecamere e microincisioni) rappresenta oggi il trattamento di prima scelta e massimo risultato.

I punti di ancoraggio vengono generati con la procedura di pleurectomia: ovvero l'asportazione della membrana (pleura) che riveste la superficie interna delle coste. Alcuni chirurghi preferiscono l'uso di agenti chimici (talcaggio) per creare delle aderenze infiammatorie al posto della rimozione naturale della pleura. Tecnica questa che, se da un lato mette al sicuro il paziente da eventuali complicanze emorragiche, dall'altro determina il deposito di agenti chimici nei tessuti per anni.

Per questo motivo, in particolare nei soggetti giovani, si preferisce non ricorrere all'uso di tali sostanze ma alla fisiologica e naturale asportazione della pleura (pleurectomia). Il rischio emorragico da rimozione meccanica della pleura parietale si è sensibilmente ridotto negli ultimi anni. In particolare dopo l'introduzione di tecniche mininvasive che assicurano un cauto scollamento dei tessuti (waterpleurectomy).

Dal 2003 ad oggi presso la nostra U.O.C. di Chirurgia Toracica sono stati sottoposti a intervento di "videotoracoscopia con bullectomia e pleurectomia" per pneumotorace spontaneo circa 1500 pazienti. I risultati sono stati eccellenti. Ottimo controllo del dolore post intervento; controllate perdite di sangue (solo 1 caso di re-intervento) e riparazione assoluta del tessuto polmonare lacerato. La degenza media post-operatora è stata di 3,8 giorni (3-9 giorni). Su 1500 casi trattati il tasso di recidive è stato dello 0,3%.

Lo pneumotorace spontaneo o malattia dei giovani-adulti non avvisa mai il paziente del suo arrivo. E' imprevedibile e quasi sempre colpisce soggetti in completo benessere. La gestione della patologia non è complessa. Il drenaggio toracico non costituisce sempre la cura definitiva. La chirurgia mininvasiva dello pneumotorace  è oggi presente nelle principali strutture ospedaliere italiane e quindi accessabili a tutti.

Data pubblicazione: 04 febbraio 2012