Il risultato naturale in medicina e chirurgia estetica: paziente corretta o “rifatta”?

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Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico

Prima di intraprendere un qualsiasi terapia medica e chirurgica il medico deve fare un dettagliato studio fisiognomico e, nell’eseguire ogni trattamento, è necessario rispettare le caratteristiche peculiari di ognuno dei nostri pazienti.

E’ diventato all’ordine del giorno osservare  per la strada, nei luoghi di lavoro, sui giornali, in televisione, insomma un po’ dovunque,  donne (ma anche uomini) che,  dopo interventi di chirurgia estetica, presentano risultati così innaturali  da venir catalogate con l’epiteto dispregiativo di “rifatte”.  Se andiamo ad esaminare i singoli casi, notiamo che a volte si è trattato di  una tecnica  un po’ troppo spinta o oppure non applicata secondo la giusta indicazione  oppure, più semplicemente,  si è voluto forzatamente esasperare alcuni tratti somatici più che altri.  Negli ultimi anni, parallelamente,  questi eccessi terapeutici si stanno diffondendo  anche in ambito della medicina estetica,  con il risultato ultimo di avere pazienti “rifatte” anche dopo trattamenti non chirurgici, ma esclusivamente medici come  tossina botulinica,  filler o altro.

Solo per fare qualche esempio,  possiamo vedere  le classiche labbra rifatte con il tipico aspetto “a canotto” , il cui volume è sproporzionato rispetto agli altri lineamenti del volto ma che, soprattutto, acquistano un’anomala mobilità:  infatti, durante la mimica facciale, si muove solamente la parte centrale delle labbra così innaturalmente gonfiate, mentre, ai lati, esse rimangono praticamente immobili.

 Potremo dunque continuare con le sopraciglia innaturalmente sollevate o le fronti completamente paralizzate dalla tossina botulinica che non lasciano spazio per il minimo movimento mimico. Sono tutte espressione di forzature terapeutiche che inevitabilmente lasciano le stimmate di un qualcosa di innaturale. L’uso appropriato della tossina botulinica non produce questo, l’abuso sì.

Dunque, ci siamo abituati a riconoscere al volo i nasi rifatti alla “francesina”, con la punta all’insù, che forse potrebbero stare bene nel viso di un’adolescente, ma che sempre più spesso vediamo in donne mature o, peggio, in uomini adulti. Riconosciamo anche da lontano le mammelle “gonfiate” a forza dentro un reggiseno che le contiene a stento o , peggio ancora, senza.  Ed ora abbiamo capito come riconoscere le labbra, la fronte, gli zigomi e altro, tutto palesemente “rifatto”. E male.

Ciò che ritengo opportuno puntualizzare è che lo scopo dei trattamenti di medicina e chirurgia estetica dovrebbe  essere quello di  correggere i difetti  per addolcire tratti somatici particolarmente evidenti , armonizzando tra loro le varie aree del viso o del corpo, oppure ridurre i segni dell’invecchiamento cutaneo. Il risultato di questo approccio è un miglioramento  estetico apprezzabile, ma non necessariamente associabile alle terapie ricevute, proprio perché punta alla naturalezza dell’aspetto fisico.

Prima di intraprendere un qualsiasi terapia  medica e chirurgica il medico deve fare un dettagliato studio fisiognomico   e, nell’eseguire ogni trattamento,  è necessario rispettare le caratteristiche peculiari di ognuno dei nostri pazienti. In questo modo e solamente così potremo ottenere una correzione buona, magari in qualche caso non eclatante,   ma sicuramente sempre naturale.

Quindi, ben diverso è il risultato di una mastoplastica additiva, dove l’impianto protesico viene scelto adeguatamente in base a caratteristiche somatiche ( altezza, ampiezza del torace, ecc.) o alla consistenza del tessuto mammario presente: se la protesi viene a trovarsi alloggiata in una loggia adeguata e sarà sufficientemente coperta da tessuto proprio, si ottiene proprio quel risultato di naturalezza, sia nell’aspetto che nella consistenza. Oppure la correzione del difetto del naso (gobba, punta larga, ecc.) solo addolcendo i tratti del profilo ma senza stravolgere completamente la struttura del naso: un naso così operato non sarà  di certo riconoscibile. E ancora molto naturale sarà il risultato di un trattamento delle labbra se si esegue un giusto incremento volumetrico in grado di evidenziare il contorno senza alterarne  la mobilità o quello di un trattamento con il botulino se riusciamo ad appianare le rughe  senza necessariamente “azzerare” tutta la mimica frontale.

 Esiste dunque una sostanziale differenza con le  strategie terapeutiche di cui parlavamo prima, che portano allo stravolgimento del viso o del corpo, nelle quali sembra che il medico, semplice e  acritico esecutore di tecniche , abbia il solo e unico obiettivo di assecondare  richieste delle pazienti, queste ultime spesso succubi di  forti richiami mediatici. 

In definitiva, è possibile correggere senza alterare. Ciò vale per le labbra per tutti gli altri trattamenti  medici e chirurgici del viso e del corpo.

Data pubblicazione: 08 agosto 2010