La sindrome del tunnel carpale

mmilano
Dr. Michele Milano Ortopedico, Chirurgo della mano

Descrizione con indicazioni terapeutiche della sindrome del tunnel carpale

Che cos’è la sindrome del tunnel carpale?

Per sindrome del tunnel carpale si intende una condizione patologica caratterizzata da una sofferenza del nervo mediano a livello del suo passaggio in corrispondenza del polso.

Come si manifesta?



La sintomatologia si caratterizza per la presenza di alterazioni della sensibilità (formicolio) soprattutto durante le ore notturne a livello delle prime 3 dita della mano (pollice, indice, e medio) e metà del IV dito (anulare). Con l’aggravarsi della sintomatologia si perde la sensibilità fine (cadono gli oggetti di mano) e l’eminenza tenar (la porzione muscolare che si trova alla base del pollice) va incontro ad ipotrofia.

Quali sono le cause?

Qualsiasi condizione in grado di diminuire lo spazio a livello del canale carpale può essere responsabile dell’insorgenza di tale condizione morbosa.
A tal pro è bene fare alcuni richiami di anatomia; il tunnel carpale è costituito dal legamento trasverso (il tetto), il nervo mediano e i tendini flessori delle dita (il contenuto), le ossa carpali (il pavimento).
Un ispessimento del legamento trasverso o una infiammazione dei tendini flessori possono comportare una riduzione dello spazio e, quindi, a una “strozzatura” del nervo mediano.

Quali sono i fattori di rischio?

I traumi al polso, la gravidanza e le attività lavorative che comportano un notevole stress manuale devono essere considerati fattori di rischio.
I traumi al polso possono infatti determinare ematomi con conseguente alterazione delle strutture menzionate.
La gravidanza, per alterazioni ormonali, comporta un’imbibizione tissutale e quindi un aumento delle dimensioni dei tendini flessori.
Le attività manuali ripetute determinano invece un ispessimento del legamento trasverso nonché un ispessimento dei tendini flessori per sinovite da iperuso.


Quando rivolgersi al medico?

Sarebbe opportuno rivolgersi alla valutazione medica sin dall’insorgenza dei primi sintomi.

Quali sono gli accertamenti diagnostici?

Lo specialista è in grado con una valutazione medica di effettuare la diagnosi di tale patologia. Esistono infatti dei test specifici che consentono di fare diagnosi:

1) Segno del Tinell: con un martelletto per i riflessi si evoca una scossa elettrica battendo all’ingresso del canale carpale
2) Test di Phalen: si esegue chiedendo al paziente di mantenere per 30 secondi i palmi delle mani affrontati (come se stesse in preghiera), tenendo i gomiti flessi e gli avambracci orizzontali. In questo modo si esercita una pressione a livello del nervo mediano nel canale carpale. Il test viene considerato positivo qualora compaiano parestesie irradiate a livello delle prime 3 dita della mano.
3) Test di Phalen inverso: si esegue chiedendo al paziente di mantenere per 30 secondi dorsi delle mani affrontati, tenendo i gomiti flessi e gli avambracci orizzontali. In questo modo si esercita una pressione a livello del nervo mediano nel canale carpale. Il test viene considerato positivo qualora compaiano parestesie irradiate a livello delle prime 3 dita della mano.

La diagnosi viene ulteriormente avvalorata con un esame strumentale: l’elettromiografia.
Tale esame consta nella valutazione della conduzione nervosa di stimoli elettrici evocati da un apposito strumentario e rilevati da appositi sensori.

Quali sono le diagnosi differenziali?

La sindrome del tunnel carpale deve essere distinta da:

1) Sindrome del canale cubitale (compressione del nervo ulnare al gomito): in questo caso le parestesie interessano il IV e il V dito 2) Compressione cervicale da ernia del disco: in questo caso il fastidio si ha lungo tutto il braccio e interessa tutta la mano 3) Neuropatia diabetica

Qual è il trattamento?

Il trattamento prevede:
1) Terapia medica:in genere trovano impiego i neurotrofici e gli antinfiammatori.
2) Terapia chirurgica: Fondamentalmente esistono 3 diverse tipologie di intervento, tutti finalizzati alla sezione del legamento trasverso. Tecnica Open: prevede l’apertura del legamento trasverso attraverso un’incisione che va dalla porzione distale del palmo della mano fino a 3-4 cm sopra al polso. Questa tecnica ormai è destinata solo alle recidive Tecnica miniopen: prevede l’apertura del legamento trasverso attraverso un’incisione di circa 3 cm in corrispondenza del palmo della mano Tecnica endoscopica: prevede l’apertura del legamento trasverso attraverso l’introduzione di una apposita sonda, tramite un’incisione alla base dal palmo di circa 1 cm.
In genere tali interventi si eseguono in anestesia locale e in regime di Day Surgery.

Nelle fasi avanzate si interviene chirurgicamente.
L’intervento consiste nel sezionare il legamento trasverso, diminuendo in tal modo la pressione a livello del tunnel carpale. In genere l’intervento si esegue in anestesia locale in regime di Day Surgery.

E gli insuccessi?

In alcune condizioni l’intervento chirurgico non risolve la sintomatologia. Questo può avvenire per una mancata completa sezione del legamento trasverso (in questo caso di realizza un effetto fionda per cui la sintomatologia si esaspera ulteriormente), oppure perché il nervo mediano ha subito danni che, malgrado un adeguato intervento chirurgico, non recupera le piena funzionalità (in questo caso la sintomatologia è sovrapponibile a quella pre intervento).

Data pubblicazione: 10 marzo 2010

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