Pancreatite acuta: le nuove linee guida dell’American College of Gastroenterology
Appena pubblicate le nuove linee guida dell' American College of Gastroenterology per la corretta diagnosi e terapia della pancreatite acuta
La pancreatite acuta è una delle più comuni patologie di interesse gastroenterologico con un’incidenza in aumento variabile tra 5 e 73 casi per 100.000 ed una mortalità globale non significativamente diminuita negli ultimi anni.
L’American College of Gastroenterology ha appena pubblicato le nuove linee guida nella diagnosi e terapia di questa patologia dopo una revisione di tutta la letteratura dal 1966 al 2012 utilizzando il sistema GRADE per definire il valore delle raccomandazioni ed i livelli di evidenza.
Sistema GRADE per definire qualità dell’evidenza e valore delle raccomandazioni:
- ALTO: è improbabile che ulteriori ricerche modifichino
- MODERATO: ulteriori ricerche potrebbero modificare le attuali evidenze
- BASSO: è molto probabile che ulteriori ricerche modifichino le attuali evidenze
- MOLTO BASSO: il valore della raccomandazione è incerto
Le raccomandazioni sono state divise e classificate per i diversi momenti diagnostici e terapeutici nella gestione della malattia.
Diagnosi
La diagnosi viene in genere posta in presenza di almeno due su tre dei seguenti criteri:
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dolore addominale continuo epigastrico o in ipocondrio sinistro irradiato posteriormente, in genere severo (l’intensità e la sede del dolore non sono tuttavia proporzionali alla gravità della malattia)
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amilasemia o lipasemia almeno tre volte superiori ai valori normali (entrambi presentano alcuni limiti e falsi positivi e negativi, la miglior accuratezza diagnostica è ottenuta dalla lipasemia )
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c) aspetto tipico alla tac o alla risonanza magnetica
In caso di diagnosi dubbia o mancata risposta alla terapia nelle prime 48/72 ore è indicato eseguire una tac o risonanza magnetica che invece non è necessario eseguire di routine.
Eziologia
La causa viene determinata facilmente nella maggior parte dei casi, le più comuni sono la colelitiasi (40-70%) e l’alcool (25-35%).
Cause più rare sono l’assunzione di alcuni farmaci, ipercalcemia, alcune infezioni, ipertrigliceridemia, masse pancreatiche benigne o maligne, variazioni anatomiche, anomalie genetiche.
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L’ecografia addominale andrebbe eseguita in tutti i pazienti
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In assenza di colelitiasi e abuso alcolico andrebbero dosati i trigliceridi
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Nei pazienti di età superiore a 40 anni andrebbe considerata la presenza di un tumore pancreatico come possibile causa
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Accertamenti endoscopici in casi ad eziologia ignota andrebbero eseguiti selettivamente e non di routine
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I pazienti nei quali la causa non è stata identificata andrebbero inviati a centri di riferimento con particolare esperienza
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Test genetici sono da considerare in pazienti giovani (meno di 30 anni) se la causa non è evidente e vi è familiarità
Valutazione iniziale
La maggior parte dei casi di pancreatite acuta sono lievi e richiedono un breve ricovero. E’ importante invece identificare subito i casi severi che possono invece avere un’evoluzione drammatica.
La gravità della pancreatite è definita secondo i criteri di Atlanta recentemente corretti oltre ai noti criteri di Ranson:
Pancreatite acuta lieve:
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assenza di insufficienza di organo (definita come shock, insufficienza polmonare,renale o sanguinamento digestivo)
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assenza di complicanze locali (raccolte liquide peripancreatiche, necrosi pancreatica sterile o infetta
Pancreatite acuta moderata:
- Complicanze locali presenti e\o temporanea insufficienza di organo, inferiore a 48 ore
Pancreatite acuta severa:
- Insufficienza di organo per più di 48 ore
- Il quadro emodinamico va definito immediatamente e corretto se necessario.
- Va definita la gravità e devono esser identificati i casi ad alto rischio.
- I pazienti con pancreatite severa vanno ricoverati, se possibile, in terapia intensiva
Terapia iniziale
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Idratazione endovenosa in assenza di controindicazioni specifiche (insufficienza cardiaca, renale) nelle prime 12/24 ore
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In presenza di evidente disidratazione con ipotensione e tachicardia, idratazione rapida.
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E’ preferibile utilizzare soluzioni cosiddette di Ringer al posto della soluzione ‘fisiologica’.
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La necessità di somministrare liquidi va rivalutata spesso nelle prime ore e ha l’obiettivo di ridurre la creatininemia.
Il ruolo della ERCP (colangiopancreatografia retrograda endoscopica)
Questa procedura è indicata in presenza di calcolosi della via biliare, frequente causa di pancreatite acuta:
1) In presenza di pancreatite acuta e concomitante colangite l’ercp andrebbe fatta entro 24 ore
2)Non è necessario eseguire l’ercp immediatamente in pazienti con pancreatite biliare senza evidente ostruzione biliare.
In assenza di colangite e/o ittero vanno utilizzate l’ecografia e/o la colangiorisonanza magnetica per identificare i caso di calcolosi del coledoco.
Gli stent pancreatici e i farmaci antinfiammatori andrebbero utilizzati per ridurre il rischio di pancreatite acuta severa post ercp nei pazienti a rischio elevato.
Il ruolo degli antibiotici
Le complicanze infettive pancreatiche ed extrapancreatiche sono frequente causa di morbilità e mortalità nei pazienti con pancreatite acuta:
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Gi antibiotici sono indicati in presenza di infezione extrapancreatica ( colangite, infezioni da catetere,batteriemia,infezioni delle vie urinarie, polmonite)
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L’utilizzo routinario di antibiotici in pazienti con pancreatite acuta severa non è raccomandato
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L’utilizzo routinario di antibiotici in pazienti con necrosi sterile per prevenire l’infezione non è indicato
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La necrosi pancreatica infetta va sospettata nei pazienti con necrosi pancreatica o peripancreatica che peggiorano o non migliorano dopo 7\10 giorni di ricovero. In questi pazienti un agoaspirato per cutaneo tc guidato della raccolta per eseguire un antibiogramma o l’utilizzo empirico di antibiotici sono indicati
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In pazienti con necrosi infetta gli antibiotici in grado di raggiungere il pancreas (carbapenemi, chinoloni, metronidazolo) riducono morbilità e mortalità e vanno utilizzati
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L’utilizzo routinario di antimicotici non è raccomandato
La nutrizione
Il divieto di assumere alimenti per bocca è sempre stato ritenuto essenziale nella cura della pancreatite acuta, oggi questa certezza appare meno scontata:
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Nella pancreatite acuta lieve l' alimentazione orale puo' essere ripresa immediatamente se non sono presenti nausea e vomito e il dolore addominale è scomparso
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Nella pancreatite acuta moderata riprendere l' alimentazione orale con una dieta solida a basso contenuto di grassi è accettabile
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Nella pancreatite acuta severa la nutrizione enterale è raccomandata per prevenire complicanze infettive e la parenterale dovrebbe essere evitata se possibile
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L' utilizzo di sondino naso gastrico, naso digiunale o di soluzione enterale per bocca sono ugualmente indicati
La chirurgia
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Nei pazienti con pancreatite acuta biliare la colecistectomia andrebbe eseguita durante lo stessi ricovero. Per prevenire un nuovo attacco di pancreatite
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Nei pazienti con pancreatite acuta biliare necrotizzante la colecistecomia va differita per prevenire una sovrainfezione fino a risoluzione dell' infiammazione acuta e riassorbimento del versamento peripancreatico
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Pseudocisti asintomatiche e necrosi pancreatiche o extrapancreatiche non richiedono terapia
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In pazienti stabili con necrosi infetta il drenaggio chirurgico endoscopico o percutaneo radioguidato andrebbe ritardato per almeno 4 settimane in modo che si sviluppi una capsula fibrosa attorno alla raccolta
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In pazienti sintomatici con necrosi infetta una necrosecotmia mininvasiva è preferibile rispetto ad una laparotomica
Ogni indicazione fornita ha un variabile livello di evidenza secondo il sistema GRADE citato.
Fonte: Am. J. Gastroenterology, 2013;doi 10.1038/ajg.2013.218