Test da sforzo.

Test da Sforzo: in cosa consiste, a chi è rivolto e modalità di esecuzione

Il Test da Sforzo nella pratica clinica: come si svolge l'esame, perché viene prescritto, quando può o deve essere interrotto, quando non è indicato svolgerlo e gli eventuali rischi connessi.

Definizione

Il Test da Sforzo (detto anche Test Ergometrico) è un esame diagnostico cardiologico non invasivo che consiste nel sottoporre il paziente ad uno stress di tipo fisico, sottoponendolo ad uno sforzo fisico crescente. L’esame termina al raggiungimento di criteri stabiliti da “documenti di consenso” approvati dalle maggiori comunità scientifiche di Cardiologia, oppure per la volontà del paziente stesso di fermarsi.

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Usi Comuni

Il principale motivo per cui un Clinico (generalmente il Cardiologo, l’Internista e il Medico di Medicina Generale) prescrive questo esame, è quello di stabilire se un individuo è a rischio di sviluppare un Infarto del Miocardio. Un altro motivo, solitamente, è il controllo periodico in individui già sottoposti a trattamenti invasivi o mini-invasivi (Stent Coronarici, By-Pass Aorto-Coronarici) per pregresse patologie cardiache ischemiche (Infarto, Angina Pectoris).

Modalità di svolgimento

Il paziente viene invitato a presentarsi preferibilmente in abbigliamento comodo e con la regione cutanea pettorale depilata (per consentire l’agevole applicazione degli elettrodi per il monitoraggio elettrocardiografico durante l’esame); è consigliato il digiuno o l’esecuzione dell’esame lontano dai pasti principali. Al paziente viene quindi applicato un monitoraggio ECG e viene fatto accomodare sul Cicloergometro. Se sussistono particolari impedimenti funzionali alla corretta “pedalata” può essere eseguito, nei Centri che ne sono provvisti, il test con la “Pedana Mobile” (detto anche “tappeto rotante” o “tapis roulant”).

Ci sono diversi protocolli, più o meno universalmente accettati, che stabiliscono la durata e la potenza di ogni step dell’esercizio (espressi rispettivamente in minuti ed in Watt). Quelli più utilizzati sono il “30 x 3” oppure il “25 x 2”. Nel caso particolare degli Atleti, si possono utilizzare anche carichi maggiori.

Contestualmente al monitoraggio elettrocardiografico continuo, si applica anche il monitoraggio della Pressione Arteriosa.

Il paziente viene quindi invitato ad iniziare la prova ed a mantenere una pedalata costante, solitamente tra le 60 e le 70 al minuto (circa una al secondo); con il passare del tempo, la fatica fisica sarà maggiore perché incrementeranno i Watt ed il paziente non dovrà scendere al di sotto della velocità pre-stabilita. Incrementerà quindi la Pressione Arteriosa e la Frequenza Cardiaca.

Criteri d’interruzione

L’esame termina principalmente per i seguenti motivi:

  • Raggiungimento dei criteri minimi richiesti per considerare il test conclusivo e diagnostico: ciò, in termini pratici, consiste nel portare la frequenza cardiaca, a qualsiasi step raggiunto, ad almeno l’85% della frequenza cardiaca massima teorica prevista per l’età (FCMT). Quest’ultima si calcola sottraendo l’età anagrafica al numero costante di 220; essa rappresenta il 100% raggiungibile durante l’esame (espresso in battiti al minuto), a cui va ulteriormente sottratto il 15%. E’ intuibile che il limite richiesto perché l’esame sia considerato diagnostico decresce di un’unità ogni anno trascorso.
  • Incremento eccessivo della Pressione Arteriosa: solitamente è raccomandato, durante l’esame, non superare un valore di 220 mmHg per la Sistolica e di 120 mmHg per la Diastolica.
  • Dolore al petto o in aree equivalenti anginose (giugulo, mandibola, arti superiori, schiena).
  • Cefalea intensa o ingravescente.
  • Dispnea.
  • Aritmie.
  • Fatica muscolare.
  • Richiesta generica, da parte del paziente, di interrompere l’esame.

Usi meno comuni

Esistono ulteriori motivi per cui il medico prescrive il Test da Sforzo. Tra questi abbiamo:

  • Ipertensione Arteriosa: in questo caso l’esame è diagnostico per slatentizzare o confermare l’Ipertensione da sforzo, normale a riposo; utile inoltre per verificare l’efficacia, o meno, di terapie anti-ipertensive in corso.
  • Aritmie, Extrasistoli: un’aritmia indotta dallo sforzo è sempre motivo di preoccupazione e merita approfondimenti diagnostici mirati (TAC Coronarica, Scintigrafia Miocardica, Coronarografia) anche nei soggetti in cui si presenti asintomatica e si slatentizzi al Test da Sforzo. In genere l’esame viene anche prescritto ai soggetti che presentano frequenti extrasistoli a riposo, eventualmente diagnosticati da un Holter ECG di 24 ore. Se durante l’esame queste tendono a diminuire o spariscono del tutto, si tratta generalmente di alterazioni del ritmo benigne e di scarso interesse clinico; in caso contrario, se le extrasistoli tendono ad aumentare e confluiscono in Runs di Tachicardia “non sostenuta” o “sostenuta”, si procede a seconda dei vari protocolli specifici di diagnosi e terapia.
  • Sincope: il Test in questo caso viene usato per verificare se eventi sincopali ricorrenti, qualora non trovino riscontri in altri esami diagnostici, possano essere determinati da aritmie non note oppure dalla cosiddetta assenza di inotropismo, vale a dire dal mancato incremento della Pressione Arteriosa fino al crollo dei valori che poi determina la perdita di coscienza. In alcuni casi questa avviene dopo alcuni secondi dal termine della prova ed in questo caso è in genere benigna. Negli altri casi merita indagini più specifiche.
  • Prevenzione in presenza di Fattori di Rischio Cardiovascolare: soggetti che presentano familiarità, abitudine tabagica, Dislipidemia, Diabete, Patologie Vascolari (es. ateromasia carotidea non significativa), Disfunzione Erettile. Questi soggetti sono tenuti periodicamente all’esecuzione del Test da Sforzo anche in assenza di sintomi specifici, con ulteriori esami nella norma (es. ECG ed Ecocardiogramma) per l’elevato rischio di presentare forme latenti di coronarosclerosi significativa.

Controindicazioni allo svolgimento dell’esame

Sembrerebbe scontato ma è bene ricordare che I “Consensus Documents” in vigore raccomandano di evitare in maniera perentoria l’esecuzione dell’esame qualora vi siano in atto patologie cardiache ischemiche, cardio-polmonari o cardio-emboliche acute in atto (come Infarto stesso, Miocardite, Pericardite, Embolia Polmonare). È sempre buona prassi, soprattutto se si esegue l’esame per la prima volta, essersi sottoposti ad un Ecocardiogramma che escluda patologie valvolari (per esempio Stenosi Aortica moderata e severa) e altre condizioni patologiche asintomatiche ma potenzialmente in grado di sviluppare serie conseguenze per la salute del paziente se sottoposte a stress fisici. 

È inoltre inutile e dannoso eseguire l’esame qualora si fosse in presenza di valori pressori compatibili con Ipertensione Arteriosa e frequenza tachicardica; ciò comporterebbe inoltre l’arresto anticipato dell’esame per raggiungimento precoce dei criteri, con l’impossibilità di porre una diagnosi valida. Controindicazione all’inizio dell’esame è inoltre la presenza, all’ECG basale, di aritmie (per esempio Fibrillazione Atriale o Blocchi Atrio-Ventricolari di 2° e 3° grado). E’ buona norma che le controindicazioni “relative” si integrino al buon senso del Medico che coordina l’esame.

I rischi

Nessun Test da Sforzo causa problemi più gravi di quelli per cui lo si esegue. Vale a dire che durante l’esame si cerca di riprodurre fedelmente le condizioni fisiopatologiche alla base dei sintomi che il paziente riferisce al proprio domicilio. A differenza di tale circostanza, però, l’esame si svolge in presidi dedicati dove si è attentamente monitorati (Ospedale, Ambulatori e Studi specialistici dedicati) dove si può intervenire rapidamente ed agevolmente nel caso si verifichino queste condizioni.

L’esito di più frequente riscontro, che corrisponde al maggior motivo della richiesta di esecuzione di questo esame, è l’Ischemia Miocardica Inducibile; in questi casi viene riprodotta un’ischemia miocardica generalmente transitoria ed a risoluzione spontanea. In caso di corrispondente dolore toracico (solitamente dolore Anginoso) vengono somministrati dei Nitroderivati per via orale; se alleviano o risolvono il sintomo, la diagnosi di sospetta coronarosclerosi significativa (ostruzione patologica delle coronarie) è quasi certa.

Data pubblicazione: 14 dicembre 2020

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