Lo spazio umano tra malato e medico
Descrizione
Non c'è dubbio che nel mondo della sofferenza, della malattia in generale, o della salute se si vuole, sono la nostra esperienza psichica, il nostro vissuto, il nostro passato, il nostro futuro, le nostre aspettative, il nostro stato di ottimismo e di pessimismo a regolare la gravità o non gravità della malattia. Noi non possiamo ignorarlo, non possiamo usare la stessa terapia per tutti, senza tener conto di come la persona vive la sua malattia. Non possiamo perciò curare una persona se non conosciamo la sua sofferenza , la sua angoscia, lo stato di ansia, lo stato di depressione. Va benissimo conoscere nei dettagli, tecnologicamente, la condizione dei suoi organi, il suo stato e stadio di malattia, ma è altrettanto fondamentale conoscere la sua condizione psicologica e fare propri i suoi bisogni, i suoi problemi, la sua sofferenza. Naturalmente questo vuol dire pagare il coinvolgimento e soffrire con il paziente, gioire con il paziente in rapporto alle varie evoluzioni della malattia.I grandi medici ed i grandi ammalati non sono altro che gli esempi estremi di un'attitudine naturale a incontrarsi, che una cultura sinora molto arruolata nel fondamentale obiettivo della lotta alla malattia ha reso difficile, talvolta addirittura impossibile.
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