la sindrome dell’occhio secco
Descrizione
Il film lacrimale cioè lo strato di liquido lacrimale che bagna le strutture anteriori dell’occhio è l’interfaccia tra l’occhio e ambiente. La luce giunge all’occhio passando attraverso le lacrime; la presenza di un buon strato di lacrime è fondamentale per consentire all’occhio di avere una buona vista. Il tessuto della cornea, una delle lenti che ci permette la visione, vive e si mantiene trasparente, specchiante proprio grazie alle lacrime che lo riforniscono costantemente di acqua ed ossigeno.
La composizione delle lacrime varia in base all’ambiente esterno ed alle condizioni interne dell’organismo e si modifica continuamente anche in base all’orario della giornata: il film lacrimale si trasforma, varia la sua composizione, la sua struttura per adattarsi alle variazioni di temperatura, umidità, pressione atmosferica, inquinamento da fumi, polveri sottili, gas.
Ma non sempre la lacrima riesce a mantenere la sua composizione e le sue funzioni; spesso l’ambiente la condiziona in modo importante e la ostacola nelle sue attività; ad esempio l’attività al computer, l’uso di tablets e smarthphone, il lavoro in ambienti con microclimi condizionati o eccessivamente ventilati. L’alto tasso di inquinamento delle grandi città, e Milano purtroppo ne è un esempio negativo, influisce significativamente sulla qualità e quantità delle lacrime e quindi sull’incidenza della secchezza oculare e quindi sulla qualità della vista e sulla salute dell’occhio.
Numerose condizioni, fisiologiche e patologiche creano alterazioni del film lacrimale e spesso tutto l’apparato di protezione dell’occhio è vittima di patologie o situazioni generali del nostro organismo. Il problema più frequente è la riduzione della quantità di lacrime che conduce ad una patologia chiamata occhio secco.
L’occhio secco è tra le malattie più misconosciute e più fastidiose.
Quando si parla di occhio secco non si deve pensare per forza ad una malattia grave, che comunque esiste, ma a tutte quelle condizioni di fastidio, di bruciore, di dolore, occhio rosso alle mille strane congiuntiviti che costituiscono la parte fantasma “ghost” di questa malattia; tutti questi piccoli noiosi sintomi segnalano già i primi stadi dell’occhio secco.
Oggi il medico oculista ha la possibilità di diagnosticare in maniera precisa le alterazioni del film lacrimale: ha nuovi strumenti che descrivono perfettamente quante volte una persona ammicca e come ammicca (blinking), può analizzare la qualità e la quantità della lacrima, la sua composizione, il PH, l’osmolarità (la tonicità) e non solo.
E proprio grazie ad una diagnostica all’avanguardia si può identificare questa malattia già ai primi stadi quando è ancora parzialmente occulta e quindi curarla bene.
L’approccio ad una persona con sindrome di disfunzione del film lacrimale non può essere superficiale nè si può basare solo sulla prescrizione di un collirio ma deve essere quanto più completo possibile analizzando tutto lo stato della persona che ne è affetta.
Per curare un occhio secco occorre la collaborazione del paziente: accorre un flusso continuo e costante di informazioni, un feed back in tempo reale dell’andamento della patologia e degli aggiustamenti necessari della terapia quindi occorrono questionari, diari, mail.
La terapia infine non può prescindere da nuove abitudini; come ormai tutti si lavano i denti spesso, fanno attività fisica, così devono imparare una più corretta igiene oculare, una perfetta manutenzione quotidiana dell’occhio che permetterà di vedere sempre e bene.
Il Dry Eye o occhio secco è una malattia occulta, ma se medico e paziente “lavorano” insieme possono stanarla, combatterla e se non guarire del tutto almeno limitarne molto le conseguenze ed i danni.
Noi e i nostri figli meritiamo una buona visione.
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