Occhi d'Africa : reportage per immagini di un chirurgo in missione umanitaria.
Descrizione
Occhi d'Africa : reportage per immagini di un chirurgo in missioni umanitarie.
(parte del ricavato dalla vendita in beneficenza )
Caso ha voluto che io abbia visto la luce in una fortunata parte del mondo : mi poteva andare molto peggio. Ci sono paesi come quelli dell'Africa subsahariana dove la vita media è poco più di 40 anni, dove la mortalità neonatale è elevatissima, dove il reddito medio è poche decine di euro l'anno e dove la zanzara fa ancora migliaia e migliaia di morti. La conseguenza di ciò è che abbiamo una insormontabile difficoltà a comprendere fino in fondo realtà diverse dove , per un crudele gioco del destino, e non solo, vivono milioni di persone in lotta per la sopravvivenza.Ancora più difficile per chi, come chirurgo, ha passato una vita in sale operatorie dove la tecnologia impera, le apparecchiature diagnostiche e terapeutiche sono aggiornatissime, il materiale è sempre di più usa e getta, sempre nuovo,rigorosamente sterile, non riutilizzabile. Impensabile immaginare di poter lavorare in un ospedale senza TAC, senza ecografo, senza aria condizionata quando fuori la temperatura supera i 40 gradi...Il terzo millennio mi ha visto retrocedere come in una meravigliosa macchina del tempo in uno scenario inaspettato e in un certo senso magico, facendomi riappropiare del ruolo di medico, abbandonando timbri,richieste, autorizzazioni, leggi e leggine sul valore economico di ogni mio gesto terapeutico.Il Niger , nel Mali, è vita. Da una parte del fiume c'è il mercato, dall'altra l'ospedale.Il costo dell'attraversamento è per loro elevato: per raggiungere l'altra riva occorre l'equivalente di un euro e pochi se lo possono permettere .Poi curarsi costa : la sanità è tutta privata .Accade allora che le malattie rimangono senza cura e il fiume diventa morte...
Con queste mie fotografie, raccolte durante le missioni umanitarie alle quali ho partecipato come chirurgo, ho avuto la pretesa di suscitare riflessioni su un mondo troppo dimenticato, dove la povertà accompagna la vita e la condiziona, ma dove incontri anche occhi fieri e dignitosi e dove i bambini ancora sono capaci di sognare.
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