Psicologo: curarsi costa troppo

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Se avete pensato di rivolgervi ad uno Psicologo, oppure se vi è stato consigliato, forse la prima reazione è proprio questa: ne avrei bisogno, ma non posso permettermelo, costa troppo.

Probabilmente avete scartato anche l’ipotesi del Sistema Sanitario pubblico: troppo lunga la lista d’attesa, paura di ricevere un supporto frettoloso o poco specializzato, quindi timore di non essere presi in carico in modo adeguato. Oppure (se abitate in un piccolo Centro) temete di incontrare al Consultorio il conoscente o il vicino di casa, quindi meglio evitare…

Tornate a prendere in considerazione il terapeuta privato, ma vi fermate per il solito motivo: chissà quanto mi costerà, non posso permettermelo.

Cosa fare in questi casi? Come si esce da questa trappola?

Si inizia da un serio ed onesto auto-esame: siete sicuri che il problema sia economico? Sembra una domanda scontata: in realtà molte persone sono restie a rivolgersi ad uno Psicologo per tutta una serie di pregiudizi, tra i quali il timore di essere considerati matti. Certi timori minano profondamente la motivazione, ed ecco allora che emergono tutte le difficoltà collaterali: costa troppo, è lontano, devo parlare dei fatti miei, non posso farlo sapere in giro, ecc.

In secondo luogo non è detto che i costi siano così irragionevoli: spesso le persone immaginano tariffe spropositate, e per tutta una serie di pregiudizi di cui abbiamo parlato evitano di verificare in modo concreto il costo effettivo di una seduta di psicoterapia. Basterebbe una telefonata, ma chi se la sente di telefonare al dottore dei matti…

Esiste un Tariffario di riferimento a cui gli Psicologi solitamente si attengono (anche se il D.L. 4/7/2006 n. 233 c.d. ‘Decreto Bersani’ ha abolito la tariffa minima, gli Ordini Professionali possono dare indicazioni sulle tariffe), che indica prezzi minimi e massimi per ogni prestazione. Nel caso di un colloquio di psicoterapia individuale il prezzo indicato varia da un minimo di 40 ad un massimo di 140 euro a seduta.

Come succede un po’ in tutti i casi, risparmiare si può. Ecco alcune semplici regole per non spendere troppo dallo Psicologo:

1)      cercate di intraprendere un percorso psicologico possibilmente quando vi accorgete di avere un problema: chi ha tempo non aspetti tempo, recita un famoso proverbio. Se aspettate troppo, il problema psicologico di cui soffrite potrebbe peggiorare, aumentando considerevolmente la durata della terapia e quindi i costi

2)      prevenire è meglio che curare: vale sia in medicina che in psicologia, ma non tutti lo sanno. Provate a considerare lo Psicologo come fosse un dentista: fare controlli regolari permette di prevenire patologie peggiori, e quindi alla fine di risparmiare soldi

3)      informatevi sulla durata della terapia: è un luogo comune molto diffuso il ritenere che la psicoterapia duri decenni. Questo è vero solo per alcune forme di psicoterapia, più profonde e strutturate. Ma esistono orientamenti terapeutici mirati (es. sui disturbi d’ansia) che possono durare mesi e non anni

4)      informatevi sul costo della terapia: telefonate, telefonate, telefonate…

5)      contattate professionisti giovani: hanno meno pazienti e più voglia di essere flessibili (tariffe, orari, ecc.), inoltre hanno entusiasmo da vendere

6)      infine non dimenticate il Servizio Pubblico: non verrete accolti in un salotto, ma potrete trovare Professionisti affidabili e preparati quanto quelli privati. Basta avere un po’ di pazienza ed accettare l’eventuale lista d’attesa: ne vale la pena, visto il notevole risparmio, no?

Per saperne di più: Come spendere meno dallo Psicologo

Data pubblicazione: 21 maggio 2011

6 commenti

#2
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Dr.ssa Veronica Turchetta

Complimenti per l'articolo, direi che è decisamente esplicativo della situazione attuale (e forse non solo attuale) della nostra professione. Purtroppo andare dallo psicologo in italia viene ancora considerato in modo negativo. Non c'è ancora la giusta cultura ed informazione, e fin troppo spesso l'"ignoranza" sul costo la fà da padrone, e lascia il passo alla sofferenza ed al disagio psicologico.

#3
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Utente 196XXX

Complimenti per l'articolo, diretto, concreto e pratico.
Tutti i suoi colleghi dovrebbero adottare la sua scuola di pensiero.
Saluti

#4

Forse occorre indicare, assieme alla tariffa, la DURATA della seduta.
"Contattate terapeuti giovani" (punto 5), talvolta la scarsa esperienza e il doversi improvvisare esperti su tutto porta ad allungare una terapia. E dunque la spoesa ... rimane uguale o aumenta.

#5
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Utente 136XXX

Scusi, assolutamente non per essere polemica ma vorrei portare anche le ragioni di chi è realmente motivato, ma ha reali difficoltà: è facile parlare di mancanza di reale motivazione, e tante volte è anche le verità, ma altre volte la motivazione c'è ma davvero la persona non è in grado di permettersi 50-100 Euro alla settimana. Scegliere una terapia breve non è sempre una buona idea tra l'altro, perché ci sono disturbi pesanti, cronicizzati e gravi che hanno realmente bisogno di anni per essere sbrogliati, e la terapia cognitivo comportamentale in questi casi mi dispiace non aiuta, se non solo con la sintomatologia (che NON è il problema).
Inoltre è poco realistico dire che nel settore pubblico vi sono professionisti seri e all'altezza, in questo campo particolare purtroppo è estremamente difficile che sia così, e questo senza contare la lista d'attesa come Lei stesso dice, spesso infinita, l'impossibilità di poter concordare un orario ed un giorno per la seduta (anche qui non tutti, specialmente di questi tempi, possono saltare il lavoro per la seduta, anche se lo vorrebbero) e l'impossibilità di poter scegliere la specializzazione del professionista, e spesso venire affidati allo specialista "sbagliato" rispetto alla propria patologia, solo perché è quello che garantisce una più veloce remissione della SINTOMATOLOGIA, è garanzia di insuccesso della terapia sul lungo termine.

#6
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Utente 136XXX

Ovviamente, ma forse non è così ovvio, la mia non voleva essere una critica al tariffario di voi professionisti ma piuttosto alla mancanza di un sistema pubblico che garantisca una sorta di fondo, o di convenzione con dei professionisti privati, che consenta al paziente di scegliere il proprio terapeuta e pagare una parte della tariffa, e il restante venga corrisposto al professionista dal servizio pubblico, come vi è in altri settori della salute.
L'impressine è proprio quella che i disturbi psicologici siano disturbi di "serie B", che lo Stato non ritiene meritevoli di tutela e di aiuti pubblici.