Psa alto e antidepressivo
Buongiorno a tutti.
Nel febbraio del 2020 ho avuto una forte influenza con febbre alta per una settimana.
Secondo me era Covid perchè, facendo ogni anno il vaccino antinfluenzale, non mi ammalavo mai da decenni.
Purtroppo in quel periodo non erano disponibili i test diagnostici.
Il problema è stato dopo, ho faticato a riprendermi e ho passato mesi che ero uno straccio e in accordo col medico di base ho iniziato a prendere un antidepressivo con cui ho avuto un po' di miglioramento.
A novembre 2020 però mi sono accorto che il PSA era salito a livelli di guardia, attorno a 4.
A marzo 2021 era 4.8, a marzo 2022 era 6.3.
A quel punto l'urologo mi prescrive una risonanza e poi una biopsia per un nodulo sospetto.
Per fortuna l'esito è stato negativo ma c'è una flogosi.
Il PSA nel frattempo è rimasto stabile, ora ce l'ho a 6.5.
Ho fatto spermiocolutira e urinocoltura risultate negative.
Ho anche preso integratori a base di Serenoa Repens senza miglioramenti.
E arriviamo al punto.
Non mi sono mai completamente ripreso da quell'influenza, nel senso che oltre al PSA alto persistono difficoltà di concentrazione, stanchezza cronica, peso 5kg di meno (ero già magro), e vari dolorini muscolo-scheletrici a intermittenza, nonostante l'antidepressivo.
Può esserci un nesso tra il problema neurologico e quello alla prostata?
Se cambio antidepressivo, naturalmente in accordo col mio medico o lo specialista, cercando di recuperare la condizione che avevo prima, potrebbe in qualche modo beneficiarne anche la prostata?
C'è altro in generale che potrei fare per capire il problema e abbassare il PSA?
Nel febbraio del 2020 ho avuto una forte influenza con febbre alta per una settimana.
Secondo me era Covid perchè, facendo ogni anno il vaccino antinfluenzale, non mi ammalavo mai da decenni.
Purtroppo in quel periodo non erano disponibili i test diagnostici.
Il problema è stato dopo, ho faticato a riprendermi e ho passato mesi che ero uno straccio e in accordo col medico di base ho iniziato a prendere un antidepressivo con cui ho avuto un po' di miglioramento.
A novembre 2020 però mi sono accorto che il PSA era salito a livelli di guardia, attorno a 4.
A marzo 2021 era 4.8, a marzo 2022 era 6.3.
A quel punto l'urologo mi prescrive una risonanza e poi una biopsia per un nodulo sospetto.
Per fortuna l'esito è stato negativo ma c'è una flogosi.
Il PSA nel frattempo è rimasto stabile, ora ce l'ho a 6.5.
Ho fatto spermiocolutira e urinocoltura risultate negative.
Ho anche preso integratori a base di Serenoa Repens senza miglioramenti.
E arriviamo al punto.
Non mi sono mai completamente ripreso da quell'influenza, nel senso che oltre al PSA alto persistono difficoltà di concentrazione, stanchezza cronica, peso 5kg di meno (ero già magro), e vari dolorini muscolo-scheletrici a intermittenza, nonostante l'antidepressivo.
Può esserci un nesso tra il problema neurologico e quello alla prostata?
Se cambio antidepressivo, naturalmente in accordo col mio medico o lo specialista, cercando di recuperare la condizione che avevo prima, potrebbe in qualche modo beneficiarne anche la prostata?
C'è altro in generale che potrei fare per capire il problema e abbassare il PSA?
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Tutti gli psicofarmeci, anche gli antideptrssivi possono avere effetti collaterali sulla funzione delle basse vie urinarie, ma certamente non sulla produzione di PSA da parte della prostata. D'altronde tra i vari sintomi che lei ci descrive (tutti associabili ad una sindrome post-Covid?) non vi sono disturbi alle vie urinarie. Anche la Serenoa Repens, nelle sue infinite formulazioni commerciali, non può avere alcuna azione diretta sul PSA, che è sostanzialmente un marcatore tumorale. Questo sospetto è stato comunque allontanato dalla negatività della biopsia mirata. In sintesi, se una causa definita per l'aumento del PSA può solo essere stata una prostatite misconosciusta para-influenzale (evento molto comune) , il fatto che il marcatore non abbia continuato a salire è ulteriormente confortante. Necessario comunque proseguire con i controlli semestrali ancora pèr qualche tempo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Grazie Dottore, in realtà ho fatto anche una uroflussometria "compatibile con condizione di ostruzione cervico-uretrale". Comunque per il momento niente di serio, mi sento un po' congestionato ma non ho dolori, solo tempi di svuotamento prolungati e anche i tempi di eiaculazione si sono allungati.
Per sua esperienza casi come il mio possono rientrare nella normalità o mi devo aspettare al massimo di mantenere la condizione fino a quando sarà necessario intervenire chirurgicamente?
Per sua esperienza casi come il mio possono rientrare nella normalità o mi devo aspettare al massimo di mantenere la condizione fino a quando sarà necessario intervenire chirurgicamente?
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Forse è un po' troppo giovane per avere sintomi ostruttivi. Se questi dovessero rimanere costanti, sarebbe opportuna una valutazione endoscopica diretta (uretro-cistoscopia flessibile ambulatoriale).
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#5]
Utente
Buongiorno, riprendo un attimo il thread perchè avrei una curiosità. Io ho fatto una biopsia della prostata con esame istologico e vorrei capire se è previsto in certi casi che i campioni vengano sottoposti anche ad altri test, come ad esempio colture per virus o batteri oppure alla ricerca di sostanze chimiche quali metalli pesanti o pfas.
[#6]
Generalmente no. Comunque i preparati istologici vengono archiviati e possono essere sottoposti ad altri esami anche in seguito, se necessario. Difficile individuare virus e batteri, perché ovviamente il materiale viene fissato chimicamente.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.2k visite dal 08/10/2023.
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