Problemi prostata a 31 anni
Salve a tutti,
qualche anno fa, 2017-2018 circa, in seguito a due giornate a mare (senza ricambio costume) ho avuto problemi urinari: bruciore intenso dopo minzione, bruciore che passava durante la minzione (infatti rimanevo ore al bagno perchè urinare rappresentava l'unico sollievo), qualche dolore zona perineo dopo minzione, gocciolamento finale.
I medici (due) trovarono una prostata leggermente ingrossata ma non ritennero opportuno indagare oltre o trattarla, i sintomi comunque rientrarono nel giro di qualche settimana.
Sporadicamente da quell'evento avevo negli anni bruciore post-minzionale con le stesse modalità sopra descritte.
Ora mi trovo in un periodo di forte stress e sono ricominciati un po' di sintomi, soprattutto difficolta ad urinare (avuta per due giorni).
Fondamentalmente una mattina mi sono svegliato con il bisogno di urinare e non riuscivo a far partire il getto.
In ogni caso noto un getto più debole e più fino.
Piccola aggiunta: da che io ho memoria problemi occasionali di dolore/fitte al perineo post minzionali o post eiaculatori li ho sempre avuti, sin da bambino.
Mi reco in questi gioni da un ulteriore urologo, il quale esegue ecografia ed ecografia trans-rettale (oltre ispezione digito rettale) che rileva quanto segue:
-Reperti renali in ordine.
Vescica semivuota a pareti apparentemente regolari.
Prostata del volume stimato di 14.6 cm3 (nella media per l'età con minute calcificazioni intraghiandolari).
Ristagno p.
m. scarso.
Pene e testicoli in ordine.
Obiettività urologica negativa.
All'esplorazione rettale prostata come piccola castagna, bilobata, parenchimatosa (senza aree sospette apprezzabili palpatoriamente).
Conslusioni: L.
U.T.
S. (lieve transitori disturbi ostruttivi cervico-uretrali) in pz.
con note ecografiche di prostatite cronica.
Restante obiettività urilogica in ordine per l'età.
I transitori disturbi minzionali sono da attribuire a periodiche riacutizzazioni della prostatite cronica.
Si consiglia: 1) 2 litri acqua al dì 2) Visita urologica periodica (preferibilmente annuale dopo i 40 anni) con PSA, creatinina ed es.
urine) 3) in caso di ricomparsa dei sintomi utilizzare Congeprost 1 cps al dì a digiuno per 14 gg.
Ora, il concetto è che sono in una fase in cui dovrei trasferirmi all'estero per lavoro e vorrei farlo con l'assoluta certezza sulla mia salute.
Vorrei chiedervi se, in funzione di quanto refertato, condividete la diagnosi/terapia o suggerireste di fare altri approfondimenti (esami sangue, psa, mr, altro) prima di dare dimissioni al lavoro attuale.
L'urologo dice che non vi è bisogno, oltre che il PSA non è così preciso in giovane età (attività sessuale o fisica che influenza ecc...).
Per ora continuano un po' i sintomi, tipo ieri sera avevo un leggero bruciore uretrale post minzionale, ma sempre niente di acuto come nel 2017.
Grazie in anticipo per le risposte
qualche anno fa, 2017-2018 circa, in seguito a due giornate a mare (senza ricambio costume) ho avuto problemi urinari: bruciore intenso dopo minzione, bruciore che passava durante la minzione (infatti rimanevo ore al bagno perchè urinare rappresentava l'unico sollievo), qualche dolore zona perineo dopo minzione, gocciolamento finale.
I medici (due) trovarono una prostata leggermente ingrossata ma non ritennero opportuno indagare oltre o trattarla, i sintomi comunque rientrarono nel giro di qualche settimana.
Sporadicamente da quell'evento avevo negli anni bruciore post-minzionale con le stesse modalità sopra descritte.
Ora mi trovo in un periodo di forte stress e sono ricominciati un po' di sintomi, soprattutto difficolta ad urinare (avuta per due giorni).
Fondamentalmente una mattina mi sono svegliato con il bisogno di urinare e non riuscivo a far partire il getto.
In ogni caso noto un getto più debole e più fino.
Piccola aggiunta: da che io ho memoria problemi occasionali di dolore/fitte al perineo post minzionali o post eiaculatori li ho sempre avuti, sin da bambino.
Mi reco in questi gioni da un ulteriore urologo, il quale esegue ecografia ed ecografia trans-rettale (oltre ispezione digito rettale) che rileva quanto segue:
-Reperti renali in ordine.
Vescica semivuota a pareti apparentemente regolari.
Prostata del volume stimato di 14.6 cm3 (nella media per l'età con minute calcificazioni intraghiandolari).
Ristagno p.
m. scarso.
Pene e testicoli in ordine.
Obiettività urologica negativa.
All'esplorazione rettale prostata come piccola castagna, bilobata, parenchimatosa (senza aree sospette apprezzabili palpatoriamente).
Conslusioni: L.
U.T.
S. (lieve transitori disturbi ostruttivi cervico-uretrali) in pz.
con note ecografiche di prostatite cronica.
Restante obiettività urilogica in ordine per l'età.
I transitori disturbi minzionali sono da attribuire a periodiche riacutizzazioni della prostatite cronica.
Si consiglia: 1) 2 litri acqua al dì 2) Visita urologica periodica (preferibilmente annuale dopo i 40 anni) con PSA, creatinina ed es.
urine) 3) in caso di ricomparsa dei sintomi utilizzare Congeprost 1 cps al dì a digiuno per 14 gg.
Ora, il concetto è che sono in una fase in cui dovrei trasferirmi all'estero per lavoro e vorrei farlo con l'assoluta certezza sulla mia salute.
Vorrei chiedervi se, in funzione di quanto refertato, condividete la diagnosi/terapia o suggerireste di fare altri approfondimenti (esami sangue, psa, mr, altro) prima di dare dimissioni al lavoro attuale.
L'urologo dice che non vi è bisogno, oltre che il PSA non è così preciso in giovane età (attività sessuale o fisica che influenza ecc...).
Per ora continuano un po' i sintomi, tipo ieri sera avevo un leggero bruciore uretrale post minzionale, ma sempre niente di acuto come nel 2017.
Grazie in anticipo per le risposte
[#1]
Il PSA è un marcatore del tumore della prostata, evenienza inverosimile alla sua età. Ogni suo altro utilizzo non è appropriato e può portare ad interpretazioni errate e controproducenti. la sua è una condizione di irritazione a lungo termine della prostata a causa non infettiva, con saltuarie riacutizzazioni infiammatorie (vedi calcificazioni rilevate all'ecografia). Non esistono terapie specifiche di sicura efficacia o preventive a lungo termine. Noi ritenoamo assolutamente essenziali le attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere indirizzato alla massima regolarità, nei suoi principali aspetti:alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la rapida risposta dottore. In funzione dello stile di vita, il fatto che io sia celiaco con disturbi intestinali cronici e che mi stiano sospettando un morbo di Crohn al piccolo intestino può provocare questa infiammazione cronica che descriveva prima?
Sicuramente influisce come mi è stato già detto, ma potrebbe essere la vera e propria causa scatenante?
Sicuramente influisce come mi è stato già detto, ma potrebbe essere la vera e propria causa scatenante?
[#3]
Senz'altro si. Le relazioni tra intestino e prostata sono strettissime ed al versante intestinale vanno rivolte tutte le adeguate attenzioni, altrimenti le terapie urologiche saranno sempre armi spuntate.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#4]
Utente
Salve dottore,
oggi purtroppo ho riavuto un episodio uguale a quello descritto nel primo messaggio.
Verso le 4 mi sveglio per il bisogno di urinare ma andando in bagno, ho urinato davvero poco (pochissimo) con difficoltà ad iniziare.
La vescica sembrava non avere più il bisogno di urinare ma è rimasta indolenzita, dopo un'oretta/due è ricomparso il bisogno, andando in bagno e sedendomi sono riuscito a liberarmi regolarmente ma ora mi è rimasta la sensazione di vescica tipo "indolenzita", quasi leggermente dolorante. Però se ora provo ad urinare, riesco sempre, con le quantità che definirei normali rispetto alla frequenza e quantità di acqua bevuta, senza difficoltà ad iniziare, senza flusso ridotto. Il fastidio vescicale sembra si stia riducendo col passare delle ore.
Sto seguendo una dieta ben precisa da tempo, niente alcool o altro di irritante, dieta FODMAP per i problemi intestinali citati.
Domattina farò urinocultura ed esame urine generiche, ma onestamente non mi aspetto nulla di nuovo (le ultime fatte a novembre uscirono normali).
La aggiornerò con gli usami (insieme al medico che mi segue ovviamente), ma nel frattempo cosa può dirmi? Cosa potrei fare? Domenica parto per trasferirmi all'estero per lavoro e non so come comportarmi.
oggi purtroppo ho riavuto un episodio uguale a quello descritto nel primo messaggio.
Verso le 4 mi sveglio per il bisogno di urinare ma andando in bagno, ho urinato davvero poco (pochissimo) con difficoltà ad iniziare.
La vescica sembrava non avere più il bisogno di urinare ma è rimasta indolenzita, dopo un'oretta/due è ricomparso il bisogno, andando in bagno e sedendomi sono riuscito a liberarmi regolarmente ma ora mi è rimasta la sensazione di vescica tipo "indolenzita", quasi leggermente dolorante. Però se ora provo ad urinare, riesco sempre, con le quantità che definirei normali rispetto alla frequenza e quantità di acqua bevuta, senza difficoltà ad iniziare, senza flusso ridotto. Il fastidio vescicale sembra si stia riducendo col passare delle ore.
Sto seguendo una dieta ben precisa da tempo, niente alcool o altro di irritante, dieta FODMAP per i problemi intestinali citati.
Domattina farò urinocultura ed esame urine generiche, ma onestamente non mi aspetto nulla di nuovo (le ultime fatte a novembre uscirono normali).
La aggiornerò con gli usami (insieme al medico che mi segue ovviamente), ma nel frattempo cosa può dirmi? Cosa potrei fare? Domenica parto per trasferirmi all'estero per lavoro e non so come comportarmi.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.2k visite dal 11/09/2023.
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