Infezione urinaria da klebsiella pneumoniae in soggetto fragile ultraottantenne
Mio padre, 83 anni, diabetico, cardiopatico, operato a gennaio per tumore a intestino con buoni risultati (no metastasi, ritorno a vita sostanzialmente normale nonostante un inizio di sepsi ben superato) ha avuto un mese fa febbre alta e stanchezza curata correttamente dal nostro medico come infezione urinaria tramite antibiotico ad ampio spettro.
A poco meno di un mese ha fatto esame delle urine da cui risulta ancora presenza di leucociti a 269 e presenza di Klebsiella pneumoniae (2 milioni ufc/ml), lui al momento non lamenta alcun sintomo ed è anzi piuttosto attivo e in discreta forma.
Domani sentirò il nostro medico curante ma volevo sapere che impatto può avere questo batterio sulle condizioni di mio padre e come deve essere generalmente trattato in un paziente fragile della sua età.
Ringrazio per la risposta.
A poco meno di un mese ha fatto esame delle urine da cui risulta ancora presenza di leucociti a 269 e presenza di Klebsiella pneumoniae (2 milioni ufc/ml), lui al momento non lamenta alcun sintomo ed è anzi piuttosto attivo e in discreta forma.
Domani sentirò il nostro medico curante ma volevo sapere che impatto può avere questo batterio sulle condizioni di mio padre e come deve essere generalmente trattato in un paziente fragile della sua età.
Ringrazio per la risposta.
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Si tratta di batteri di origine sicuramente intestinale, pertanto il primo e più consistente impegno è quello di favorire la migliore funzione intestinale possibile, parallelamente ad un equilibrio ottimale della preziosissima flora batterica locale (microbiòta). Il secondo fattore favorente l'infezione è la prenza di una vescica che non si svuota bene, lasciandaffetti da altri problemi di o un persistente residuo che assai facilmente è infettato dai batteri intestinali. Se vi è una ostruzione urinaria significactiva, si può pensare ad una terapia ed anche ad interventi mini-invasivi, oggi proponibili anche in soggetti anzianu affetti da altre patologie.
A più breve termine, se non vi è febbre od altri segni di complicazione imminente, diremmo di non esagerare con la terapia antibiotica, indurre il babbo a bere molta acqua, specie con il clima caldo e manetnere uno stretto contatto con un nostro Collega con il quale si intrattenga un buon rapporto di comunicazione e fiducia.
A più breve termine, se non vi è febbre od altri segni di complicazione imminente, diremmo di non esagerare con la terapia antibiotica, indurre il babbo a bere molta acqua, specie con il clima caldo e manetnere uno stretto contatto con un nostro Collega con il quale si intrattenga un buon rapporto di comunicazione e fiducia.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta, aggiungo che mio padre a gennaio è stato operato con ricostruzione di parte del retto e parte della vescica, operazione per altro andata molto bene tanto che è tornato a una funzionalità normale, anche se ci hanno avvisato che qualche problema intestinale e di svuotamento della vescica, soprattutto nei primi mesi, sarebbe stato abbastanza normale e prevedibile, ha per altro anche prostata leggermente ingrossata (diametro 78) che probabilmente non aiuta.
Le chiedo se avendo avuto una sepsi a dicembre (dovuta a fistola intestinale causata dal tumore poi risolta) ci siano possibilità che una situazione del genere si ripresenti partendo da un'infezione simile a quella attuale e se il lasix che prende giornalmente aiuta o crea problemi allo svuotamento della vescica.
Grazie
Le chiedo se avendo avuto una sepsi a dicembre (dovuta a fistola intestinale causata dal tumore poi risolta) ci siano possibilità che una situazione del genere si ripresenti partendo da un'infezione simile a quella attuale e se il lasix che prende giornalmente aiuta o crea problemi allo svuotamento della vescica.
Grazie
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Quanto lei aggiunge, purtroppo solo ora, ha ovviamente una importanza essenziale nell'interpretazione del caso, differente da quella generica che abbiamo dato in precedenza. L'azione sull'intestino e la sua funzione continua ad essere senz'altro la parte più importante dell'impegno terapeutico e va perseguita con ogni mezzo disponibile, eventualmente sentendo anche il parere di un dietologo/nutrizionista. Per quanto riguarda la vescica, la valutazione è più difficile poiché comporta una diagnostica raffinata. Se il babbo è in buone condizioni e si è ripreso bene dal pesante intervento, può valere la pena di eseguire una indagine urodinamica che ci faccia capire come funnzione questa vescica e se vi sono dei problemi neurologici. Questo sarebbe l'unico modo per comprendere che cosa si possa fare di utile dal punto di vista farmacologico o (più difficilmente) operativo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 10/07/2023.
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