Ritenzione urinaria e psicofarmaci

Salve, soffro di una ritenzione urinaria cronica la cui causa è "indiagnosticabile" a quanto mi è stato detto.

Ho svolto tutte le visite, nessun problema riscontrato, anche se devo sottolineare che, in urodinamica, non sono riuscito ad urinare per monitorare l'attività del detrusore.

Nessuna ostruzione, e nessun problema neurologico o possibile evento scatenante.
"Gestisca il problema con alfalitico e faccia controlli periodici".
Il farmaco non lo prendo più perché non mi da sollievo.


Se non bastesse, mi trovo in uno stato di ansia e depressione, per cui mi vengono consigliati gli psicofarmaci (mesi di sola terapia insufficienti).

So degli effetti collaterali degli psicofarmaci (anticolinergici, se non sbaglio) sulla vescica.

Il mio tracciato di uroflussomentria è una montagna russa, ho un problema serio, urino già con sforzo, e temo che questi farmaci possano essere il colpo di grazia per la mia autonomia minzionale (ho 24 anni e i primi sintomi li ho avuti a inizio adolescenza).


Non esistono intorno a me centri che mi facciano una consulenza multidisciplinare, quindi l'urologo mi sconsiglia i farmaci perché peggirerebbero l'ipotonia (addirittura mi dissero che la terapia ideale sarebbe stato l'urocoline) , lo psichiatra me li consiglia perché, non essendoci cause manifeste, il problema è attribuibile a una ritenzione urinaria psicogena, per cui i farmaci potrebbero migliorare la condizione.
Insomma, ognuno giustamente osserva il problema dalla sua prospettiva.
Mi sono chiesto se un dosaggio minimo possa essere un compromesso che non crei danni alla vescica ma che possa dare un minimo sollievo per la mia condizione psicologica.

Mi piacerebbe avere un vostro parere sul loro utilizzo in una condizione di questo tipo.

Cordiali saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
La sua condizione non è diagnosticabile solo perché ad una indagine urodinamica non è riuscito ad urinare. Non ci si deve arrendere qui però! L'indagine va senz'altro ripetuta, possibilmente in un centro dove vi sia molta pratica di questo tipo di esami. L'urecholine non è più in commercio da tempo in Italia. In effetti è un farmaco ricco di manifestazioni collaterali ai dosaggi in cui potrebbe essere teoricamente efficace. Per quanto riguarda gli psicofarmaci, bisogna crcare di trovare un compromesso, dopotutto già dopo poco tempo lei potrà avvertire eventuali variazioni del bilancio minzionale e quindi sospendere o proseguire. Danni gravi, se tutto viene eseguito sotto controllo specialistico, non se ne possono verificare.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
La ringrazio per la replica. Purtroppo ho eseguito l'urodinamico due volte ma la cateterizzazione mi provoca una ritenzione totale, tant'è che anche nelle ore successive all'esame urinavo a stenti. Per "danni" degli psicofarmaci sulla vescica intendo di svegliarmi una mattina e dover andare al pronto soccorso a farmi svuotare la vescica. Abbinare l'alfalitico con lo psicofarmaco mi sembra un po' pesante per gli effetti collaterali di stanchezza e sonnolenza. È un abbinamento consigliabile?
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
Si può provare, è sufficiente qualche giorno per giudicare e non si possono causare danni irreversibili. Tutto questo ovviamente sonno controllomedico diretto. Se non fosse stata ancora eseguita, diremmo che sia opportuna una endoscopia delle basse vie urinarie (uretro-cistoscopia).

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Confermo che l'uretrocistoscopia è stata eseguita, ed è negativa. Le chiedo un'ultima cosa, in precedenza ha fatto riferimento a dei centri più pratici e specializzati per ripetere l'urodinamico, che ho svolto due volte ma senza riuscire ad urinare, il che è sicuramente un grosso limite ai fini diagnostici. Purtroppo la cateterizazzione mi ha comportato una ritenzione totale quando indossato, quasi totale nelle ore successive all'esame. Ci sono centri in cui potrei riuscire a svolgere la fase minzionale senza catetere oppure averlo indossato è una condizione necessaria per l'esame?
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
Il sottile catetere utilizzato per l'indagine urodinamica non può di per sé causare ostruzione, spesso è solo questione di pazienza dell'equipe che si occupa dell'esame e di creare delle condizioni ambientali non troppo ostili.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
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Utente
Utente
In effetti i cateteri utilizzati sono sottili, al tempo stesso mi sembra che la mia ostruzione aumenti facilmente. Dopo un eiaculazione sono in ritenzione totale per almeno tre quarti d'ora, e se provo ad urinare ho un bruciore molto importante. Su Questo "sintomo" non è mai stata posta attenzione nonostante io l'abbia riferito a più dottori.
Mentre tentavo di urinare durante l'esame sentivo la stessa cosa, forte ritenzione totale e bruciore ad ogni goccia.
Insomma, mi sento abbastanza suscettibile al peggioramento della ritenzione, per questo ho pensato che il catetere fosse colpevole.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
I sintomi sarebbero abbastanza tipci, considerata anche la giovanissima età, per una ostruzione da sclerosi congenita del collo vescicale, che però si sarebbe dovuta evidenziare all'endoscopia. Questo esame è stato eseguito senza anestesia? con strumento flessibile?

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
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Utente
Utente
Confermo senza anestesia e con strumento flessibile. L'ipotesi che va per la maggiore sarebbe proprio un problema al collo congenito che ha portato negli anni la vescica a sforzarsi fino a perdere forza. Però l'alfalitico non aiuta. Presumo che il problema possa solo peggiorare, e temo che lo stia facendo. Per questo la mia prudenza sugli psicofarmaci. A questo punto dovrei decidere se assumere questo rischio, seppur comprendo che l'eventuale ritenzione totale sarebbe reversibile con la sospensione.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
L'alfa-litico è tipicamente meno efficace nelle sclerosi del collo vescicale, appunto perché il farmaco è attivo sulle fibre muscolari e non sul tessuto fibro-sclerotico. In un caso come il suo noi eseguiremmo una endocopia in anestesia e se si confermasse una scarsa distensibilità del collo della vescica provvederemmo contestualmente ad una disostruzione, quantomeno con una o più sezioni. Purtroppo la cistoscopia flessibile diagnostica ambulatoriale è accettabile per una esplorazione della vescica, ma meno precisa nella valutazione del collo e del tratto prostatico.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
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Utente
Utente
Capisco, in ogni caso presumo che il possibile danno di funzionalità della vescica sia irreversibile in ogni caso. La questione della sclerosi del collo rende più o ancora meno consigliabile l'assunzione di antidepressivi?
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
In medicina bisogna sempre cercare di non "presumere", ma "accertare". Gli psicofarmaci possono influire al limite sulla funzionalità, ma non possono condizionare la sclerosi del collo, sia nel bene che nel male.

Paolo Piana
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