Urgente, operazione cistectomia
Salve, scrivo per avere un vostro parere su un intervento che mio padre dovrá effettuare lunedì, una CISTECTOMIA.
Operato di turb ad ottobre 2022 (tumore vescicale di alto grado infiltrante la parete muscolare) la PET di novembre 2022 evidenza 1 formazione al polmone + altre due piccole macchioline di 0.5cm la cui pet non rileva nulla al riguardo, linfonodi iliaco-otturatori attivi, dopodichè fatti 4 cicli di chemioterpia (CISPLATINO E GEMCITABINA) a cui non ha risposto, la PET di aprile rileva che ha soltanto abbassato l'attività nei punti attivi ma si sono attivate le altre due macchiole al polmone e altri 2 nuovi linfonodi.
Adesso siamo in attesa del 3 ciclo di immunoterapia.
Quando fu operato ad ottobre nella neoformazione c'erano all'interno dei calcoli che per via del prolungamento dell'intervento non sono potuti essere tolti, a cui oncologi non daranno più peso perchè concentrati sulle terapie e non pensavano minimamente di rimuovere questi calcoli, finchè fino a qualche giorno fa non conosciamo un urologo che ci ascolta (perchè papà ormai con dolori insopportabili per via dei tanti mesi con il catetere vescicale) si prende la responsabilitá di effettuare questo intervento, ma non appena entra in vescica trova altre neoformazioni che ripulisce, ma a sua detta ora come ora questa vescica va assolutamente tolta.
Io volevo sapere da voi adesso per quanto possibile in base a queste poche cose, è davvero così rischiosa questa CISTECTOMIA?
Veramente rischia di rimanerci?
Operato di turb ad ottobre 2022 (tumore vescicale di alto grado infiltrante la parete muscolare) la PET di novembre 2022 evidenza 1 formazione al polmone + altre due piccole macchioline di 0.5cm la cui pet non rileva nulla al riguardo, linfonodi iliaco-otturatori attivi, dopodichè fatti 4 cicli di chemioterpia (CISPLATINO E GEMCITABINA) a cui non ha risposto, la PET di aprile rileva che ha soltanto abbassato l'attività nei punti attivi ma si sono attivate le altre due macchiole al polmone e altri 2 nuovi linfonodi.
Adesso siamo in attesa del 3 ciclo di immunoterapia.
Quando fu operato ad ottobre nella neoformazione c'erano all'interno dei calcoli che per via del prolungamento dell'intervento non sono potuti essere tolti, a cui oncologi non daranno più peso perchè concentrati sulle terapie e non pensavano minimamente di rimuovere questi calcoli, finchè fino a qualche giorno fa non conosciamo un urologo che ci ascolta (perchè papà ormai con dolori insopportabili per via dei tanti mesi con il catetere vescicale) si prende la responsabilitá di effettuare questo intervento, ma non appena entra in vescica trova altre neoformazioni che ripulisce, ma a sua detta ora come ora questa vescica va assolutamente tolta.
Io volevo sapere da voi adesso per quanto possibile in base a queste poche cose, è davvero così rischiosa questa CISTECTOMIA?
Veramente rischia di rimanerci?
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La cistectomia radicale per tumore comporta l'asportazione della vescica in blocco con prostata e vescicole seminali, più i linfonodi circostanti del basso addome. Ovviamente deve essere accompagnata da una derivazione delle urine, interna od esterna. La combinazione di queste due procedure rende l'intervento molto invasivo, senza ombra di dubbio, sebbene le attuali capacità chirurgiche, anestesiologiche e le cure post-operatorie ne abbiano parecchio aumentata la tollerabilità rispetto al passato. Ci pare di comprendere che nel caso di suo Padre la compromissione della situazione generale, con probabili localizzazioni al polmone e ai linfonodi, la cistectomia sia da considerare non curativa, ma"di salvataggio". Questo vuol dire che la vescica viene asportata in primo luogo per evitare complicazioni (sanguinamento, necessità di mantenere cateteri che rischiano di ostruirsi, infezioni, eccetera). In questi casi si cerca ovviamente di limitare l'invasività per quanto possibile, in primo luogo semplificando la derivazione urinaria all'abboccamento degli ureteri alla superficie dell'addome (uretreo-cutaneo-stomia) che necessita di due sacchetti separati di raccolta. Le indicazioni dipendono comunque anche dall'età del soggetto e dalla presenza di altre malattie. In conclusione, ci troviamo di fronte ad un compromesso forzato, un intervento che, come abbiamo scritto già mesi fa, è da considerare inevitabile.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Salve dottore, intanto la ringrazio per la risposta cosi tempestiva. Si questo ci è stato spiegato, non sarà un operazione curativa certo, viene fatta perchè non facendola dicono ci sia il rischio di eventuali blocchi che ci impediranno di proseguire anche con la cura. Per quanto riguarda il piano terapeutico se l'operazione andrà a buon fine si stanno cercando altre strade da percorrere anche su a Milano in centri più avanzati, da noi purtroppo tante cure non sono proprio menzionate. Mio padre ha 51 anni, altri tipi di malattie no. Sempre parametri vitali molto buoni.
[#3]
Considerata la relativamente giovane età e le buone condizioni generali di suo Padre è probabile che si realizzi una derivazione urinaria più gestibile anche se più lunga da realizzare, questo perché le condizioni anestesiologiche sono certamente molto migliori. Il resto delle eventuali cure sarà di competenza dell’oncologia medica.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 15/06/2023.
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