Esiti di eversione vaginale per idrocele
Buongiorno,
dopo un'attesa di più di tre anni, dovuta al COVID e ad altre vicissitudini dell'equipe con la quale ero in lista d'attesa per l'intervento, a dicembre 2022 sono stato operato per la rimozione dell'idrocele presente da tempo nella parte destra dello scroto e che mi dava molto fastidio.
L'intervento è stato eseguito con eversione della tunica vaginale destra e sono stati asportati circa 300 cc di liquido citrino.
Il decorso clinico è stato regolare.
Alla visita di controllo a 7 gg.
dall'intervento, l'urologo rilevava "genitali nella norma, MUE pervio, emiscroto destro aumentato di volume, non teso, non dolente alla palpazione", consigliandomi l'assunzione di Lenidase, 1 cp x 2 volte/die x 20 gg, a seguire 1 cp la sera per altri 20-30 gg, con successiva ecografia scrotale e visita di controllo dopo 3 mesi.
In questo lasso di tempo il gonfiore alla parte destra dello scroto non è diminuito, lasciandomi con un evidente differenza, rilevabile anche a livello visivo, rispetto alla parte sinistra.
A marzo 2023 mi è stata eseguita l'ecografia di controllo, sempre nella stessa struttura dove sono stato operato, ma da un medico di altra equipe, il quale osservava quanto segue: "entrambi i testicoli sono in sede di regolare morfologia ed ecostruttura.
Testicolo dx avente DL mm.
29, 57 con discreto idrocele corpuscolato e ispessimento della tunica vaginale in esito di intervento.
Testicolo sx avente DL mm.
34, 15".
L'urologo che ha effettuato l'ecografia mi consigliava di riferire al collega della visita di controllo la messa in nota per un nuovo intervento di rimozione idrocele, o eventuale aspirazione del liquido presente, perché difficilmente il corpuscolato si sarebbe riassorbito.
Alla visita di controllo con l'urologo dell'equipe di riferimento, effettuata a maggio 2023, il problema veniva minimizzato, cercando di rassicurarmi e specificando che i tempi di riassorbimento sono variabili da soggetto a soggetto e che nei mesi successivi si sarebbe risolto tutto, consigliandomi anche l'assunzione di un altro integratore, Zachelase, 1 bustina x 2 volte/die x 5 gg.
poi 1 bustina x 30 gg.
Nuova ecografia di controllo e successiva visita tra 6 mesi (quindi a dicembre 2023, ad un anno dall'intervento).
Il medico contestava le osservazioni del collega attribuendo quanto da lui asserito alla "vecchia scuola" che prevedeva l'asportazione del liquido con aspirazione.
Considerazioni personali.
Premesso che queste differenze tra opinioni, creano solo confusione e preoccupazioni nei pazienti, soprattutto su un dato abbastanza certo come quello in questione, io sono più propenso a concordare con quanto osservato dall'urologo dell'ecografia.
A questo punto, vorrei sapere da voi se ci sono altri casi come il mio, e se è verosimile che con l'assunzione di Zachelase e concedendo ancora qualche mese di tempo alla zona interessata, il "nuovo" idrocele si può veramente riassorbire.
Vi ringrazio fin d'ora per l'attenzione e la risposta che vorrete darmi.
dopo un'attesa di più di tre anni, dovuta al COVID e ad altre vicissitudini dell'equipe con la quale ero in lista d'attesa per l'intervento, a dicembre 2022 sono stato operato per la rimozione dell'idrocele presente da tempo nella parte destra dello scroto e che mi dava molto fastidio.
L'intervento è stato eseguito con eversione della tunica vaginale destra e sono stati asportati circa 300 cc di liquido citrino.
Il decorso clinico è stato regolare.
Alla visita di controllo a 7 gg.
dall'intervento, l'urologo rilevava "genitali nella norma, MUE pervio, emiscroto destro aumentato di volume, non teso, non dolente alla palpazione", consigliandomi l'assunzione di Lenidase, 1 cp x 2 volte/die x 20 gg, a seguire 1 cp la sera per altri 20-30 gg, con successiva ecografia scrotale e visita di controllo dopo 3 mesi.
In questo lasso di tempo il gonfiore alla parte destra dello scroto non è diminuito, lasciandomi con un evidente differenza, rilevabile anche a livello visivo, rispetto alla parte sinistra.
A marzo 2023 mi è stata eseguita l'ecografia di controllo, sempre nella stessa struttura dove sono stato operato, ma da un medico di altra equipe, il quale osservava quanto segue: "entrambi i testicoli sono in sede di regolare morfologia ed ecostruttura.
Testicolo dx avente DL mm.
29, 57 con discreto idrocele corpuscolato e ispessimento della tunica vaginale in esito di intervento.
Testicolo sx avente DL mm.
34, 15".
L'urologo che ha effettuato l'ecografia mi consigliava di riferire al collega della visita di controllo la messa in nota per un nuovo intervento di rimozione idrocele, o eventuale aspirazione del liquido presente, perché difficilmente il corpuscolato si sarebbe riassorbito.
Alla visita di controllo con l'urologo dell'equipe di riferimento, effettuata a maggio 2023, il problema veniva minimizzato, cercando di rassicurarmi e specificando che i tempi di riassorbimento sono variabili da soggetto a soggetto e che nei mesi successivi si sarebbe risolto tutto, consigliandomi anche l'assunzione di un altro integratore, Zachelase, 1 bustina x 2 volte/die x 5 gg.
poi 1 bustina x 30 gg.
Nuova ecografia di controllo e successiva visita tra 6 mesi (quindi a dicembre 2023, ad un anno dall'intervento).
Il medico contestava le osservazioni del collega attribuendo quanto da lui asserito alla "vecchia scuola" che prevedeva l'asportazione del liquido con aspirazione.
Considerazioni personali.
Premesso che queste differenze tra opinioni, creano solo confusione e preoccupazioni nei pazienti, soprattutto su un dato abbastanza certo come quello in questione, io sono più propenso a concordare con quanto osservato dall'urologo dell'ecografia.
A questo punto, vorrei sapere da voi se ci sono altri casi come il mio, e se è verosimile che con l'assunzione di Zachelase e concedendo ancora qualche mese di tempo alla zona interessata, il "nuovo" idrocele si può veramente riassorbire.
Vi ringrazio fin d'ora per l'attenzione e la risposta che vorrete darmi.
[#1]
E' difficile giudicare con obiettività gli esiti di un intervento fatto da altri, a distanza diremmo quasi impossibie. Ci limiteremmo pertanto ad esprimere qualche considerazione.
Dopo una eversione della tunica vaginale eseguita correttamente, teoricamente l'idrocele non può riformarsi, poiché non esiste materiamente più la "camera di raccolta" per il liquido. Vi è una unica eccezione, ovvero che vi sia la persistenza di un collegamento aperto tra la cavità dell'addome (peritoneo) e lo scroto, cosa che normalmente scompare dopo la nascita. Questa condizione può essere rilevata alla visita ed all'ecografia, ma è necessaria molta attenzione.
L'idrocele, tranne rarissimi casi, non dovrebbe mai essere evacuato per semplice puntura ed aspirazione, poiché la recidiva più che una probabilità sarebbe la certezza.
Una piccola falda di idrocele non deve essere necessariamente risolta chirurgicamente, molto dipende dal fastidio, peso od impaccio che questa provoca.
Non vi sono farmaci ragionevolmente efficaci per far riassorbire un idrocele già formato.
Dopo una eversione della tunica vaginale eseguita correttamente, teoricamente l'idrocele non può riformarsi, poiché non esiste materiamente più la "camera di raccolta" per il liquido. Vi è una unica eccezione, ovvero che vi sia la persistenza di un collegamento aperto tra la cavità dell'addome (peritoneo) e lo scroto, cosa che normalmente scompare dopo la nascita. Questa condizione può essere rilevata alla visita ed all'ecografia, ma è necessaria molta attenzione.
L'idrocele, tranne rarissimi casi, non dovrebbe mai essere evacuato per semplice puntura ed aspirazione, poiché la recidiva più che una probabilità sarebbe la certezza.
Una piccola falda di idrocele non deve essere necessariamente risolta chirurgicamente, molto dipende dal fastidio, peso od impaccio che questa provoca.
Non vi sono farmaci ragionevolmente efficaci per far riassorbire un idrocele già formato.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Egregio Dott. Piana, la ringrazio per la sua risposta tempestiva.
Sono consapevole che da questa sede i consulti possono essere molto generici, mancando tutta la parte della visita fatta di persona.
Con riferimento a quanto da lei accennato in merito a recidive, devo precisare che il mio idrocele si è formato qualche anno fa in seguito ad un'epididimite, quindi non è congenito dalla nascita.
Dopo l'intervento ho seguito alla lettera le indicazioni dello specialista fornite durante la visita di controllo, indossando sempre slip né troppo stretti né troppo comodi e riprendendo la vita normale, compresa l'attività sessuale, una volta che la ferita della cicatrice si era ben rimarginata e i punti iniziavano a cadere.
Ora mi viene il dubbio che forse questa ripresa sia stata troppo precoce...
L'urologo dell'ecografia caldeggiava la messa in nota per un nuovo intervento di rimozione dell'idrocele, che considerati i tempi di attesa di almeno 1 anno, avrebbe lasciato lo spazio per verificare se la situazione migliorava o peggiorava.
Il medico dell'equipe che mi ha operato invece non ha voluto saperne di mettermi in lista per un nuovo intervento, per quanto già riferito in precedenza.
Sinceramente, rispetto alle prime settimane post intervento, ad un esame visivo mi sembra che lo scroto lato destro sia aumentato di dimensioni e temo che continui ad aumentare.
Sulla questione integratori (Zachilase) per il riassorbimento del nuovo idrocele sono molto scettico, vedendo che anche i precedenti (Lenidase) non avevano fatto nulla, e anche la sua risposta mi ha confermato quanto già pensavo, ovvero che è abbastanza inutile proseguire su questa strada.
Ora, a 3 mesi dalla precedente, proverò ad effettuare una nuova ecografia scrotale presso altra struttura, chiedendo anche una nuova visita urologica di controllo con altri specialisti.
Terrò aggiornato il consulto con i pareri che mi verranno forniti dal vivo.
La ringrazio ancora per il tempo dedicatomi.
Cordiali saluti.
Sono consapevole che da questa sede i consulti possono essere molto generici, mancando tutta la parte della visita fatta di persona.
Con riferimento a quanto da lei accennato in merito a recidive, devo precisare che il mio idrocele si è formato qualche anno fa in seguito ad un'epididimite, quindi non è congenito dalla nascita.
Dopo l'intervento ho seguito alla lettera le indicazioni dello specialista fornite durante la visita di controllo, indossando sempre slip né troppo stretti né troppo comodi e riprendendo la vita normale, compresa l'attività sessuale, una volta che la ferita della cicatrice si era ben rimarginata e i punti iniziavano a cadere.
Ora mi viene il dubbio che forse questa ripresa sia stata troppo precoce...
L'urologo dell'ecografia caldeggiava la messa in nota per un nuovo intervento di rimozione dell'idrocele, che considerati i tempi di attesa di almeno 1 anno, avrebbe lasciato lo spazio per verificare se la situazione migliorava o peggiorava.
Il medico dell'equipe che mi ha operato invece non ha voluto saperne di mettermi in lista per un nuovo intervento, per quanto già riferito in precedenza.
Sinceramente, rispetto alle prime settimane post intervento, ad un esame visivo mi sembra che lo scroto lato destro sia aumentato di dimensioni e temo che continui ad aumentare.
Sulla questione integratori (Zachilase) per il riassorbimento del nuovo idrocele sono molto scettico, vedendo che anche i precedenti (Lenidase) non avevano fatto nulla, e anche la sua risposta mi ha confermato quanto già pensavo, ovvero che è abbastanza inutile proseguire su questa strada.
Ora, a 3 mesi dalla precedente, proverò ad effettuare una nuova ecografia scrotale presso altra struttura, chiedendo anche una nuova visita urologica di controllo con altri specialisti.
Terrò aggiornato il consulto con i pareri che mi verranno forniti dal vivo.
La ringrazio ancora per il tempo dedicatomi.
Cordiali saluti.
[#3]
Ribadiamo che l'idrocele (od una sua eventuale recidiva) si opera solo quando diventa in qualche modo fastidioso. Pertanto deve essere in primo luogo lei a valutare.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 03/06/2023.
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