Cortisone e spermiocoltura e prostatite
Buongiorno,
1) Vorrei chiedere se fare la spermiocoltura durante cura cortisonica possa inficiarne i risultati.
2) Inoltre mi è capitato essere visitato da un urologo contrario alla cura cortisonica perchè sosteneva che difficilmente riesce a raggiungere l’apparato uro-genitale e che potrebbe alterarne la flora batterica facendo comparire altri batteri.
E che in vari convegni ha sempre sottolineato questa cosa che è sintomatica in molti urologi nella prescrizione.
Voi in base alla vostra preparazione cosa ne pensate al riguardo?
Ultima domanda 3)
Ero risultato positivo all’enterococcus feacalis 100.000 cfu e all’ureaplasma urealyticum (quest’ultimo senza antibiogramma) eseguiti in ospedale.
Tramite spermiocoltura e ricerca STI tramite tampone uretrale.
Ho preso 8gg di Ciproxin e a fine cura quell’urologo mi ha detto di rifare gli esami il giorno della fine cura (per vedere se la colonia batterica era ancora presente e in che quantità) e se negativo (così com’è stato) rifarla dopo 5 gg.
Quest’ultima è risultata anche negativa.
A quanto pare ha fatto questo con particolare attenzione alla contacolonie.
Comunque lui mi ha detto che ormai le tecnologie di oggi con ricerca molecolare non hanno problemi a rilevare i batteri ecc anche se a ridosso dall’ l’antibiotico.
Comunque non capisco il perché allora i laboratori dicano che devono passare almeno 15 gg dalla fine dell’antibiotico.
Io continuo ad avere fastidì, ma sostiene che io sia negativo sulla base di queste due ultime analisi e che io debba debellare l’infiammazione e basta.
Mi ha prescritto il Naprosyn per una settimana, l’ho finito oggi ma ancora i fastidì al perineo quando sto seduto lì ho e anche leggermente all’epididimo.
Com’è possibile che allora se è vero quello che sostiene che io sia negativo ancora ho questi fastidi?
Supponendo che io abbia debellato l’enterococcus feacalis con il ciproxin come da antibiogramma, come se n’è andato l’ureaplasma?
Penso che sia un falso negativo e che i sintomi siano quello causati dall’Ureaplasma che mi crea anche l’epididimite.
Per favore rispondete a tutte le mie domande e date luce a questo mio problema, se magari riuscite a riformularmi un percorso da seguire
Ho soli 24 anni e vorrei che gli urologi prendano già seriamente questa cosa senza creare troppe procrastinazioni che poi portano a rendere cronico e quasi incurabile tutto ciò.
1) Vorrei chiedere se fare la spermiocoltura durante cura cortisonica possa inficiarne i risultati.
2) Inoltre mi è capitato essere visitato da un urologo contrario alla cura cortisonica perchè sosteneva che difficilmente riesce a raggiungere l’apparato uro-genitale e che potrebbe alterarne la flora batterica facendo comparire altri batteri.
E che in vari convegni ha sempre sottolineato questa cosa che è sintomatica in molti urologi nella prescrizione.
Voi in base alla vostra preparazione cosa ne pensate al riguardo?
Ultima domanda 3)
Ero risultato positivo all’enterococcus feacalis 100.000 cfu e all’ureaplasma urealyticum (quest’ultimo senza antibiogramma) eseguiti in ospedale.
Tramite spermiocoltura e ricerca STI tramite tampone uretrale.
Ho preso 8gg di Ciproxin e a fine cura quell’urologo mi ha detto di rifare gli esami il giorno della fine cura (per vedere se la colonia batterica era ancora presente e in che quantità) e se negativo (così com’è stato) rifarla dopo 5 gg.
Quest’ultima è risultata anche negativa.
A quanto pare ha fatto questo con particolare attenzione alla contacolonie.
Comunque lui mi ha detto che ormai le tecnologie di oggi con ricerca molecolare non hanno problemi a rilevare i batteri ecc anche se a ridosso dall’ l’antibiotico.
Comunque non capisco il perché allora i laboratori dicano che devono passare almeno 15 gg dalla fine dell’antibiotico.
Io continuo ad avere fastidì, ma sostiene che io sia negativo sulla base di queste due ultime analisi e che io debba debellare l’infiammazione e basta.
Mi ha prescritto il Naprosyn per una settimana, l’ho finito oggi ma ancora i fastidì al perineo quando sto seduto lì ho e anche leggermente all’epididimo.
Com’è possibile che allora se è vero quello che sostiene che io sia negativo ancora ho questi fastidi?
Supponendo che io abbia debellato l’enterococcus feacalis con il ciproxin come da antibiogramma, come se n’è andato l’ureaplasma?
Penso che sia un falso negativo e che i sintomi siano quello causati dall’Ureaplasma che mi crea anche l’epididimite.
Per favore rispondete a tutte le mie domande e date luce a questo mio problema, se magari riuscite a riformularmi un percorso da seguire
Ho soli 24 anni e vorrei che gli urologi prendano già seriamente questa cosa senza creare troppe procrastinazioni che poi portano a rendere cronico e quasi incurabile tutto ciò.
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1) La spermiocoltura è un esame abbastanza sensibile, ma assai poco specifico, le false positività sono molto frequenti ed i risultati devono sempre essere valutati attentamente dallo specialista alla luce di eventuali segni e sintomi, Altrimenti si rischia più che altro di instaurare terapie antibiotiche inutili, se non controproducenti. Al di là di questo, non peniamo che laterapia cortisonica possa interferire con i risultati della coltura.
2) Se la terapia cortisonica si fosse dimostrata efficace per la prostatite, certamente questa noiosa condizione sarebbe risolta e non continuerebbe ad essere un cruccio per chi ne è affetto e per l'urologo che cerca di curarlo.
3) L'enterococco è da considerare un contaminante, chil liquido seminale carca al passaggio sulla pelle dell'area genital e l'ultimo tratto dell'uretra. In genere questa positività non necessita di terapia antibiotica.
La "ricerca molecolare" non è la coltura, sono due metodiche compleamente dfferenti.
La gran parte delle prostatiti non è, oppure non è più, sorretta da una infezione. Questo ne rende così ardua la terapia. Ricordiamo sempre che queste situazioni, più che a farmaci ed integratori rispondono maggormente alle attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere indirizzato ad una generale e ragionevole regolarità.
2) Se la terapia cortisonica si fosse dimostrata efficace per la prostatite, certamente questa noiosa condizione sarebbe risolta e non continuerebbe ad essere un cruccio per chi ne è affetto e per l'urologo che cerca di curarlo.
3) L'enterococco è da considerare un contaminante, chil liquido seminale carca al passaggio sulla pelle dell'area genital e l'ultimo tratto dell'uretra. In genere questa positività non necessita di terapia antibiotica.
La "ricerca molecolare" non è la coltura, sono due metodiche compleamente dfferenti.
La gran parte delle prostatiti non è, oppure non è più, sorretta da una infezione. Questo ne rende così ardua la terapia. Ricordiamo sempre che queste situazioni, più che a farmaci ed integratori rispondono maggormente alle attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere indirizzato ad una generale e ragionevole regolarità.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.3k visite dal 11/05/2023.
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