Eritroplasia di queyrat
Spettabile Dottore,
ho cinquantotto anni (li compirò tr circa un mese).
Circa 3 anni e mezzo fa, dopo un intervento di circoncisione per risolvere un restringimento del prepuzio che strozzava il pene in erezione, mi è stata diagnosticata da un illustre dermatologo da cui ero in cura per gravi problemi di psoriasi, un'Eritroplasia di Queyrat, che è stata curata in un primo tempo con delle pomate da applicare localmente sul glande. Successivamente, in seguito ad una biopsia e ad un intervento mediante laser che avrebbe dovuto rimuovere il tessuto malato, ma che non ha avuto l'esito desiderato, sono stato sottoposto ad alcune sedute di fototerapia, che mi hanno creato una completa aderenza balano-prepuziale, essendo la corona glandis interamente soffocata dal prepuzio che aderisce sul glande coprendolo quasi del tutto. Inviato dallo stesso dermatologo, che mi aveva e tuttora mi ha in cura, presso un illustre chirurgo urologo, anch'esso di sicura professionalità e affidabilità, che avrebbe dovuto risolvere tale aderenza ed eliminare col bisturi "a freddo" l'eritroplasia, mi sono visto rifiutare l'intervento perché, a dire del chirurgo, non era possibile risolvere chirurgicamente l'aderenza, perché ci sarebbe stato il rischio che non avrei potuto avere guarigione dalle conseguenze di un distacco fatto col bisturi. Avrei dovuto io stesso distaccare i tessuti collabiti, ovvero lacerarmi meccanicamente prima che l'intervento fosse possibile.
Tale prospettiva mi ha impedito di fare qualsiasi progresso (il consulto con l'urologo risale a circa un anno fa), e la mia situazione peggiora ogni giorno di più. Temo, inoltre, una degenerazione carcinomatosa della malattia. L'alternativa, ha dire del mio medico di famiglia, sarebbe l'escissione completa del glande e forse dell'asta.
Ho capito male quello che il chirurgo mi ha chiesto di fare? Se ho inteso bene ciò che mi ha prescritto, come posso realizzarlo visto che l'intenso dolore che una tale manovra mi provocherebbe mi impedisce apparentemente di praticarla personalmente? C'è qualcuno che può farlo per me? A quale specialista posso rivolgermi per essere messo in condizioni di poter essere operato?
E' vero quanto dettomi dal mio medico di famiglia che l'unica soluzione sarebbe l'eliminazione radicale del glande e della stessa asta? E ciò provocherebbe ancora alla mia età evidenti danni ormonali?
Non è all'aspetto sessuale che penso, perché ogni possibilità di un rapporto è stata stroncata dal giorno dell'intervento di fimosi, dal quale non mi sono mai ripreso e che è anteriore alla diagnosi dell'Eritroplasia di Queyrat.
Nutro poche speranze. Soffro molto per il dolore costante, e l'irritazione da sfregamento, particolarmente quando, come avviene di notte, si manifesta una certa turgidità del pene ed un'ulteriore trazione sul bordo di aderenza, he espone lo stesso glande allo sfregamento ed al sanguinamento.
Grazie
ho cinquantotto anni (li compirò tr circa un mese).
Circa 3 anni e mezzo fa, dopo un intervento di circoncisione per risolvere un restringimento del prepuzio che strozzava il pene in erezione, mi è stata diagnosticata da un illustre dermatologo da cui ero in cura per gravi problemi di psoriasi, un'Eritroplasia di Queyrat, che è stata curata in un primo tempo con delle pomate da applicare localmente sul glande. Successivamente, in seguito ad una biopsia e ad un intervento mediante laser che avrebbe dovuto rimuovere il tessuto malato, ma che non ha avuto l'esito desiderato, sono stato sottoposto ad alcune sedute di fototerapia, che mi hanno creato una completa aderenza balano-prepuziale, essendo la corona glandis interamente soffocata dal prepuzio che aderisce sul glande coprendolo quasi del tutto. Inviato dallo stesso dermatologo, che mi aveva e tuttora mi ha in cura, presso un illustre chirurgo urologo, anch'esso di sicura professionalità e affidabilità, che avrebbe dovuto risolvere tale aderenza ed eliminare col bisturi "a freddo" l'eritroplasia, mi sono visto rifiutare l'intervento perché, a dire del chirurgo, non era possibile risolvere chirurgicamente l'aderenza, perché ci sarebbe stato il rischio che non avrei potuto avere guarigione dalle conseguenze di un distacco fatto col bisturi. Avrei dovuto io stesso distaccare i tessuti collabiti, ovvero lacerarmi meccanicamente prima che l'intervento fosse possibile.
Tale prospettiva mi ha impedito di fare qualsiasi progresso (il consulto con l'urologo risale a circa un anno fa), e la mia situazione peggiora ogni giorno di più. Temo, inoltre, una degenerazione carcinomatosa della malattia. L'alternativa, ha dire del mio medico di famiglia, sarebbe l'escissione completa del glande e forse dell'asta.
Ho capito male quello che il chirurgo mi ha chiesto di fare? Se ho inteso bene ciò che mi ha prescritto, come posso realizzarlo visto che l'intenso dolore che una tale manovra mi provocherebbe mi impedisce apparentemente di praticarla personalmente? C'è qualcuno che può farlo per me? A quale specialista posso rivolgermi per essere messo in condizioni di poter essere operato?
E' vero quanto dettomi dal mio medico di famiglia che l'unica soluzione sarebbe l'eliminazione radicale del glande e della stessa asta? E ciò provocherebbe ancora alla mia età evidenti danni ormonali?
Non è all'aspetto sessuale che penso, perché ogni possibilità di un rapporto è stata stroncata dal giorno dell'intervento di fimosi, dal quale non mi sono mai ripreso e che è anteriore alla diagnosi dell'Eritroplasia di Queyrat.
Nutro poche speranze. Soffro molto per il dolore costante, e l'irritazione da sfregamento, particolarmente quando, come avviene di notte, si manifesta una certa turgidità del pene ed un'ulteriore trazione sul bordo di aderenza, he espone lo stesso glande allo sfregamento ed al sanguinamento.
Grazie
[#1]
Gentile signore. non evendo una visione diretta della situazione non posso esprimere un giudizio , ma credo che la lisi delle aderenze possa essere esegita dall'urologo in anestesia locale evitando il dolore.
Le consiglio di chiedere una segonda opinione presso un altro urologo.
Distinti saluti
Le consiglio di chiedere una segonda opinione presso un altro urologo.
Distinti saluti
Dott. Mario De Siati Urologo-Andrologo esercita a Foggia,Taranto,Altamura (Bari),Brindisi
[#2]
Ex utente
Sono convinto che la risposta datami sia esatta, e mi sono sempre chiesto, dal rifiuto del chirurgo, se le ragioni di tale rifiuto fossero esatte.
Il timore di ricevere davvero un danno irreversibile persiste in me - da profano -, e mi chiedo se la motivazione per rifiutare l'intervento non sia stata un po' frettolosa. Tuttavia, visto che adesso mi si prospetta, per evitare di subire i anni di un carcinoma, l'eradicazione del pene, sarei forse disposto ad affrontare anche un danno limitato pur di garantire la mia integrità fisica.
Se tali danni si dovessero rivelare presenti dopo l'intervento, potrei dover trascorrere il resto della mia vita a curare cicatrici inguaribili al glande?
Una risposta in tal senso mi sarebbe utile, e se stornasse ulteriormente i miei timori, mi incoraggerebbe a rivolgermi ad un urologo per risolvere l'aderenza con un intervento (sia pure pensando di dover affrontare l'anestesia, la parte più dolorosa, che ho subito 3 volte, in occasione della ciconcisione, della biopsia, e dell'intervento col laser, e in quest'ultima occasione l'anestesia non ha funzionato, e l'intervento è stato dolorosissimo, quasi una continuazione dell'intenso dolore delle punture sul glande che non lasciano indifferenti).
Grazie dell'attenzione a questo mio problema, che è diventato il fil rouge della mia vita.
Il timore di ricevere davvero un danno irreversibile persiste in me - da profano -, e mi chiedo se la motivazione per rifiutare l'intervento non sia stata un po' frettolosa. Tuttavia, visto che adesso mi si prospetta, per evitare di subire i anni di un carcinoma, l'eradicazione del pene, sarei forse disposto ad affrontare anche un danno limitato pur di garantire la mia integrità fisica.
Se tali danni si dovessero rivelare presenti dopo l'intervento, potrei dover trascorrere il resto della mia vita a curare cicatrici inguaribili al glande?
Una risposta in tal senso mi sarebbe utile, e se stornasse ulteriormente i miei timori, mi incoraggerebbe a rivolgermi ad un urologo per risolvere l'aderenza con un intervento (sia pure pensando di dover affrontare l'anestesia, la parte più dolorosa, che ho subito 3 volte, in occasione della ciconcisione, della biopsia, e dell'intervento col laser, e in quest'ultima occasione l'anestesia non ha funzionato, e l'intervento è stato dolorosissimo, quasi una continuazione dell'intenso dolore delle punture sul glande che non lasciano indifferenti).
Grazie dell'attenzione a questo mio problema, che è diventato il fil rouge della mia vita.
[#3]
Le ripeto che non posso esprimere dei giudizio particolareggiato visto che non ho eseguito una visita diretta, ma le posso assicurare che una anestesia trunculare del pene , (iniezioni di anestetico alla base del pene) è rapida ed indolore. VISTO CHE IL PROBLEMA E' MOLTO DELICATO SENTA UNA SECONDA CAMPANA.
DISTINTI SALUTI
DISTINTI SALUTI
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 10.5k visite dal 01/08/2009.
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