Cistocele, rettocele e riabilitazione del pavimento pelvico
Sono una donna di 37 anni, normopeso, sportiva.
Nel 2006 ho partorito naturalmente un feto di 3,4 kg con periodo espulsivo impegnativo; mi è stata praticata un’episiotomia mediana ed episiorrafia.
Dopo il parto ho iniziato ad avere incontinenza urinaria grave. Ho effettuato 2 prove urodinamiche che non hanno evidenziato anomalie alla vescica. Dopo l’allattamento sono un po’ migliorata, mi è stato diagnosticato un cistocele di 1 grado e sono stata indirizzata verso un programma riabilitativo del pavimento pelvico.
Dopo 20 sedute di elettrostimolazione per via vaginale e biofeedback e costanti esercizi ho riscontrato un discreto miglioramento. L’incontinenza, gocce nella vita quotidiana, è però grave se salto o corro (mi è necessario un pannolino ultra per incontinenza).
Nell’arco di 4 mesi però la tonicità dei muscoli perineali si è indebolita.
Dal parto ho inoltre iniziato a soffrire di stipsi: non avverto assolutamente lo stimolo all’evacuazione, che controllo solo assumendo lattulosio e con microclismi. La sensazione è quella di un’evacuazione incompleta, se non aiutata da manovre manuali per via anale.
Mi sono rivolta ad un nuovo ginecologo, che oltre al cistocele mi ha diagnosticato un rettocele di primo grado e mi ha prescritto una defecografia di cui copio il referto:
La paziente avverte un primo stimolo alla evacuazione per un riempimento di 70 cc dell’ampolla rettale e non avverte ulteriori stimoli per maggiori riempimenti (180cc). regolari la morfologia dell’ampolla rettale e la discesa del piano perineale nel passaggio dal clino all’ortostatismo. L’evacuazione avviene in 2-3 tentativi e risulta quasi completa: durante questa fase si osservano lieve abbassamento del piano perineale e lieve invaginazione retto rettale.
Con questo esito, il ginecologo mi ha indirizzato ancora verso la riabilitazione sconsigliandomi la via chirurgica, data la mia età.
Ho eseguito già 10 sedute di elettrostimolazione per via vaginale e per via rettale.
Avverto un miglioramento anche se il muscolo ancora fatica a tenere la contrazione.
A settembre farò altre sedute e valuterò nuovamente con il ginecologo i risultati.
Sollecitata a un nuovo consulto, ho visto un altro ginecologo che mi ha invece consigliato un intervento chirurgico immediato di uretrocistopessi secondo burch e colpoperineoplastica, senza alcuna fiducia nell’approccio fisioterapico.
Le mie domande e la mia confusione:
Quali le controindicazioni dell’intervento? Il risultato è sicuramente positivo? esiste l’eventualità di un risultato limitato o recidivo nel tempo? nel caso di cambiamenti importanti, quali quelli in menopausa, si può subire un nuovo intervento? con quali complicazioni? Se il tono muscolare è così compromesso, come può avere successo la terapia chirurgica? sarà comunque necessaria della riabilitazione? L’intervento indicatomi è a vostro giudizio quello corretto e migliore? quale il centro in nord Italia più specializzato a cui rivolgermi? vi ringrazio infinitamente
Nel 2006 ho partorito naturalmente un feto di 3,4 kg con periodo espulsivo impegnativo; mi è stata praticata un’episiotomia mediana ed episiorrafia.
Dopo il parto ho iniziato ad avere incontinenza urinaria grave. Ho effettuato 2 prove urodinamiche che non hanno evidenziato anomalie alla vescica. Dopo l’allattamento sono un po’ migliorata, mi è stato diagnosticato un cistocele di 1 grado e sono stata indirizzata verso un programma riabilitativo del pavimento pelvico.
Dopo 20 sedute di elettrostimolazione per via vaginale e biofeedback e costanti esercizi ho riscontrato un discreto miglioramento. L’incontinenza, gocce nella vita quotidiana, è però grave se salto o corro (mi è necessario un pannolino ultra per incontinenza).
Nell’arco di 4 mesi però la tonicità dei muscoli perineali si è indebolita.
Dal parto ho inoltre iniziato a soffrire di stipsi: non avverto assolutamente lo stimolo all’evacuazione, che controllo solo assumendo lattulosio e con microclismi. La sensazione è quella di un’evacuazione incompleta, se non aiutata da manovre manuali per via anale.
Mi sono rivolta ad un nuovo ginecologo, che oltre al cistocele mi ha diagnosticato un rettocele di primo grado e mi ha prescritto una defecografia di cui copio il referto:
La paziente avverte un primo stimolo alla evacuazione per un riempimento di 70 cc dell’ampolla rettale e non avverte ulteriori stimoli per maggiori riempimenti (180cc). regolari la morfologia dell’ampolla rettale e la discesa del piano perineale nel passaggio dal clino all’ortostatismo. L’evacuazione avviene in 2-3 tentativi e risulta quasi completa: durante questa fase si osservano lieve abbassamento del piano perineale e lieve invaginazione retto rettale.
Con questo esito, il ginecologo mi ha indirizzato ancora verso la riabilitazione sconsigliandomi la via chirurgica, data la mia età.
Ho eseguito già 10 sedute di elettrostimolazione per via vaginale e per via rettale.
Avverto un miglioramento anche se il muscolo ancora fatica a tenere la contrazione.
A settembre farò altre sedute e valuterò nuovamente con il ginecologo i risultati.
Sollecitata a un nuovo consulto, ho visto un altro ginecologo che mi ha invece consigliato un intervento chirurgico immediato di uretrocistopessi secondo burch e colpoperineoplastica, senza alcuna fiducia nell’approccio fisioterapico.
Le mie domande e la mia confusione:
Quali le controindicazioni dell’intervento? Il risultato è sicuramente positivo? esiste l’eventualità di un risultato limitato o recidivo nel tempo? nel caso di cambiamenti importanti, quali quelli in menopausa, si può subire un nuovo intervento? con quali complicazioni? Se il tono muscolare è così compromesso, come può avere successo la terapia chirurgica? sarà comunque necessaria della riabilitazione? L’intervento indicatomi è a vostro giudizio quello corretto e migliore? quale il centro in nord Italia più specializzato a cui rivolgermi? vi ringrazio infinitamente
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 17.1k visite dal 30/07/2009.
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