Prostatite cronica
Gentili Dottori, scrivo perchè ormai da 15 anni mi trovo a combattere con la prostatite senza riuscire a risolvere il problema.
Premetto che molto probailmente i problemi sono iniziati a seguito di un rapporto anale (io attivo) poichè subito dopo ho sentito il bisogno di urinare con maggiore frequenza.
Il problema sembrava guarito dopo una cura con ciproxin ma a distanza di tempo si è ripresentato.
Il principale sintomo è l'esigenza di urinare più frequentemente (circa ogni un'ora e mezza/ due), e in minor misura avverto dolore pelvico contenuto.
Inoltre nei periodi in cui i disturbi si accentuano noto una più breve durata dei rapporti poichè sento un pizzichio all'uretra che mi spinge a eiaculare.
I sintomi si accentuano a seguito della eiaculazione e tendono ad alleggerirsi dopo circa 3/4 giorni di astinenza salvo poi ripresentarsi con la successiva eiaculazione.
Se rinunciassi al sesso probabilmente non avrei problemi ma alla mia età non mi pare che sia una strada praticabile.
Nel tempo sono stato seguito da quattro urologi che mi hanno consigiato di adottare uno stile di vita sano e rassegnarmi alla convivena con questo problema.
Non ho avuto giovamento da integratori a base di seronoa repens nè dall'uso delle supposte topster.
Ormai i periodi in cui il problema è presente superano di gran lunga quelli di quiete.
Ormai è da più di un anno che non trovo pace a seguito di un periodo di quiete di qualche mese.
Ultimamente, considerata l'insostenibilità della situazione, sono stato da un altro urologo che mi ha fatto eseguire una serie di esami tra cui esame delle urine, spermiocultura e praticato il massaggio prostatico.
Il tampone eseguito a seguito del massaggio ha rilevato stafilococco haemolyticus e pertanto mi è stato prescritto bactrin forte per 16 gg.
PSA: 0, 93
La cosa strana è che il dottore mi ha chiesto di eseguire il massaggio prostatico senza preventiva igiene intima.
Il medico di famiglia si è detto un pò scettico in merito alla terapia antibiotica poichè lo stafilococco risiederebbe normalmente nell'ultima parte dell'uretra soprattuto in assenza di una preventiva igiene intima.
Sono al nono giorno di cura e non noto alcun beneficio.
A questo punto vi chiedo:
1) è corretto eseguire il test di Stamey senza preventiva igiene intima?
2) è possibile che nel 2023 ci si debba arrendere di fronte all'infiammazione di una ghiandola?
Vi ringrazio anticipatamente per le risposte
Premetto che molto probailmente i problemi sono iniziati a seguito di un rapporto anale (io attivo) poichè subito dopo ho sentito il bisogno di urinare con maggiore frequenza.
Il problema sembrava guarito dopo una cura con ciproxin ma a distanza di tempo si è ripresentato.
Il principale sintomo è l'esigenza di urinare più frequentemente (circa ogni un'ora e mezza/ due), e in minor misura avverto dolore pelvico contenuto.
Inoltre nei periodi in cui i disturbi si accentuano noto una più breve durata dei rapporti poichè sento un pizzichio all'uretra che mi spinge a eiaculare.
I sintomi si accentuano a seguito della eiaculazione e tendono ad alleggerirsi dopo circa 3/4 giorni di astinenza salvo poi ripresentarsi con la successiva eiaculazione.
Se rinunciassi al sesso probabilmente non avrei problemi ma alla mia età non mi pare che sia una strada praticabile.
Nel tempo sono stato seguito da quattro urologi che mi hanno consigiato di adottare uno stile di vita sano e rassegnarmi alla convivena con questo problema.
Non ho avuto giovamento da integratori a base di seronoa repens nè dall'uso delle supposte topster.
Ormai i periodi in cui il problema è presente superano di gran lunga quelli di quiete.
Ormai è da più di un anno che non trovo pace a seguito di un periodo di quiete di qualche mese.
Ultimamente, considerata l'insostenibilità della situazione, sono stato da un altro urologo che mi ha fatto eseguire una serie di esami tra cui esame delle urine, spermiocultura e praticato il massaggio prostatico.
Il tampone eseguito a seguito del massaggio ha rilevato stafilococco haemolyticus e pertanto mi è stato prescritto bactrin forte per 16 gg.
PSA: 0, 93
La cosa strana è che il dottore mi ha chiesto di eseguire il massaggio prostatico senza preventiva igiene intima.
Il medico di famiglia si è detto un pò scettico in merito alla terapia antibiotica poichè lo stafilococco risiederebbe normalmente nell'ultima parte dell'uretra soprattuto in assenza di una preventiva igiene intima.
Sono al nono giorno di cura e non noto alcun beneficio.
A questo punto vi chiedo:
1) è corretto eseguire il test di Stamey senza preventiva igiene intima?
2) è possibile che nel 2023 ci si debba arrendere di fronte all'infiammazione di una ghiandola?
Vi ringrazio anticipatamente per le risposte
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Senza dubbio concordiamo con il suo medico sullo scetticismo per l'esito colturale, si tratta evidentemente di contaminazione da parte di comunissimi batteri gram-positivi che colonizzano la pelle e le mucose dell'area ano-genitale. In effetti l'igiene locale influisce solo in parte e questo è il motivo per il quale oggigiorno tutti questi esami (spermiocoltura, test di Stamey-Meares, tampone uretrale) hanno perso pareccho fascino ed i loro risultati debbono essere interpretati con molta saggezza. Non cistupisce pertanto che la terapia antibiotica non le stia arrecando vantaggio. Parimenti non ci stupisce che altre terapie siano state deludenti. L'estratto di serenoa repens hha una ipoetica efficacia nei sintomi urinari legati all'ingrossamento prostatico benigno dell'età matura, non è questo il suo caso. Le supposte cortisoniche hanno indicazione principale nelle infiammazioni del retto, il lro utilizzo in urologia è molto comune non tanto per la loro efficacia (modesta) ma perché di atto non esistono farmaci più specifici per contrastare le irritazioni della prostata a causa non infettiva.
- - - è possibile che nel 2023 ci si debba arrendere di fronte all'infiammazione di una ghiandola? ---
Questa è una domanda legittima che nessun urologo vorrebbe sentirsi porre. Leggiamo che lei nel lungo periodo ha certamente adottato tutti i provvedimenti che noi abitualmente consigliamo in questa sede. In queste situazioni inveterate, quando sia ormai chiaro che non vi siano altre cause in gioco, masi tratti di sindrome dolorosa cronica del pavimento pelvico, talora noi passiamo il caso all'attenzione ai nostri Colleghi specialisti in medicina antalgica. Talora gli antidepressivi a basso dosaggio possono fare la differenza, ma vanno utilizzati sotto stretto controllo.
- - - è possibile che nel 2023 ci si debba arrendere di fronte all'infiammazione di una ghiandola? ---
Questa è una domanda legittima che nessun urologo vorrebbe sentirsi porre. Leggiamo che lei nel lungo periodo ha certamente adottato tutti i provvedimenti che noi abitualmente consigliamo in questa sede. In queste situazioni inveterate, quando sia ormai chiaro che non vi siano altre cause in gioco, masi tratti di sindrome dolorosa cronica del pavimento pelvico, talora noi passiamo il caso all'attenzione ai nostri Colleghi specialisti in medicina antalgica. Talora gli antidepressivi a basso dosaggio possono fare la differenza, ma vanno utilizzati sotto stretto controllo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Egregio dott., la ringrazio tanto per l'attenzione concessa.
In realtà in passato un urologo mi ha soltanto accennato il possibile utilizzo degli antidepressivi ma poi non li ho mai assunti dato che il dolore pelvico è il sintomo che mi reca meno disturbo.
Il mio problema è legato all'esigenza continua di urinare. Anche per tale problema potrebbero dare giovamento gli antidepressivi?
Inoltre ad oggi nessuno degli urologi mi ha ritenuto necessario eseguire uno spermiogramma poiché a loro giudizio la prostatite non inciderebbe sulla qualità del liquido seminale che a dire il vero all' aspetto si presenta normale con buona "pressione" ma immagino che le mie siano valutazioni di scarso rilievo.
L'ultimo urologo mi ha consigliato di fare tale esame solo nel caso in cui non riuscissi a trovare una eventuale gravidanza dopo 12 mesi di tentativi.
In realtà in passato un urologo mi ha soltanto accennato il possibile utilizzo degli antidepressivi ma poi non li ho mai assunti dato che il dolore pelvico è il sintomo che mi reca meno disturbo.
Il mio problema è legato all'esigenza continua di urinare. Anche per tale problema potrebbero dare giovamento gli antidepressivi?
Inoltre ad oggi nessuno degli urologi mi ha ritenuto necessario eseguire uno spermiogramma poiché a loro giudizio la prostatite non inciderebbe sulla qualità del liquido seminale che a dire il vero all' aspetto si presenta normale con buona "pressione" ma immagino che le mie siano valutazioni di scarso rilievo.
L'ultimo urologo mi ha consigliato di fare tale esame solo nel caso in cui non riuscissi a trovare una eventuale gravidanza dopo 12 mesi di tentativi.
[#4]
L’antidepressivo abbassa genericamente il livello si sensibilità, pertanto in via teorica potrebbe anche agire sulla percezione dello stimolo ad urinare. Crediamo che a fronte dei molti accertamenti che lei ha già eseguito, invece che coltivare dei dubbi, l’esecuzione di uno spermiogramma costituisca ben poco impegno. Gli integratori più di moda oggi parrebbero essere quelli a base di palmitil-etanol-amide (PEA), certamente male non fanno.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.2k visite dal 11/04/2023.
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