Rialzo sempre più veloce dopo prostatectomia radicale
Questo l'andamento del PSA fino ad oggi:
22-03-19: <0. 006;
15-06-19: <0. 006;
09-09-19: <0. 006;
10-12-19: <0. 006;
12-06-20: <0. 006;
07-10-20: 0. 010;
17-12-20: 0. 010;
22-04-21: 0. 020;
27-09-21: 0. 030;
17-02-22: 0. 040;
14-06-22: 0. 060;
14-10-22: 0. 073;
14-02-23: 0. 099.
Ciò che mi preoccupa è che il rialzo, per quanto non ancora al cutoff di 0. 20, è sempre più veloce (il tempo di raddoppio di fatto è ormai attorno ai sei mesi) ed ormai sono sette misurazioni successive in cui non fa che aumentare.
Ora: a parte la ripresa biochimica, ci può essere un qualsiasi altro motivo per questo andamento (che so: una infezione cornica, ovvero non curata, alle vie urinarie, etc. od altro)?
Può essere esclusa di fatto una ripresa non locale o la presenza di metastasi?
Ogni ulteriore cura prevede una nuova stadiazione? Nel caso, come si può farla? E, sempre nel caso, con tali valori di PSA, sarebbe significativa?
Cosa è meglio fare ora come ora?
Confesso che sono preoccupato...
Grazie mille.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
Innanzitutto una precisazione sulla risposta del Dott Piana : la frase "posto che ci si trovi in una situazione lontanissima dall'essere pericolosa", mi perdoni, significa che siamo lontani da una situazione pericolosa o che occorre verificare se siamo o meno lontani da una situazione pericolosa?
Detto ciò la possibilità di effettuare una radioterapia adiuvante all'epoca dell'interveno non mi fu prospettata forse perchè a quell'epoca ebbi delle complicanze che fecero sì che la mia degenza in ospedale durò quasi 50 giorni. Di fatto si formò una non lieve deiscenzxa a carico della anastomosi (ore 6 - ore 4) che mi obbligò a tenere in catetere in sede per quasi tutta la durata della degenza, nonchè due MJ bilaterali per tenere la vescica il più asciutta possibile.
Tutto ciò pose un certo pericolo al recupero in particolare della continenza (che invece, ad oggi, ho recuperato pressochè perfettamente) e magari suggerì, visto il PSA allora indosabile, a non irradiare la zona.
Ora vedo che mi parlate di una radioterapia di salvataggio, ma secondo voi i valori e l'andamento del PSA suggeriscono di "metterla subito in cantiere"? Ma non occorrerebbe, prima di effettuare una qualsivoglia terapia, di effettuare una ri-stadiazione del tumore? Ad esempio è certo che, nel caso, si tratti "solo" di una ripresa biochimica locale?
In ogni caso una terapia di salvataggio fatta ora che prospettive avrebbe?
Occorrerebbe prendere in considerazione anche una terapia di deprivazione androgena? Varrebbe la pena di verificare il livello di testosterone attuale (sono paziente monorchide)?
Ed infine : una terapia RT potrebbe mettere a rischio il mio stato di continenza (questo mi "dispiacerebbe" abbastanza......)?
Scusate le molte domande e sempre grazie mille per il vostro aiuto.
Ancora grazie mille.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Sottolineo che i valori attuali sono da attenzionare e solo alla comparsa del valore intero dopo la virgola (es.0.10 ng/mL ) o valori maggiori che si portano verso lo 0.20 ng/mL si può concretamente prospettare un trattamento di eventuale salvataggio locale.
Esami quali la PET con PSMA però sono consigliati a valori già più alti di questo limite.
Le consiglio una attenta ma al momento non ansiogena monitorizzazione del marcatore PSA.
Saluti
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
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