Ureaplasma urealyticum efficacia tampone uretrale su persone asintomatiche

Salve è da due anni che ho avuto rapporti solo con un ragazzo, e anche lui non ha avuto altre partner in tutto questo tempo, prendo la pillola, quindi abbiamo sempre avuto rapporti non protetti.

I primi di settembre ho avuto per la prima e ultima volta rapporti non protetti con un altro ragazzo, dopo 2 settimane ho avuto forti infezioni e i primi di ottobre ho scoperto di essere positiva alla clamidia e all'ureaplasma urealyticum.

Prima della scoperta del risultato del tapone ho avuto altri 5/7 rapporti non protetti con il ragazzo che frequento da due anni, dopo il il risultato abbiamo avuto qualche rapporto di rado protetto e facendo molta attenzione a non toccarci, disinfettando le mani ecc.

Lui non ha effettuato il tampone, ma ha eseguito la mia stessa cura zimox tre volte al giorno per 7 giorni.

A metà novembre facendo il tampone di controllo sono risultata negativa alla clamidia, positiva all'ureaplasma e mi hanno trovato anche la gonorrea (al primo tampone era risultata negativa).

Invece Il mio parter è risultato negativo al tampone uretrale della clamidia (non ha effettuato il tampone per l'ureaplasma per errore).

Essendo quasi asintomatico dalla fine di zimox, non ha voluto eseguire la cura per gonorrea e per l'ureaplasma che mi hanno dato a me.

A metà gennaio ha eseguito i tamponi uretrali per la gonorrea e l'ureaplasma ed è risultato negativo.

Prima di zimox aveva dei fastidi giornalieri leggeri, dopo zimox ha avuto molto molto di rado dei fastidi leggeri all'uretra.


La domanda che mi pongo è: avendo eseguito dei tamponi uretrali con assenza di secrezioni, è possibile avere dei falsi negativi?
Non sarebbe meglio fare un'analisi delle urine specifica?


Ho posto questa domanda delle urine all'infettivologa che mi sta seguendo, e senza obiezioni mi ha detto che può provare a fare le analisi delle urine, che potrebbe essere un portatore sano.


Però so che esiste anche la sperimiocultura, qual è il metodo più indicato?
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Dr. Federico Romantini Urologo, Andrologo 112 5
Nel sospetto di una infezione del tratto genitourinario, l'unico modo per risolvere tutti i dubbi sarebbe effettuare i tre esami: urinocoltura + tampone uretrale + spermiocoltura.
Tuttavia bisogna sempre correlare tale necessità con gli aspetti sintomatologici. Se non si hanno sintomi, i rapporti sono sempre protetti ed avete già effettuato le terapie del caso, non è detto che sia necessario indagare ulteriormente. Se però il dubbio è causa di ansia e/o stress, allora sarebbe bene ripeterli per ritrovare la serenità

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Utente
Utente
Va ben grazie dottore .
Le vorrei fare anche una domanda che riguarda me, come h odetto la prima che ho fatto è stata zimox 3 volte al giorno per 7 giorni .
Dopo un mese sono risultata negativa alla clamidia , positiva alla gonorrea e all'ureaplasma diventato resistente a molti antibiotici .
Mi sono rivolta a un infettivologa che mi ha dato zitromax 4 pasticche in un giorno, e una puntura di ceftriaxone il giorno prima.
Rasicurandomi più volte che sicuramente ero guarita da tutto anche se continuavo ad avere fastidi ad urinare dopo la cura .
Infatti dopo un mese sono risultata negativa alla gonorrea , e all'ureaplasma positiva ma questa volta resistente solo clindamicina , tetraciclina e ofloxcina su 20 antibiotici ( il resto sensibili ).
L'infettivologa di conseguenza mi ha dato bassado 2 volte al giorno per 7 giorni.

Vorrei diciamo sapere qualche informazione in più su questo batterio , ho letto sul vostro sito che molte persone non riescono a guarire , in quel caso che sucedde ? Mi provocare danni permanenti? Potrebbe risultare per sempre positivi?
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Utente
Utente
Salve dottore quindi che cosa ne pensa ?
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Dr. Federico Romantini Urologo, Andrologo 112 5
Per sapere se la cura è stata efficacia bisogna effettuare nuovamente esami colturali. Per quanto riguarda l’infezione cronica, non trattata, un'infezione da Ureaplasma può portare a disagio e bruciori cronici, malattia infiammatoria pelvica o complicazioni durante la gravidanza. È buona norma dunque proseguire nell’iter diagnostico terapeutico che ha già intrapreso

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