Litotrissa ?

Salve.
Mi chiamo Mario, 53 anni, Marche.

Mi sono ricoverato in urologia in piu’ fasi, terminando qualche mese fa, per un calcolo sul calice renale dx di 9 mm (prima introduzione stent doppi j, dopo un mese e mezzo eliminazione stent e rottura calcolo, stent per due giorni e rimozione).


L’eco e la tac dell’ospedale ne evidenziavano anche un altro a sx, sui 7 mm, che fortunatamente e’ stato espulso nella minzione qualche gg fa (ossalato di calcio entrambi).


Pensavo di essere libero dai calcoli per qualche anno ma un senso di pressione sulla schiena con un leggero bruciore, specie sul letto da sdraiato mi hanno convinto per fare un eco di controllo, certo che i due calcoli non vi fossero piu’.


L’ecografia fatta tre gg fa, recita.
Seno renale: accentuata ecogenicita’ con presenza di qualche spot iperecogeno da ipersedimentazione/renella con a sx III medio laterale un calcolo di 8 mm

Eppure in ospedale questo terzo calcolo non lo hanno visto.
Non ho grazie a Dio coliche renali (per adesso, avendo ureteri stretti) ma solo questo senso di pressione sulla schiena, come un dito che preme leggermente, ed un leggero bruciorino
Per la posizione del calcolo secondo l’ecografia, ed essendo io mentalmente e fisicamente provato per i tre ricoveri in urologia per frantumare un calcolo a dx (Lo stent e l’URS per me sono troppo invasivi, ’) posso chiedere se e’ possibile frantumarlo con la litotrissia o tramite operazione alla schiena e dove farlo?

Tutto tranne che nuovamente l’URS, se possibile nel mio caso.

Molte grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
Queste "sorprese" non sono così rare. L'ecografia, nella sua semplicità ed economicità, non è purtroppo precisa nella valutazione dei piccoli calcoli, che talora non vengono visti e talora vengono invece descritti più grandi di quanto siano realmente. A destra, dove il trattamento le ha portato tanta pena, la situazione parrebbe risolta. A sinistra si potrebbe sospettare che quanto lei ha espulso spontaneamente non sia stato il calcolo segnalato in precedenza, ma qualcos'altro, noi sospettiamo un ultimo frammento di quello trattato a destra. Un calcolo di 7-8 mm in un calice che non ha mai dato segno di sè non costituisce qualcosa che bisogna necessariamente trattare con particolare sollecitudine. Può essere fermo lì da molto tempo ed il suo destino potrebbe essere quello di rimanere così. L'impossibilità di vedre le immagini della TAC ci impedisce però di esprimere un giudizio preciso. I calcoli nei calici non sono i migliori candidati all'applicazione delle onde d'urto, perché essendo in qualche modo "incastrati" l'energia degli urti viene in qualche modo ammortizzata dai tessuti circostanti e l'effetto dirompente risulta ridotto e talora assente. Per questo motivo - ma solo quando lo si ritiene necessario - si consiglia di procedere per via endoscopica. Altrimenti nulla toglie di mantenere la situazione sotto controllo, magari ripetendo la prossima volta la TAC dell'addome senza mezzo di contrasto, certamente più precisa.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it