Nefrectomia radicale rene trombectomia vena cava
Buona sera dottori, scrivo per conto di mio padre, 65 anni di Torino.
Ho bisogno di aiuto con tutto il cuore perché non so come comportarmi in merito.
Spiego brevemente: mio padre è stato preso in carico pre ricovero all’ospedale Molinette di Torino in data 18. 11. 22, dopo ematuria e dolore lombale avvenuta due settimane prima con prime indagini svolte presso il pronto soccorso di un altro ospedale.
Il 18. 11. 22 alle molinette nel reparto di urologia, utilizzando il materiale ecografico e tac basale proveniente dall’altro ospedale è stata fatta la diagnosi di neoplasia maligna del rene dx. Viene richiesta rm con mezzo, effettuata e poi commentata in data 2. 12. 22, recita: massa di 14x5, 5 cm a carico del rene destro, vena renale totalmente occupata dalla neoplasia che risale per 5, 5cm cranialmente nella vena cava.
Nel referto si scrive inoltre di una focalità di 1, 5cm sul soma di una vertebra lombare.
Ciò penso sia riconducibile ad una ipotetica metastasi.
Il medesimo giorno è stata richiesta Tac basale torace, (da fare privatamente perché molinette non aveva posto).
Tac fatta e ritirata pochi giorni dopo non evidenzia nulla di patologico negli altri organi.
Dal 2. 12 a oggi non è stato più possibile parlare con nessuno specialista, ne avere informazioni concrete sul da farsi.
In occasione della richiesta di fare la tac toracica mi chiedo perché non sia stata suggerita anche una scintigrafia ossea visto cosa recitava il referto rm in merito al sola vertebrale.
Sono passati 27 giorni dal primo colloquio alle molinette e 41 dalla manifestazione di ematuria.
Ad oggi nessuno e ripeto nessuno del reparto di urologia delle molinette si è fatto vivo per fornire una data di intervento ne di scintigrafia.
Ho dovuto capire da solo con mille chiamate che il liquido utilizzato per le scintigrafie è andato esaurito quasi ovunque.
Mi chiedo se l’insieme di queste cose non corrispondano a gravi negligenze avute dai medici e soprattutto quanto mio padre possa continuare a stare in questa situazione senza rischiare che la prognosi peggiori.
Oltre allo shock della diagnosi un paziente deve rimanere anche traumatizzato dal non sapere, capire, cosa quando e come verrà contattato.
Tutto ciò lo trovo allucinante.
Se qualcuno di voi gentili medici può darmi anche solo un coniglio sarebbe un bel regalo di Natale.
Cordialmente.
Ho bisogno di aiuto con tutto il cuore perché non so come comportarmi in merito.
Spiego brevemente: mio padre è stato preso in carico pre ricovero all’ospedale Molinette di Torino in data 18. 11. 22, dopo ematuria e dolore lombale avvenuta due settimane prima con prime indagini svolte presso il pronto soccorso di un altro ospedale.
Il 18. 11. 22 alle molinette nel reparto di urologia, utilizzando il materiale ecografico e tac basale proveniente dall’altro ospedale è stata fatta la diagnosi di neoplasia maligna del rene dx. Viene richiesta rm con mezzo, effettuata e poi commentata in data 2. 12. 22, recita: massa di 14x5, 5 cm a carico del rene destro, vena renale totalmente occupata dalla neoplasia che risale per 5, 5cm cranialmente nella vena cava.
Nel referto si scrive inoltre di una focalità di 1, 5cm sul soma di una vertebra lombare.
Ciò penso sia riconducibile ad una ipotetica metastasi.
Il medesimo giorno è stata richiesta Tac basale torace, (da fare privatamente perché molinette non aveva posto).
Tac fatta e ritirata pochi giorni dopo non evidenzia nulla di patologico negli altri organi.
Dal 2. 12 a oggi non è stato più possibile parlare con nessuno specialista, ne avere informazioni concrete sul da farsi.
In occasione della richiesta di fare la tac toracica mi chiedo perché non sia stata suggerita anche una scintigrafia ossea visto cosa recitava il referto rm in merito al sola vertebrale.
Sono passati 27 giorni dal primo colloquio alle molinette e 41 dalla manifestazione di ematuria.
Ad oggi nessuno e ripeto nessuno del reparto di urologia delle molinette si è fatto vivo per fornire una data di intervento ne di scintigrafia.
Ho dovuto capire da solo con mille chiamate che il liquido utilizzato per le scintigrafie è andato esaurito quasi ovunque.
Mi chiedo se l’insieme di queste cose non corrispondano a gravi negligenze avute dai medici e soprattutto quanto mio padre possa continuare a stare in questa situazione senza rischiare che la prognosi peggiori.
Oltre allo shock della diagnosi un paziente deve rimanere anche traumatizzato dal non sapere, capire, cosa quando e come verrà contattato.
Tutto ciò lo trovo allucinante.
Se qualcuno di voi gentili medici può darmi anche solo un coniglio sarebbe un bel regalo di Natale.
Cordialmente.
[#1]
Le possiamo confermare che per motivi industriali/commerciali difficili da individuare in questo momento non è disponibile il radio-tracciante utilizzato per le scintigrafie ossee, diffusamente prescritte nella stadiazione dei tumori urologici...
Nel caso del suo congiunto, peraltro, la diagnosi è già sufficientemente definita per avviare ad un percorso di tipo chirurgico, che pensiamo risulti indipendente dagli eventuali esiti della scintigrafia. Comprendiamo certamente che la carica emotiva del momento sia molto elevata sia per suo padre che che i familiari, ma se la situazione è certamente seria, non la si può considerare una urgenza assoluta e qualche settimana in più od in meno non possono cambiare la prognosi in modo significativo.
Nel caso del suo congiunto, peraltro, la diagnosi è già sufficientemente definita per avviare ad un percorso di tipo chirurgico, che pensiamo risulti indipendente dagli eventuali esiti della scintigrafia. Comprendiamo certamente che la carica emotiva del momento sia molto elevata sia per suo padre che che i familiari, ma se la situazione è certamente seria, non la si può considerare una urgenza assoluta e qualche settimana in più od in meno non possono cambiare la prognosi in modo significativo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentile Dr. Piana, intanto la ringrazio molto per avermi risposto. In momenti così frustranti per le difficoltà relative al potersi confrontare con un medico, il tempo speso per darmi una risposata non lo reputo scontato. Poche ore fa abbiamo ritirato l’esame scintigrafia, che è risultato negativo per fenomeni di secondarietà. Le faccio ancora un paio di domande se posso. Come le dicevo, l’intenzione espressa dall’urologo è stata subito quella riferita a una nefrectomia radicale e trombectomia cavale. Il dottore urologo ci ha detto che lo stadio del tumore è con ogni probabilità un T3b. Cio che mi domando è visto che la neoplasia è infiltrata nella vena cava, quindi nel sangue, per sua esperienza, a questo stadio della malattia è solo questione di tempo perché nei mesi a venire incomincino a presentarsi metastasi negli altri organi? O possono anche non presentarsi e il malato guarire definitivamente con l’operazione. Ad oggi polmoni, fegato, ossa ecc sono puliti agli esami di tace e rm. Grazie molte e buon natale.
[#3]
La presenza di un trombo neoplastico nella vena cava (talora raggiunge anche le cavità cardiache) è un segno evolutivo a se stante e non ha diretta relazione con lo sviluppo di metastasi a distanza in altri organi. Per questo motivo ci si impegna comunque in una chirurgia tecnicamente complessa ma spesso foriera di buoni risultati,
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#4]
Utente
Buon giorno dottore, mi scuso per non essermi più fatto sentire ma non avevo più elementi di confronto. Mio padre é stato operato di nefrectomia radicale, resezione cavale per trombo neoplastico, asportazione linfonodi. Vorrei sottoporle l’esito del l’istologico per avere un suo parere su come procedere in questi casi, se lei proporrebbe delle terapie o se in questi casi il paziente può definirsi guarito e ci saranno solo i periodici controlli da fare nel tempo. In ultimo come reputa la situazione generale per sua esperienza.
Esito istologico:
Descrizione Macroscopica:
pezzo operatorio costitulto da rene e tessuto adiposo perirenale cm 29 di asse maggiore. Rene delle dimensioni di cm 15 8,5x6,5. Al taglio, a livello del polo Inferiore, si reperisce neoformazione grossolanamente nodulare giallo ocracea e brunastra di consistenza dura che si estende attraverso la pelvi occupandola nella sua interezza, cm 8 di asse maggiore, Infiltrando il tessuto adiposo dell'io.Presente trombo che Infiltra la vena renale (RIS1-2) diam.3 cm.
Nel tessuto adiposo perirenale si reperisce surrene cm 6
B: multipli frammenti giallastri in aggregato cm 5
Diagnosi:
CARCINOMA RENALE A CELLULE CHIARE, G3, /sec. ISUP-WHO 2022,
Staging sec VIII edizione UICC, 2017: pT3B NO
Margini di resezione circonferezialled ureterale: Indenni.
Margine vascolare: presente trombo neoplastico
Invasione delle grosse vene: presente
Invasione vascolare: presente
Invasione del tessuto adiposo della capsula: presente
Invasione del tessuto adiposo del seno renale: presente
Necrosi: presente
Surrene: indenne.
Tratto di uretere: indenne.
B IPERPLASIA REATTIVA IN LINFONODI ( 7 ESAMINATI)
Grazie
Esito istologico:
Descrizione Macroscopica:
pezzo operatorio costitulto da rene e tessuto adiposo perirenale cm 29 di asse maggiore. Rene delle dimensioni di cm 15 8,5x6,5. Al taglio, a livello del polo Inferiore, si reperisce neoformazione grossolanamente nodulare giallo ocracea e brunastra di consistenza dura che si estende attraverso la pelvi occupandola nella sua interezza, cm 8 di asse maggiore, Infiltrando il tessuto adiposo dell'io.Presente trombo che Infiltra la vena renale (RIS1-2) diam.3 cm.
Nel tessuto adiposo perirenale si reperisce surrene cm 6
B: multipli frammenti giallastri in aggregato cm 5
Diagnosi:
CARCINOMA RENALE A CELLULE CHIARE, G3, /sec. ISUP-WHO 2022,
Staging sec VIII edizione UICC, 2017: pT3B NO
Margini di resezione circonferezialled ureterale: Indenni.
Margine vascolare: presente trombo neoplastico
Invasione delle grosse vene: presente
Invasione vascolare: presente
Invasione del tessuto adiposo della capsula: presente
Invasione del tessuto adiposo del seno renale: presente
Necrosi: presente
Surrene: indenne.
Tratto di uretere: indenne.
B IPERPLASIA REATTIVA IN LINFONODI ( 7 ESAMINATI)
Grazie
[#5]
E' stato dunque confermato un tumore localmente invasivo, ma con linfonodi negativi e questo è molto importante. Come abbiamo già scritto, l'invasione della vena fa storia a sè. Dal punto di vista chirurgico, la situazione è risolta, comunque per la gravità del caso senz'altro sentiremmo il parere di un oncologo medico per eventuali ulteriori indicazioni.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.5k visite dal 15/12/2022.
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