Prostatite in spina bifida
Pzt con spina bifida mielomeningocele, con vescica e alveo neurologici.
Svuotamento con torchio addominale.
Anni fa sporadici episodi ematurici (una volta uretrorragia) con sintomatologia simile a quella che andro' a spiegare, con colture e citologie sempre negative.
Allora, circa un mese fa ho un episodio di forte fastidio in zona perineale, accompagnato da rialzo febbrile (la sera prima) e ritenzione urinaria per la quale mi reco in PS, dove mi viene diagnosticata prostatite acuta (forse batterica) e messo catetere a dimora per una settimana + urocoltura che risulta positiva a Klebsiella.
Cura con Bactrim forte x 16 giorni con ripetizione di urocoltura dopo una settimana (quindi la terapia viene sospesa) che risulta negativa e anche gli esami del sangue regolarizzati.
Soffro da anni di lievi disturbi alle vie urinarie in modo periodico: senso di 'solletico' forte in zone perineale, a volte accompagnato da urgenza minzionale, ma quasi mai nicturia.
A volte anche fastidio post-eiaculazione o bruciore uretrale (nel pene).
Questo in generale.
Negli ulltimi anni le ecografie hanno rilevato che il RPM è buono, ma la prostata risulta lievemente ingrossata (48 mm circa).
Comunque, dopo i fatti recenti raccontati, con l'antibiotico la situazione era leggermente migliorata, se non che nell'ultima settimana ho avuto degli episodi ematurici nell'urina che ho fatto presente all'urologo di fiducia, che mi ha visitato un paio di gg fa, con esplorazione rettale dicendo però che la prostata è meno infiammata.
Io, però, continuo ad avere, a fasi alterne, i fastidi sopra menzionati.
Per la vescica neurologica assumo 1cpr al dì di Urivesc e per i fastidi prostatici anni fa mi era stato consigliata l'assunzione di 1cpr di Cistiprost.
A questo punto, anche se solo 'virtualmente', vorrei chiedere un consiglio su che cosa fare attualmente.
Eventuali ulteriori approfondimenti, visto che alcuni fastidi permangono dopo la cura antibiotica e la scomparsa dell'infezione da klebsiella, o valutare altri consulti reali per capire come risolvere? Può essere utile un esame citologico?
La mia opinione personale è che sulla base dei miei riscontri sintomatici nel tempo, possa soffrire di prostatite cronica che ora si è acutizzata, ma ovviamente non sono uno specialista.
Però, a volte, in concomitanza (seppur raramente) alle suddette fasi problematiche, talvolta ricontro lievi fastidi anche al fianco destro (ergo, non so se sia un riflesso dell'infiammazione alle vie basse o vada valutata la situazione renale).
Vi ringrazio per la pazienza e disponibilità.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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L'aggiorno sugli avvenimenti. In data 8 c.m. mi reco nuovamente in Ps, dato che l'ematuria sembrava non diradarsi, ho preferito farmi vedere. In realtà, non ho avuto grandi riscontri. Mi è stata rifatta l'esplorazione rettale e mi è stato consigliato di riprendere la terapia con Bactrim concludendo i giorni mancati, dopo che l'avevo sospesa a metà novembre per poter ripetere l'urocoltura, che era risultata negativa (ma a questo punto mi domando se 6 giorni ca. di sospensione fossero sufficienti per non avere un falso negativo). Il colore dell'urina, in seguito all'assunzione dell'antibiotico è andato leggermente a schiarirsi mentre is sintomi sono altalenanti.
Inoltre, le volevo chiedere un'altra cosa, datosi la presenza dell'alveo neurologico e della spina bifida, occorre fare un enteroclisma ogni tre giorni, da sempre. e' possibile che questa operazione contribuisca ad infiammare la prostata, attraverso l'inserimento di una sonda rettale?
Detto questo, dottore, Lei cosa mi consiglia di fare? Proseguo la terapia antibiotica suggeritami o cerco di individuare altre soluzioni?
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
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Magari, si potrebbe valutare un consulto con uno specialista in proctologia e capire se l'evoluzione medica ha prodotto delle novità che potrebbero andare ad aiutarmi in questo ambito e quanto meno diminuire la frequenza dell'ausilio.
Lei ritiene, comunque, che ad esempio anche il torchio addominale non rivesta un ruolo di primo piano nelle infiammazioni, dato il leggero sforzo per minzionare?
L'ultima cosa che vorrei chiederLe gentilmente è se in questa fase può andare bene produrre delle eiaculazioni o andrebbe a infastidire ulteriormente, considerando che mi sto astenendo da queste pratiche da una decina di giorni, anche per via dell'ansia che mi fa temere un incremento del problema.
La ringrazio
Dal giorno della visita in PS ho re-iniziato cura con Bactrim 2 c. al dì, terminata il 17 c.m.
Ma cio' che vorrei chiederle è questo: da stamani si ripresenta un po' di ematuria. Ieri sera, ho procurato una erezione poiché da tempo non mi attivavo sotto quel profilo, non ho effettuato una vera e propria masturbazione, ma nel mentre notavo dei lievi fastidi in zona uretrale. E' possibile che la responsabilità di questo ritorno ematurico sia da imputare a questo evento?
Ho una visita urologica fissata per il 18 gennaio, ma a questo punto mi domando come posso comportarmi se questi fenomeni si ripresentano così frequentemente. E mi chiedo anche se sia stato l'effetto dell'antibiotico a risolvere temporaneamente l'irritazione (e l'ematuria) e quindi se sia il caso di eseguire una terapia piu' lunga come consigliatomi dagli urologi del PS un mese fa.
La ringrazio
Paolo Piana
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Quindi non è detto che il precedente fenomeno di ematuria, dopo il quale mi sono recato in Ps, sia stato risolto dall'ulteriore cura antibiotica effettuata?
E' consigliabile, quindi, astenersi da pratiche masturbatorie e/o sessuali (che al momento non esaurirei non avendone modo) onde evitare l'inasprirsi di eventuali infiammazioni?
Le ho chiesto questo perché ad onor del vero, alcuni giorni prima del precedente episodio ematurico per il quale mi recai in ps, produssi un'eiaculazione anche se non attraverso stimolazione diretta e casualmente alcuni giorni dopo si presentò ematuria.
Mi viene da pensare che la prostata sia ancora infiammata e a possibili stimolazioni ne consegue un'irritazione ulteriore.
Grazie della disponibilità
Paolo Piana
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Paolo Piana
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Quest'oggi ho avuto un nuovo episodio di ematuria, dopo che per circa 6-7 gg la situazione pareva migliorata, anche a livello sintomatologico (ho ripreso di mia sponte ad assumere Utiactiv 2cpr al dì, come facevo in prevenzione di infezioni e a bere liquidi). Sono in attesa di fare citologie e raccolta urine nei prox giorni.
Ma nei precedenti consulti mi sono dimenticato di una ipotesi che volevo proporLe e di un dettaglio della mia storia clinica.
Da bambino, ho eseguito un intervento di Contigen per quanto concerne il discorso dell'incontinenza, a livello del collo vescicale. Da alcuni anni, nelle ecografie risulta una microcalcificazione proprio al livello del collo vescicale e anni fa, quando ero seguito dall'urologo del centro spina bifida, avevamo formulato l'ipotesi, fra le varie, che proprio questa calcificazione potesse essere responsabile dei fenomeni ematurici, magari durante il torchio addominale.
Anche perché, accompagnato al fenomeno di oggi, registro solo un fastidio tipo puntura di spillo nell'uretra e non sembrano esserci fastidi evidenti a livello prostatico, come evidenziatole invece nei precedenti consulti.
Secondo lei, è un'ipotesi plausibile che possa anche o eventyalmente dipendere da cio'?
Paolo Piana
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Gli esami endoscopici (come la cistoscopia) li ho eseguiti nel 2019 proprio in relazione ad episodi similari. Sono in procinto di eseguire esame citologico e urocoltura.
Le chiedo solo questo: il fatto che i disturbi associati ai fenomeni ematurici non sono sempre gli stessi, ossia, a volte si presenta un fastidio a livello perineale e altre volte, come nei giorni scorsi, un bruciore nell'uretra peniena o sopra la vescica, che cosa può voler dire? Se fosse la prostata l'origine di questo problema o altresì la vescica, possono variare i disturbi indipendentemente dalla loro locazione?
Paolo Piana
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avrei ricevuto l'esito della citologia su 3 campioni e vorrei, se possibile, un suo parere per capire se posso essere da questo lato tranquillo. L'urocoltura non l'ho ancora ricevuta.
NOTE CLINICHE: ematuria in spina bifida
Reperto microscopico:
Cellule transizionali superficiali e profonde tipiche.
Cellule pavimentose in parte cheratinizzate.
Rari leucociti mono e plurinucleati.
Discreto numero di eritrociti.
Numerosi cristalli.
Giudizio:
Reperto negativo per cellule displasiche e neoplastiche.
Quadro di ematuria.
controllo a 3 mesi
Cosa ne pensa del referto? Potrebbe dare indicazioni di flogosi che possono far pensare a cause differenti dalla vescica, per l'ematuria?
Ieri sera ho avuto un nuovo breve fenomeno di minzione ematurica che ho risolto bevendo molta acqua. Il problema è che se bevo molto, minziono molto (utilizzando il torchio) e mi si indolenzisce il fianco. E' davvero opportuno bere in fasi ematuriche in modo marcato?
La ringrazio dottore.
mi scusi se la disturbo, spero mi possa rispondere perché ci sono state novità e mi piacerebbe un suo parere.
Alla fine, è successo che sono tornato un paio di volte in PS, con oltre i sintomi precedenti, dolori al fianco (coliche) irradiate fino al testicolo dx e inguine. Fatta prima ecografia, poi UroTac che rileva idronefrosi 9mm a dx e aggregati microlitiasici calcifici del diametro di 8 mm indovati nel lume dell'uretere pre-meatale a dx.
Visitato da urologo che mi prescrive terapia con Cefixoral + deltacortene + ominic 400 mg per 10 gg. E tachidol in caso di dolori. Mi dice anche che paradossalmente non avere più coliche potrebbe significare che il calcolo si è situato senza muoversi e che è meglio averle. Lei conferma tale ipotesi?
Ragionevolmente ritiene che sia possibile espellere l'aggregato? Sono un po' preoccupato.
Grazie
Paolo Piana
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esimio dott. Piana vengo a informarLa che ieri sera, minzionando nel pappagallo penso di aver espulso qualcosa di molto piccolo e abbastanza solido (che ho tenuto) di colorazione marrone scuro.
A misurazione però, non supererebbe apparentemente i 5/6 mm . Considerando che nella UroTac risultava pure "formazione microlitiasica di 2 mm in un gruppo caliceale renale superiore a sx" è piu' possibile che si tratti di questo? (anche se le misura non mi sembrano così minime) o è ritenibile diversamente? E' possibile che si sia 'staccato' solo un pezzo dell'agglomerato che ci interessa? O magari non è un calcolo?
E' ugualmente consigliabile proseguire la terapia con omnic+cortisone e l'ecografia di controllo a 20 gg?
Grazie
Paolo Piana
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Le porrei un quesito. Al momento, come disturbi, percepisco qualche fastidio a livello uretro-vescicale e alla minzione. E' normale? (consideriamo anche un'infezione da E.Coli da 100.000 unità che sto curando con antibiotico).
Il controllo lo farò come da prassi. Ma questa idronefrosi, anche all'eventuale scomparsa del calcolo, potrebbe persistere e dare qualche fastidio?
Grazie
Paolo Piana
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Non saprei dirle, è probabile che in un reperto occasionale di qualche anno fa sia emersa già una lieve idronefrosi, ma non avevo fatto tac. Poi nelle successive ecografie non più altro di rilevante. Non so quindi chi ha fatto bene e no. Se la dilatazione non si elimina anche dopo eventuale disostruzione, che succede (soprattutto nel caos personale)? Occorre ricorrere alla chirurgia?
Paolo Piana
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Paolo Piana
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Dovrei ripetere la ecografia tra 15 giorni e poi la visita.
Paolo Piana
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Paolo Piana
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Paolo Piana
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Torno oggi a fare l'ecografia di controllo a ca. 15 gg dal termine della terapia espulsiva dove, ricordo, ho espulso frammenti che uniti sommano ca. 7/8 mm
L'ecografia rileva "I reni sono in sede, regolari per dimensioni, morfologia e profilo; il parenchima è normale per spessore ed ecogenicità."
"Bilateralmente si evidenziano rari spot iperecogeni caliciali compatibili con microlitiasi"
"La vescica è normo-distesa e contiene almeno 3 elementi litiasici di max 8 mm. I profili sono regolari e lo spessore della parete normale"
Dottore, ero sollevato ma torna un po' di sconforto. Ricapitolando: inizio terapia con Omnic + cortisonico in data 18 gennaio e in data 20 c'è l'espulsione del primo frammento. dopo alcuni giorni, il secondo. Contatto specialista che mi consiglia sospensione della terapia in quanto rilevato.
Ora emerge che vi sarebbero delle microlitiasi proprio di 8 mm ancora presenti in vescica.
Io ho anche fatto presente all'ecografo che tra prostata e collo vescicale è presente una calcificazione per pregresso intervento Bulking di dimensioni relative.
E' possibile che l'esame l'abbia confusa?
Sono qui a chiedermi, a questo punto, cosa ho espulso, se in vescica vi è ancora la presenza di litiasi della stessa misura (quasi) espulsa e rilevata alla precedente TAC?
Secondo lei, è possibile ritentare, data la posizione, una terapia espulsiva?
Grazie
Paolo Piana
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Ma a questo punto avrei due quesiti da porLe gentilmente:
- Posto cio' che afferma (e condivido) cioè che la terapia espulsiva generalmente è suggerita per invogliare il calcolo a muoversi dall'uretere alla vescica, ma poco efficace dalla vescica in poi, oltre all'eventuale attesa e ripetizione dell'esame a 3-4 settimane, viene suggerito l'intervento endoscopico per la sola presenza? Molti anni fa, ero seguito da un urologo che confuse (non so come) la calcificazione bulking per un calcolo in vescica e mi suggerì la soluzione operativa, dove poi per altro non venne visto nessun calcolo. Non avevo sintomi. C'è questo rischio?
- Ciò che reputo strano è che se è avvenuta un'espulsione di alcuni frammenti, dopo la terapia, com'è possibile che in vescica risulti ancora un aggregato di 8mm? E' possibile che la TAC non abbia visto altre possibili "code" di calcoli? Perchè altrimenti non saprei come spiegare questa eventualità.
La ringrazio
Le misure ecografiche dei piccoli calcoli non sono attendibili, spesso anche molto sovrastimate, dipende dalla posizione ed altri fattori.
Paolo Piana
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io la penso come lei e ragionavo proprio sul fatto che prima di avventurarsi in una soluzione operativa, che già in passato, come raccontato, mi ha esposto a invasività, anestesie ecc. senza reale motivo, preferirei ovviamente avere nuovi riscontri (anche in specialisti urologi: sa, la famosa teoria del sentire più 'campane').
In ogni caso, quel che è certo, come dite voi, è monitorare i sintomi e l'andamento clinico. E ripetere i controlli.
Lei riterebbe che, comunque, la presenza di calcoli in vescica può comportare fastidi e/o disturbi nel tempo?
La saluto
Paolo Piana
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Alcuni dubbi li avevo già al referto citologico che segnalava "numerosi cristalli".
Il mio timore è che questi aggregati in vescica possano ingrandirsi col tempo, se non espulsi.
Ma comunque, seppur molto minime, possono esserci speranze di riuscire a "cacciarli" fuori, magari idratandosi il giusto, nel corso del tempo?
Grazie per le risposte, la terrò aggiornata
Paolo Piana
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Secondo lei, sapendo che è un ragionamento di massima, e solo teorico, come proverebbe a spiegare, comunque, il fatto che dei frammenti sono stati espulsi dal precedente calcolo indovato in uretere, ma permangono altri frammenti in vescica (di 8 mm se l'ecografia non sovrastima)? La presenza di una coda di calcoli sarebbe stata vista dalla TAC sono portato a credere.
Poi concludo: alcuni giorni fa ho avuto un'eiaculazione molto dolorosa. E' vero che da anni ho dei disturbi simili dovuti a pregresse prostatiti, ma è possibile che contribuisca la presenza del calcolo durante il passaggio in uretra?
con questo la saluto e le auguro un buon proseguimento. La riaggiornerei dopo visita in programma.
Paolo Piana
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In linea generale i valori chimico-fisici sono in regola. Si registra assenza di crescita batterica. Le uniche psuedo-alterazioni sono le seguenti:
Ph 5,0 su 5,5/6,5
Urobilinogeno 2,00 su <0,20
Creatininemia 0,64 su 0,67 - 1,17
Come si possono interpretare questi dati? Riguardo al ph e' possibile che sia determinato dalla presenza dei calcoli? (l'esame chimico delle urine ha rilevato rari cristalli Oss. Ca. Monoidr e Ca bi-idratato) e sull'Urobilinogeno, magari, i molti farmaci assunti come antibiotici e cortisonici.
Mi preoccupa la Creatininemia bassa, cosa può essere?
La ringrazio
Paolo Piana
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torno a disturbarLa dopo mesi per porle un quesito.
Se ricorda, eravamo rimasti l'ultima volta che avevo eseguito un'ecografia in cui secondo l'ecografo permanevano almeno 3 elementi microlitiasici in vescica.
Dopo poco ho sostenuto la visita urologica nella quale, il medico, ha eseguito un controllo ecografico in cui affermava di non vedere alcuna litiasi in vescica, ma solo tra collo e prostata la famosa calcificazione contigen.
In questo periodo non ho avuto particolare sintomatologia riferibile a problemi annessi, ma mi era stato consigliato dall'urologo l'assunzione di Citrak forte, 1 bustina al dì, per due mesi, per contrastare la formazione di calcoli.
Vengo al dunque. Stamani, casualmente, all'atto della minzione mattutina noto che cade un micro-oggetto palesemente riconducibile a un calcoletto di max 2-3 mm.
Mi viene dunque da pensare dottore che potesse avere ragione la prima ecografia e sono ancora presenti calcoli in vescica?
Lei cosa mi consiglierebbe di fare.
La saluto e ringrazio cordialmente
Sulla somministrazione degli integratori alimentari, il nostro parere, ben noto a chi legge le nostre risposte, è che se esiste un rischio di formazione di calcoli non sarà solo una terapia di due mesi a modificare le cose. Il citrato di potassio è l'unica sostanza che può inibire la cristallizzazione dell'ossalato di calcio, ovviamente con efficacia variabile ed imprevedibile. Non essendo proponibile una somministrazione empirica a tempo indefinito, noi prescriviamo questi prodotti per tempi limitati solo in seguito ad interventi endoscopici in cui si sono frammentati o polverizzati calcoli. Vi sono poi altre situazioni alquanto rare in cui il rischio di formazione di calcoli è molto elevato per difetti metabolici congeniti, con episodi frequenti ed interventi ripetuti. in questi casi è in genere il nefrologo a consigliare l'assunzione anche per lunghi periodi.
Paolo Piana
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Il citrato di potassio mi era stato suggerito data l'evidenza di alcuni controlli che segnalava la facilità di produzione e presenza di ossalato di calcio nelle mie vie urinarie. Dunque, sulla base di questa evenienza, Lei ritiene comunque inutile l'assunzione del citrato o me lo consiglierebbe? Non ho ancora iniziato la terapia e dunque ci sto riflettendo.
L'evento di oggi potrebbe benissimo essere una casualità e dunque non dare indicazioni specifiche.
Paolo Piana
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Ho il timore che siamo punto e a capo.
Da un paio di giorni, riscontro disturbi ascrivibili a infiammazione/infezione delle vie urinarie: pollachiuria, senso di solletico vescicale, urine maleodoranti e molto scure.
Contestualmente, riscontro dei fastidi per ora latenti al fianco destro, che s'irradiano al testicolo (come a gennaio). Sono in procinto di eseguire un controllo urine + urinocoltura.
A questo punto Le chiederei un gentile parere. E' opportuno ripetere un controllo ecografico/TAC per verificare eventuale ritorno di calcoli uretero/vescicali?
A febbraio feci un'eco che rivelò (secondo il medico di turno) ancora una calcolosi vescicale, mentre nello studio dell'urologo, con uno strumento diagnostico, disse che non vi era nulla.
Mi viene il dubbio che non avesse ragione oppure che in questi mesi si siano riaggregati dei cristali data la numerosa presenza di calcio nelle mie urine.
Attendo un suo gentile parere.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
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Ho evitato di recarmi in PS perché ho pensato che fosse meglio fare così ed evitare troppe ore di permanenza in struttura.
Ripensandoci però l'iperpiressia mi fa pensare che forse c'è un infezione sottostante, quindi se ricapita mi conviene andare o aspetto di fare gli esami colturali e poi prendere l'antibiotico se presente infezione?
Paolo Piana
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Approfondimento su Prostatite
La prostatite è un'infiammazione della prostata molto diffusa. Si manifesta con bruciore alla minzione, può essere acuta o cronica: tipologie, cause e cura.