Le cose perché non sono così convinto che l'intervento o la radioterapia sia la cosa migliore
Gentilissimi Specialisti Urologi,
ho 57 anni e da almeno 5 ho un adenoma e una prostatite cronica. Prima della prostatite avvertivo, da anni, in modo saltuario, un forte bruciore nell’eiaculazione che subito passava. Con la comparsa di bruciori e della necessità di urinare sovente, il PSA è quasi sempre stato mediamente di 8 ng/ml; ho assunto numerosi antibiotici senza risultato e dagli esami fatti sull’urina e sul liquido seminale non è mai risultata una infezione. Ho effettuato una biopsia prostatica con sei prelievi che è risultata negativa. Con l’assunzione di Benur e di tre pastiglie di Proscar settimanali il PSA è sceso un po’ma sempre altalenante tra 5,6 a 8. Da settembre 2005 non prendo più il Proscar, e i valori sono progressivamente saliti fino a 13,7 con un free di 1,7 e un free/totale di 12,42. La flussimetria ha sentenziato un flusso patologico che con Omnic è migliorato.
Ho effettuato una nuova biopsia e in uno dei 13 prelievi, è risultato, sull’apice sinistro , un microfocolaio di 300 micron (ASAP). Mi è stato consigliato di ripetere la biopsia e di farla con molti prelievi. Ho fatto una biopsia con 28 prelievi. Sull’apice sinistro (quello incriminato) sono stati fatti 4 prelievi risultati negativi. Tre prelievi sono stati effettuati sulla base sinistra e in uno solo (di cm 0,8) è risultato occupato per il 20% in modo discontinuo da proliferazione microacinare atipica priva di cellule basali nelle sezioni immunocolorate per p63 e con espressione di racemosi; il quadro è riferibile ad ademacarcinoma acinare (score Gleason 3+3 = 6).
Questo esito è di sei mesi fa, non ho ancora fatto nulla perché penso che nonostante bruciori e la mia dipendenza da toilette vivo abbastanza bene. Un illustre prof. immunologo mi consiglia di non fare proprio nulla perché la prospettiva di vita è la stessa, altri di intervenire in qualche modo ma con quali conseguenze non si sa e non mi riferisco solo alle conseguenze post intervento ma alla ripresa della malattia che spesso si ripropone più aggressiva anche dopo poco tempo.
Il mio PSA a luglio è sceso a 11,02 ng/ml (fatto in altro laboratorio analisi con la Chemiluminescenza), oggi è 12 ng/ml. I miei disturbi sono gli stessi ma è aumentata la quantità di urina che spesso emetto senza aver bevuto più del solito. Sono in attesa di un responso citologico sulle urine.
Vorrei che qualcuno mi facesse capire come stanno realmente le cose perché non sono così convinto che l’intervento o la radioterapia sia la cosa migliore da fare; certamente dovrò fare qualcosa per disostruire la prostata e fare una terapia più mirata per il bruciore che spesso non passa neppure con l’intervento chirurgico.
Avrete certamente capito che sono decisamente confuso e proprio per questo vi chiedo aiuto per sapere quali sono secondo voi le prime cose che dovrei fare, quale è la pericolosità reale di questo ademacarcinoma, e eventualmente con quale urgenza devo intervenire e come.
Ho sentito che con la Pet Tac è possibile individuare tumori molto piccoli, e mi chiedo se è possibile tenere sotto controllo con questo metodo il K congiuntamente al PSA e con visite urologiche ( biopsie non ne farò più !).
Si parla in modo molto favorevole per il controllo dei K dell’ascorbato di potassio + ribosio cosa ne pensate?
Mi scuso per essermi dilungato e per aver posto molte domande a cui tuttavia spero vogliate comunque rispondere.
Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
ho 57 anni e da almeno 5 ho un adenoma e una prostatite cronica. Prima della prostatite avvertivo, da anni, in modo saltuario, un forte bruciore nell’eiaculazione che subito passava. Con la comparsa di bruciori e della necessità di urinare sovente, il PSA è quasi sempre stato mediamente di 8 ng/ml; ho assunto numerosi antibiotici senza risultato e dagli esami fatti sull’urina e sul liquido seminale non è mai risultata una infezione. Ho effettuato una biopsia prostatica con sei prelievi che è risultata negativa. Con l’assunzione di Benur e di tre pastiglie di Proscar settimanali il PSA è sceso un po’ma sempre altalenante tra 5,6 a 8. Da settembre 2005 non prendo più il Proscar, e i valori sono progressivamente saliti fino a 13,7 con un free di 1,7 e un free/totale di 12,42. La flussimetria ha sentenziato un flusso patologico che con Omnic è migliorato.
Ho effettuato una nuova biopsia e in uno dei 13 prelievi, è risultato, sull’apice sinistro , un microfocolaio di 300 micron (ASAP). Mi è stato consigliato di ripetere la biopsia e di farla con molti prelievi. Ho fatto una biopsia con 28 prelievi. Sull’apice sinistro (quello incriminato) sono stati fatti 4 prelievi risultati negativi. Tre prelievi sono stati effettuati sulla base sinistra e in uno solo (di cm 0,8) è risultato occupato per il 20% in modo discontinuo da proliferazione microacinare atipica priva di cellule basali nelle sezioni immunocolorate per p63 e con espressione di racemosi; il quadro è riferibile ad ademacarcinoma acinare (score Gleason 3+3 = 6).
Questo esito è di sei mesi fa, non ho ancora fatto nulla perché penso che nonostante bruciori e la mia dipendenza da toilette vivo abbastanza bene. Un illustre prof. immunologo mi consiglia di non fare proprio nulla perché la prospettiva di vita è la stessa, altri di intervenire in qualche modo ma con quali conseguenze non si sa e non mi riferisco solo alle conseguenze post intervento ma alla ripresa della malattia che spesso si ripropone più aggressiva anche dopo poco tempo.
Il mio PSA a luglio è sceso a 11,02 ng/ml (fatto in altro laboratorio analisi con la Chemiluminescenza), oggi è 12 ng/ml. I miei disturbi sono gli stessi ma è aumentata la quantità di urina che spesso emetto senza aver bevuto più del solito. Sono in attesa di un responso citologico sulle urine.
Vorrei che qualcuno mi facesse capire come stanno realmente le cose perché non sono così convinto che l’intervento o la radioterapia sia la cosa migliore da fare; certamente dovrò fare qualcosa per disostruire la prostata e fare una terapia più mirata per il bruciore che spesso non passa neppure con l’intervento chirurgico.
Avrete certamente capito che sono decisamente confuso e proprio per questo vi chiedo aiuto per sapere quali sono secondo voi le prime cose che dovrei fare, quale è la pericolosità reale di questo ademacarcinoma, e eventualmente con quale urgenza devo intervenire e come.
Ho sentito che con la Pet Tac è possibile individuare tumori molto piccoli, e mi chiedo se è possibile tenere sotto controllo con questo metodo il K congiuntamente al PSA e con visite urologiche ( biopsie non ne farò più !).
Si parla in modo molto favorevole per il controllo dei K dell’ascorbato di potassio + ribosio cosa ne pensate?
Mi scuso per essermi dilungato e per aver posto molte domande a cui tuttavia spero vogliate comunque rispondere.
Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
[#1]
Urologo
gentile lettore,
nonostante le travagliate vicissitudini bioptiche , si è arrivati al temine con la diagnosi di adc acinare 3+3.
essendo lei un paziente giovane le consiglio l'intervento chirurgico, dal momento che può offrirle una più lunga prospettiva di vita. di fronte ad una diagnosi del genere occorre proporre una prostatectomia radicale. se il tumore coinvolge solo uno dei lobi è possibile fare una nerve sparing, cioè un intervento che conservi il ramo nervoso controlaterale al tumore al fine di avere maggiori possibilità di preservare l'erezione.
ne parli con il Collega Urologo che la segue e vedrà che potrà spiegarle bene la situazione.
in ogni caso resto a disposizione se vuole contattarmi.
Distinti Saluti
dott. Muzi
nonostante le travagliate vicissitudini bioptiche , si è arrivati al temine con la diagnosi di adc acinare 3+3.
essendo lei un paziente giovane le consiglio l'intervento chirurgico, dal momento che può offrirle una più lunga prospettiva di vita. di fronte ad una diagnosi del genere occorre proporre una prostatectomia radicale. se il tumore coinvolge solo uno dei lobi è possibile fare una nerve sparing, cioè un intervento che conservi il ramo nervoso controlaterale al tumore al fine di avere maggiori possibilità di preservare l'erezione.
ne parli con il Collega Urologo che la segue e vedrà che potrà spiegarle bene la situazione.
in ogni caso resto a disposizione se vuole contattarmi.
Distinti Saluti
dott. Muzi
[#2]
Gen.le utente,
non posso che essere daccordo con il mio collega sull'eventualità e necessità (vista la sua età e la diagnosi) di effettuare un intervento chirugico di prostatectomia radicale; il dubbio che un intervento non cambi la prognosi non è una buona giustificazione a rimandarlo, per quanto invasivo e fastidioso.
cordiali saluti
Dr. B. Battaglia
non posso che essere daccordo con il mio collega sull'eventualità e necessità (vista la sua età e la diagnosi) di effettuare un intervento chirugico di prostatectomia radicale; il dubbio che un intervento non cambi la prognosi non è una buona giustificazione a rimandarlo, per quanto invasivo e fastidioso.
cordiali saluti
Dr. B. Battaglia
Dr. Benedetto Battaglia
Chirurgia Generale ed Oncologica
Chirurgia Mininvasiva laparoscopica e robotica
www.benedettobattaglia.it
[#3]
Gentile utente,
il Suo caso è complesso perchè tale è forse il rapporto fiduciario con l'urologo che l'ha sin qui curata.
In campo oncologico e in un paziente giovane ed in buone condizioni, tenendo sempre in grande evidenza le possibilità conservative del trattamento, è pur sempre l'approccio chirurgico quello che viene proposto in prima istanza.
Pertanto non si può che concordare pienamente con il dr. Battagia e dr.Muzzi, soprattutto sulla necessità di riparlarne con il Suo urologo di fiducia.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
il Suo caso è complesso perchè tale è forse il rapporto fiduciario con l'urologo che l'ha sin qui curata.
In campo oncologico e in un paziente giovane ed in buone condizioni, tenendo sempre in grande evidenza le possibilità conservative del trattamento, è pur sempre l'approccio chirurgico quello che viene proposto in prima istanza.
Pertanto non si può che concordare pienamente con il dr. Battagia e dr.Muzzi, soprattutto sulla necessità di riparlarne con il Suo urologo di fiducia.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#4]
gentile utente,
le questioni più importanti relative al suo quadro clinico sono il controllo oncologico della malattia, i disturbi della minzione che presenta, i possibili effetti collaterali dei provvedimenti chirurgici proponibili.
Non fare nulla richiede una singolare posizione personale ed un attento monitoraggio clinico.
Visto che Lei è così confuso ed ha trovato aiuto in un suo amico immunologo è bene che consulti ancora degli specialisti in materia che possano fornirLe ancora un pò di informazioni e motivazioni al riguardo
con viva cordialità
le questioni più importanti relative al suo quadro clinico sono il controllo oncologico della malattia, i disturbi della minzione che presenta, i possibili effetti collaterali dei provvedimenti chirurgici proponibili.
Non fare nulla richiede una singolare posizione personale ed un attento monitoraggio clinico.
Visto che Lei è così confuso ed ha trovato aiuto in un suo amico immunologo è bene che consulti ancora degli specialisti in materia che possano fornirLe ancora un pò di informazioni e motivazioni al riguardo
con viva cordialità
Dott. Fenice
[#5]
Ex utente
Gentilissimi dottori,
Vi ringrazio per una così sollecita risposta che ha confermato quanto già immaginavo. Penso comunque che avere più di un parere sia importante per la decisione che dovrò prendere. In realtà speravo anche in qualche altra risposta come per esempio con quale urgenza dovrei fare l’intervento, ma capisco che non è possibile, anche per ragioni di tempo.
Vorrei comunque ancora chiedervi quale tipo di intervento chirurgico mi potete consigliare tra quello tradizionale, quello laparoscopico e quello robotico e un centro di eccellenza dove viene praticata la tecnica da Voi indicatami. Non penso che una tecnica valga l’altra e che tutti i centri siano allo stesso livello. Queste indicazioni semplificherebbero la mia scelta senza un ulteriore perdita di tempo.
Vi ringrazio ancora e Vi saluto cordialmente.
Vi ringrazio per una così sollecita risposta che ha confermato quanto già immaginavo. Penso comunque che avere più di un parere sia importante per la decisione che dovrò prendere. In realtà speravo anche in qualche altra risposta come per esempio con quale urgenza dovrei fare l’intervento, ma capisco che non è possibile, anche per ragioni di tempo.
Vorrei comunque ancora chiedervi quale tipo di intervento chirurgico mi potete consigliare tra quello tradizionale, quello laparoscopico e quello robotico e un centro di eccellenza dove viene praticata la tecnica da Voi indicatami. Non penso che una tecnica valga l’altra e che tutti i centri siano allo stesso livello. Queste indicazioni semplificherebbero la mia scelta senza un ulteriore perdita di tempo.
Vi ringrazio ancora e Vi saluto cordialmente.
[#6]
Gentile Signore,
Mi sento di esprimere il mio punto di vista specialistico nel suo caso. In particolare non mi sentirei di escludere la radioterapia fin dall'inizio. Non le voglio confondere le idee, ma bisogna ricordare che il trattamento radiante è un approccio che per le forme localizzate iniziate è totalmente sovrapponibile, in termini di risultati clinici all'intervento chirurgico, con il vantaggio di preservare l'organo, evitando gli effetti talora permanenti dell' intervento(impotenza permanente, incontinenza irreversibile ecc; da non escludere, se pur basso, il rischio di sottoporsi sempre ad una operazione chirurgica che talora puo essere evitabile. La radioterapia moderna, con tecniche come la Tomoterapia o altre tecniche di intensità modulata(IMRT), consente di ottenere una maggiore efficacia terapeutica di altre tecniche di radioterapia convenzionali, in termini di maggiore percentuale di guarigione, con minore incidenza di effetti collaterali. Inoltre qualora il trattamento radiante non andasse bene, ci sarebbe un ventaglio di possibilità terapeutiche di salvataggio. Faccia anche una prima visita con un collega radioterapista oncologo. Anche la radioterapia non è scevra di effetti collaterali, ma valuterei il rapporto rischio/beneficio per ogni trattamento (chirurgia, radioterapia ecc.)prima di scegliere definitivamente.
Mi sento di esprimere il mio punto di vista specialistico nel suo caso. In particolare non mi sentirei di escludere la radioterapia fin dall'inizio. Non le voglio confondere le idee, ma bisogna ricordare che il trattamento radiante è un approccio che per le forme localizzate iniziate è totalmente sovrapponibile, in termini di risultati clinici all'intervento chirurgico, con il vantaggio di preservare l'organo, evitando gli effetti talora permanenti dell' intervento(impotenza permanente, incontinenza irreversibile ecc; da non escludere, se pur basso, il rischio di sottoporsi sempre ad una operazione chirurgica che talora puo essere evitabile. La radioterapia moderna, con tecniche come la Tomoterapia o altre tecniche di intensità modulata(IMRT), consente di ottenere una maggiore efficacia terapeutica di altre tecniche di radioterapia convenzionali, in termini di maggiore percentuale di guarigione, con minore incidenza di effetti collaterali. Inoltre qualora il trattamento radiante non andasse bene, ci sarebbe un ventaglio di possibilità terapeutiche di salvataggio. Faccia anche una prima visita con un collega radioterapista oncologo. Anche la radioterapia non è scevra di effetti collaterali, ma valuterei il rapporto rischio/beneficio per ogni trattamento (chirurgia, radioterapia ecc.)prima di scegliere definitivamente.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#7]
A questo punto dopo il contributo preziosissimo del dr.Alongi, al Suo posto chiederei un incontro collegiale con la presenza di entrambi gli specialisti per una dettagliata valutazione costi/benefici delle opzioni proposte.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#8]
Ex utente
Gent. Dottor Alongi,
La ringrazio per avermi fornito informazioni sulla radioterapia e in particolare sulla tomoterapia che non conoscevo. Non avevo preso in considerazione la radioterapia in quanto mi hanno sempre parlato come prima scelta dell’intervento. Vorrei sapere da Lei se anche con un’ipertrofia prostatica, con un flusso patologico, una prostatite cronica e di conseguenza bruciori è possibile sottoporsi a tale tecnica. Vorrei sapere inoltre se il trattamento radiante non andasse bene, quali sono le altre possibilità terapeutiche di salvataggio di cui Lei parlava e se è vero che in caso di fallimento non è più possibile fare un intervento chirurgico.
La ringrazio e La saluto cordialmente
Gent. Dottor Catania,
Visto che non ero al corrente della tomoterapia vorrei approfondire l’argomento e poi è possibile fare un incontro collegiale come mi suggerisce Lei anche se, a dire il vero, non saprei come fare.
La ringrazio e La saluto cordialmente
La ringrazio per avermi fornito informazioni sulla radioterapia e in particolare sulla tomoterapia che non conoscevo. Non avevo preso in considerazione la radioterapia in quanto mi hanno sempre parlato come prima scelta dell’intervento. Vorrei sapere da Lei se anche con un’ipertrofia prostatica, con un flusso patologico, una prostatite cronica e di conseguenza bruciori è possibile sottoporsi a tale tecnica. Vorrei sapere inoltre se il trattamento radiante non andasse bene, quali sono le altre possibilità terapeutiche di salvataggio di cui Lei parlava e se è vero che in caso di fallimento non è più possibile fare un intervento chirurgico.
La ringrazio e La saluto cordialmente
Gent. Dottor Catania,
Visto che non ero al corrente della tomoterapia vorrei approfondire l’argomento e poi è possibile fare un incontro collegiale come mi suggerisce Lei anche se, a dire il vero, non saprei come fare.
La ringrazio e La saluto cordialmente
[#9]
gentile utente,
anche se la prostatectomia radicale è universalmente proposta come il trattamento di scelta per il carcinoma prostatico, mi sentirei di proporre, nel suo caso particolare, un'intervento endoscopico disostruttivo con perforazione mirata della capsula a livello del sito incriminato e biopsia estemporanea del margine di resezione.
Così facendo potremo asportare completamente il tumore, preservare sicuramente la continenza e l'erezione senza incorrere in alcun effetto collaterale e risolvere anche i suoi problemi minzionali legati all'iperplasia prostatica; il tutto con un'intervento poco invasivo e quattro giorni di ricovero.
cordiali saluti
anche se la prostatectomia radicale è universalmente proposta come il trattamento di scelta per il carcinoma prostatico, mi sentirei di proporre, nel suo caso particolare, un'intervento endoscopico disostruttivo con perforazione mirata della capsula a livello del sito incriminato e biopsia estemporanea del margine di resezione.
Così facendo potremo asportare completamente il tumore, preservare sicuramente la continenza e l'erezione senza incorrere in alcun effetto collaterale e risolvere anche i suoi problemi minzionali legati all'iperplasia prostatica; il tutto con un'intervento poco invasivo e quattro giorni di ricovero.
cordiali saluti
[#10]
Caro signore(utente 21555),
in primis le dico che è assolutamente necessario raccogliere con accuratezza i suoi dati anamnestici e soprattutto sintomatologici(sintomi da prostatite, da iperplasia)associando un adeguata valutazione clinica obiettiva. Al termine di questa visita complessiva, si potrà avere conferma della possibilità di trattare radicalmente un carcinoma prostatico localizzato con Radioterapia. Quindi sarebbe inutile continuare a fare discorsi via mail su questa o su altre opzioni terapeutiche e su quale sia la più adatta, in modo astratto.
Per quello che concerne i possibili trattamenti di salvataggio, per un paziente con attesa di malattia organo confinata, con una conferma istologica di ripresa, in assenza di altre localizzazioni attestate agli esami di imaging(tc, scintigrafia, o PET con Colina in funzione del PSA) è possibile in ritrattamento chirugico, pur considerando un aumento del rischio di cistectomia e di altre complicanze, rispetto alla chirurgia in prima istanza. Qualora ci fosse invece una ripresa extra prostatica di malattia attestata con imaging , sarebbe candidabile a trattamento ormonale con diverse combinazioni farmacologiche da scegliere in base al quadro patologico.
Quindi come vede il discorso è alquanto complesso e se Lei è realmente interessato ad un approccio conservativo (che è spesso la prima scelta nei paesi anglosassoni) necessita assolutamente di un colloquio chiarificatorio di persona, e spesso di un secondo parere clinico, oltre a quello rispettabilissimo dell'urologo di fiducia.
Cordialità
Filippo Alongi
in primis le dico che è assolutamente necessario raccogliere con accuratezza i suoi dati anamnestici e soprattutto sintomatologici(sintomi da prostatite, da iperplasia)associando un adeguata valutazione clinica obiettiva. Al termine di questa visita complessiva, si potrà avere conferma della possibilità di trattare radicalmente un carcinoma prostatico localizzato con Radioterapia. Quindi sarebbe inutile continuare a fare discorsi via mail su questa o su altre opzioni terapeutiche e su quale sia la più adatta, in modo astratto.
Per quello che concerne i possibili trattamenti di salvataggio, per un paziente con attesa di malattia organo confinata, con una conferma istologica di ripresa, in assenza di altre localizzazioni attestate agli esami di imaging(tc, scintigrafia, o PET con Colina in funzione del PSA) è possibile in ritrattamento chirugico, pur considerando un aumento del rischio di cistectomia e di altre complicanze, rispetto alla chirurgia in prima istanza. Qualora ci fosse invece una ripresa extra prostatica di malattia attestata con imaging , sarebbe candidabile a trattamento ormonale con diverse combinazioni farmacologiche da scegliere in base al quadro patologico.
Quindi come vede il discorso è alquanto complesso e se Lei è realmente interessato ad un approccio conservativo (che è spesso la prima scelta nei paesi anglosassoni) necessita assolutamente di un colloquio chiarificatorio di persona, e spesso di un secondo parere clinico, oltre a quello rispettabilissimo dell'urologo di fiducia.
Cordialità
Filippo Alongi
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 12.7k visite dal 25/11/2006.
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