Prostatectomia
Buonasera, la biopsia prostatica di mio marito è risultata positiva quindi dovrà affrontare un intervento di prostatectomia radicale laparascopica robot assistita.
Ha 56 anni e non l'ha presa molto bene, le chiedo cortesemente come cambierà la sua vita?
I rapporti sessualità saranno compromessi per sempre?
Grazie infinite in anticipo.
Ha 56 anni e non l'ha presa molto bene, le chiedo cortesemente come cambierà la sua vita?
I rapporti sessualità saranno compromessi per sempre?
Grazie infinite in anticipo.
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Buongiorno,
e' importante ricordare che ci troviamo di fronte ad una diagnosi di neoplasia e che il primo fine della terapia deve essere quello di garantire al paziente una sopravvivenza con una buona qualità' di vita.
Quando si parla di prostatectomia radicale robotica in realtà' esistono interventi diversi in base alla aggressività' del tumore e sua estensione.
Se la diagnosi e' di una neoplasia prostatica a basso rischio, l'intervento puo' mantenere i nervi responsabili dell'erezione ed attività' sessuale.
Se la diagnosi e' di una neoplasia ad elevata aggressività' o esteso oltre la capsula prostatica, l'intervento non potrà' conservare i nervi dell'erezione e dovrà' asportare anche i linfonodi regionali .
Si parla sempre di prostatectomia radicale ma nel primo caso, gradualmente la qualità' di vita potra' tornare simile a quella presente prima dell'intervento , sia per quanto riguarda la continenza che la potenza sessuale.
Nel secondo caso invece, pur riprendendo una normale continenza urinaria, la potenza sessuale non potrà essere recuperata se non con presidi protesici.
E' fondamentale pero' eseguire l'intervento per risolvere la patologia neoplastica senza forzare le indicazioni sulla conservazione funzionale o si rischia di non asportare completamente il tumore, con successiva progressione dello stesso e necessita' di altre terapie ben più' pesanti e meno efficaci
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Alessandro.sciarra@uniroma1.it
e' importante ricordare che ci troviamo di fronte ad una diagnosi di neoplasia e che il primo fine della terapia deve essere quello di garantire al paziente una sopravvivenza con una buona qualità' di vita.
Quando si parla di prostatectomia radicale robotica in realtà' esistono interventi diversi in base alla aggressività' del tumore e sua estensione.
Se la diagnosi e' di una neoplasia prostatica a basso rischio, l'intervento puo' mantenere i nervi responsabili dell'erezione ed attività' sessuale.
Se la diagnosi e' di una neoplasia ad elevata aggressività' o esteso oltre la capsula prostatica, l'intervento non potrà' conservare i nervi dell'erezione e dovrà' asportare anche i linfonodi regionali .
Si parla sempre di prostatectomia radicale ma nel primo caso, gradualmente la qualità' di vita potra' tornare simile a quella presente prima dell'intervento , sia per quanto riguarda la continenza che la potenza sessuale.
Nel secondo caso invece, pur riprendendo una normale continenza urinaria, la potenza sessuale non potrà essere recuperata se non con presidi protesici.
E' fondamentale pero' eseguire l'intervento per risolvere la patologia neoplastica senza forzare le indicazioni sulla conservazione funzionale o si rischia di non asportare completamente il tumore, con successiva progressione dello stesso e necessita' di altre terapie ben più' pesanti e meno efficaci
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Alessandro.sciarra@uniroma1.it
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.5k visite dal 25/06/2022.
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