Inginocchiamenti dell'uretete, intervento o no?

Buongiorno, sono un ragazzo di 20 anni e dall'età di 11 anni ho fatto avanti e indietro tra casa e ospedali per frequenti coliche renali, calcolosi, infezioni delle vie urinarie e pielonefriti.

Ometto i diversi ricoveri e accessi in ps per questi problemi perché non è il punto su cui vorrei focalizzarmi, bensì recentemente, a seguito dell'ennesima colica renale, dall'ecografia risulta, a destra, ectasia e calcolo di 4mm nell'uretete pre terminale in possibile pelvi bifida, mi viene impostata terapia espulsiva che ho eseguito per 3 settimane, con controllo nefrologico ed eco ogni settimana per monitorare la dilatazione e l'eventuale uscita del calcolo.

Al termine delle 3 settimane il calcolo è sceso in vescica dove il nefrologo ha notato altri due piccoli calcoli nell'uretra con presenza ancora di dilatazione.

Allo stesso tempo mi viene prescritto cefixima per un infezione alle vie urinarie regredirta poi con l'antibiotico e mi manda dall'urologo che mi prescrive una tac che riscontra "limitati inginocchiamenti dell'uretere di destra senza importante ectasia", di calcoli invece non se ne vedevano.

Tengo a specificare che nel periodo tra nefrologo e urologo ho aumentato, come già so, l'idratazione e raccolto sempre le urine alla ricerca di questi calcoli prossimi all'uscita ormai che comunque non ho mai visto.

Alché l'urologa mi conferma la malformazione di cui già si sospettava e che è la causa, dall'età di 10 anni, di tutti i miei calcoli, infezioni e coliche.

Mi parla di un intervento di stent che lei nega di poter acconsentire in quanto sarebbe da eseguire ogni 6 mesi in cui avrebbero messo un tubicino dal rene alla vescica per modellare l'uretere ma vista la mia giovane età e il fatto che non avessi coliche in quel momento e dilatazione, non avrebbe dato l'ok perché sarebbe stato accanimento terapeutico.

Il discorso che sto per fare non vuole essere fraintendibile, non sono masochista bensì obiettivo: ho 20 anni, ho iniziato da poco a lavorare e vorrei essere spensierato come i miei coetanei, sono stufo di dover ogni mese e davvero ogni mese recarmi in pronto soccorso sempre per la stessa storia, coliche, sangue nelle urine, notti passate in ps, essere drogato da morfina e contramal e tornare a casa stordito per i giorni seguenti.

Sono stato mandato dall'urologq appositamente per questa insistente dilatazione e per trovarmi su due piedi senza alcun dolore davanti a lei non significa che io sto bene, perché non ho male in questo momento, ma banalmente tra due settimane probabilmente sarò dinuovo punto a capo.

E ne parlo con molta convinzione perché ormai la mia vita sta andando avanti così da diverso tempo.

Sono obiettivo, se un intervento ogni 6 mesi, non invasivo tra l'altro (a detta sua), mi risolverebbe tutti i problemi io lo preferisco che andare 3/4 volte in ps in 6 mesi e stare peggio
Mi trovo molto affranto per questa situazione, è possibile che non esista terapia o modo per risolvere questo problema?

Grazie mille della disponibilità.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Premettiamo che per una corretta valutazione del caso è assolutamente indispensabile la valutazione diretta sua e della TAC recentemente eseguita.
Se le coliche sono portate dalla ripetuta espulsione di calcoli, pare ovvio che il provvedimento più razionale sia quallo di cercare di prevenirne la formazione. Ben sappiamo che non sia semplice andare a cercare delle possibili cause, ma tanto più invalidante è il problema, tanto più vale la pena di fare qualche cosa. Gli - inginocchiamenti - sono dovuti alle sinuosità dell'uretere all'incrocio con le strutture anatomiche contigue (es. vene renali, vena spermatica, vena ed arteria iliaca, eccetera) ma anche ad artefatti radiologici dovuti alla progressione peristaltica del mezzo di contrasto. Il fatto che i calcoli comunque riescano a passare è la riprova che non vi siano restringimenti particolari o comunque qualcolsa che meriti di essere corretto chirurgicamente. L'inserimento a lungo termine di uno stent alla sua età è assolutamente improponibile, poiché se mai vi potesse essere un ipotetico vantaggio nello scarico di urina dal rene, la presenza stessa dello stent sarebbe certamente fastidiosa, talora anche parecchio. Senza contare i danni a lungo termine dovuti al reflusso di urina verso il rene e le possibili infezioni retrograde. Sono condizioni che mettono in dubbio l'inserimento in persone che hanno 3-4 volte la sua età, diremmo che a 23 anni si tratti di una strada non praticabile.
A distanza in questo momento non abbiamo altri consigli sostanziali da dare, è però indispensabile che i suo rapporti con l'urologo non siano solo episodici in caso di dolore, ma proseguano se possibile sempre con lo stesso specialista, cercando di affrontare la situazione con calma e per passi successivi.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Non ho specificato che i problemi sopra riportati da me includono entrambi i reni e i calcoli li ho esclusivamente avuti sempre e solo a sinistra, a destra solo quest'ultimo di cui ho parlato, non so se può essere rilevante.
Mi ha rasserenato il suo messaggio per quanto riguarda il calcolo che se è sceso è buon segno.
Allo stesso tempo, l'urologa mi fa che per poter dare l'ok ad un intervento di questo genere dovrei presentare un minimo di dilatazione al momento della colica, cosa che effettivamente attualmente non ho ma che avevo fino a due settimane fa, è questo che non mi torna.
Seguendo questo ragionamento dovrei aspettare di stare nuovamente male e magari farmi un altro ricovero per un'altra pielonefrite per poter esser preso in considerazione? Infatti dopo questa visita, il nefrologo mi ha mandato da un altro collega per fare un'altra valutazione.
Altra cosa che volevo riportarle, com'è possibile che mio cugino (19 anni) ha lo stesso identico problema, se non da molto meno tempo e di gravità minore e a lui hanno messo lo stent con programmato l'intervento di pielo plastica?
Ovviamente voi non avete le cartelle cliniche dei pazienti che vi scrivono come gli esami effettuati e sicuramente ci saranno stati i motivi per procedere con questo iter con lui, ma non mi spiego come sia possibile questa differenza e questi pareri discordanti.
Mi sta molto demoralizzando l'idea di esser destinato a questo genere di vita, tra nefrologi, ricoveri, dottori, esami e dolori e mi creda dottore se le dico che non sto esagerando, perché davvero, non ci vedo via d'uscita andando avanti così.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
L'intervento di pieloplastica si esegue quando vi è un evidente ed indiscutibile restringimento del giunto pielo-ureterale, documentato anche dalla scintigrafia renale dinamica. Si tratta di un restringimento attraverso cui ovviamente non può passare alcun calcolo, quando questo fosse avvenuto, la diagnosi (spesso unicamente radiologica) è sempre discutibile, almeno questo ci hanno insegnato a suo tempo i nostri Maestri.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it