Esame urine pcr per sospetto prostatite cronica clamidia
Buongiorno Dottori.
Come rilevabile altri consulti richiesti soffro ormai da 3 anni di prostatite cronica che tutti gli urologi (4-5) che mi hano visitato hanno classificato come CPPS ed in particolare un neuro urologo come mioneuropatia pelvica.
ora il professionista che ormai mi seguiva da anni (del quale ho molta stima e che è l' unico che mi ha fatto avere dei modesti miglioram, enti) è purtroppo andato in pensione e mi ha suggerito un suo collega che ritiene molto preparati nel campo della difficilissima cura di questa sindrome.
ho quindi fatto una visita con questo nuovo medico e mi sono trovato subito molto bene...anche lui è propenso a classidicare il mio caso come CPPS e vuole in parte rimodulare la cura ma ha notato che fra gli innumerevoli esami colturali di urine e liquido seminale (sempre tutti rigorosamente negativi) none ne ho mai fatto uno per ricerca spefica di clamidia: egli sostiene che vi possono essere casi nei quali è questo batteriro il responsabile di prostatiti croniche poichè, mi diceva, quando lo si prende per via sessuale è spesso asintomatico o paucisintomatico per cui il malcapitato non cura l' uretrite immediatamente ed il batterio può risalire fino alla prostata generando una prostatite cronica batterica...
mi ha detto che avendo io ormai provato tutto ci potrebbe essere questa non probabilissma causa come ultimo tentativo di indagine e tanto vale fare un tentativo...allo scopo mi ha prescritto un esame urine primo mitto per la ricerca di clamidia con metodo pcr...lì per lì non ci ho fatto caso ma ora mi sorgono dei dubbi/curiosità che purtroppo, essendo lui al momento irreperibile (avendo moltissimi pazienti non risponde praticamente mai a telefono o mail, , , a mai solo per fissare appuntamenti) vorrei chirire con Voi in attesa di rivederlo dopo l' esito dell' esame:
1) Peerchè se sospetta una prostatite si è limitato aprescrivermi solo l' urinocoltura primo mitto (che mi pare serva a diagnosticare solo uretriti) e non asnche una rivcerca sul liquido seminale o praotatico?...io mi sono risposto ritenendo che se l' urinocoltura risulta negativa vuol dire che la clamidia non c'è mai stata in uretra e quindi automaticamente è impossibile che sia risalita in prostata, per cui lui mi ha richiesto solo questo esame per farmi risparmiare denaro e, qualora positivo, approfondirà con l' esame del liquido seminale o secreto prostatico...sbaglio?
2) nell' ipotesi che sia urinocoltura e soprattuuto sperliocoltura risultassero positive (confermando quindi la presenza della clamidia nella prostata) vi sono ragionevoli possibilità con una cura antibiotica di media lunga durata (come so avviene in questi casi) di eliminare defininivamente la prostatite, oppure essendo la prostata, come leggo spesso, praticamente inacessibile agli antibiotici la cura sarebbe inutile se non contrproducente per gli effetti collaterali?
Grazie per l' attenzione
Come rilevabile altri consulti richiesti soffro ormai da 3 anni di prostatite cronica che tutti gli urologi (4-5) che mi hano visitato hanno classificato come CPPS ed in particolare un neuro urologo come mioneuropatia pelvica.
ora il professionista che ormai mi seguiva da anni (del quale ho molta stima e che è l' unico che mi ha fatto avere dei modesti miglioram, enti) è purtroppo andato in pensione e mi ha suggerito un suo collega che ritiene molto preparati nel campo della difficilissima cura di questa sindrome.
ho quindi fatto una visita con questo nuovo medico e mi sono trovato subito molto bene...anche lui è propenso a classidicare il mio caso come CPPS e vuole in parte rimodulare la cura ma ha notato che fra gli innumerevoli esami colturali di urine e liquido seminale (sempre tutti rigorosamente negativi) none ne ho mai fatto uno per ricerca spefica di clamidia: egli sostiene che vi possono essere casi nei quali è questo batteriro il responsabile di prostatiti croniche poichè, mi diceva, quando lo si prende per via sessuale è spesso asintomatico o paucisintomatico per cui il malcapitato non cura l' uretrite immediatamente ed il batterio può risalire fino alla prostata generando una prostatite cronica batterica...
mi ha detto che avendo io ormai provato tutto ci potrebbe essere questa non probabilissma causa come ultimo tentativo di indagine e tanto vale fare un tentativo...allo scopo mi ha prescritto un esame urine primo mitto per la ricerca di clamidia con metodo pcr...lì per lì non ci ho fatto caso ma ora mi sorgono dei dubbi/curiosità che purtroppo, essendo lui al momento irreperibile (avendo moltissimi pazienti non risponde praticamente mai a telefono o mail, , , a mai solo per fissare appuntamenti) vorrei chirire con Voi in attesa di rivederlo dopo l' esito dell' esame:
1) Peerchè se sospetta una prostatite si è limitato aprescrivermi solo l' urinocoltura primo mitto (che mi pare serva a diagnosticare solo uretriti) e non asnche una rivcerca sul liquido seminale o praotatico?...io mi sono risposto ritenendo che se l' urinocoltura risulta negativa vuol dire che la clamidia non c'è mai stata in uretra e quindi automaticamente è impossibile che sia risalita in prostata, per cui lui mi ha richiesto solo questo esame per farmi risparmiare denaro e, qualora positivo, approfondirà con l' esame del liquido seminale o secreto prostatico...sbaglio?
2) nell' ipotesi che sia urinocoltura e soprattuuto sperliocoltura risultassero positive (confermando quindi la presenza della clamidia nella prostata) vi sono ragionevoli possibilità con una cura antibiotica di media lunga durata (come so avviene in questi casi) di eliminare defininivamente la prostatite, oppure essendo la prostata, come leggo spesso, praticamente inacessibile agli antibiotici la cura sarebbe inutile se non contrproducente per gli effetti collaterali?
Grazie per l' attenzione
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Mioneuropatia pelvica è un termine molto dotto e affascinante, non lo avevavmo mai sentito. Ma non è purtroppo inventandosi un termine nuovo che si migliorano la diagnosi e la terapia per un problema tanto annoso quanto relativamente comune.
Il sospetto del Collega è lecito, anche se sinceramente dubitiamo che porti davvero da qualche parte, d'ogni modo vale la pena di provare. Il dosaggio PCR, per quanto ne sappiamo, si esegue solo sulle urine del primo getto. Si presuppone che il passaggio dell'urina attraverso la prostata sia sufficiente a trascinare le Clamidie, qualora presenti.
Il sospetto del Collega è lecito, anche se sinceramente dubitiamo che porti davvero da qualche parte, d'ogni modo vale la pena di provare. Il dosaggio PCR, per quanto ne sappiamo, si esegue solo sulle urine del primo getto. Si presuppone che il passaggio dell'urina attraverso la prostata sia sufficiente a trascinare le Clamidie, qualora presenti.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Buongiorno Dott. Piana, e grazie della sollecita risposta.. il termine mioneuropatia pelvica , mi è stato spiegato dal neuro urologo che mi visitò, è dovuto al fatto che la prostatite abatterica o cpps è, dalle teorie più moderne, sostenuta/provocata da uno spasmo muscolare del pavimento pelvico(originato da un insulto di tipo batterico o anche da situeaioni di stress prolungato...mi diceva che la causa è spesso misconosciuta e può essere multifattoriale) che "strozza" la prostata ed i nervi della regione provocando neuropatie periferiche...e quindi le terapie sono a base di miorislassanti (diazepam baclofen ecc..) per allentare la mosra muscolare ed eventualmente antineuropatici (laroxy liyrica) per contrastare il dolore neuropatico conseguente e a volte alfalitici per ridurre lo spasmo muscolare prostatico ed i sintomi irritativi urinari provocati
vorrei ora porre alcuni quesiti alla sua gentile attenzione :
1)Il nuovo specialista che mi segue mi ha chiesto se prima dell' esordio della patologia ho avuto rapporti sessuali a rischio : io gli ho risposto che non avendo una relazione stabile avevo rapporti perlopiù occasionali sempre rigorosamente protetti ( anche quelli orali passivi) ma ricordo un episodio nel quale , durante una masturbazione, la partner occasionale sfilò il condom e continuò a masturbarmi utilizzando un pò della sua saliva per lubrificare..io la interruppi quasi subito, spaventato (il tutto sarà durato 1-2 minuti, il tempo di "reagire" a questa mossa a sorpresa), ed andai a lavarmi poco dopo con acqua fresca il pene ed il meato dopo aver urinato
potrebbe esser stato questo l' episodio nel quale ho contratto l' eventuale infezione da clamidia ? (non ho avuto i sintomi classici di secrezione uretrale ma so che questa malattia è insidiosa proprio per questo...uno non se ne accorge e quindi non interviene subito con terapia antibiotica ed i germi risalgono in prostata da cui è molto difficile eradicarli);
è quindi trasmissibile anche con la saliva ?
2) Ho letto di casi di utenti nei quali il test sulle urine primo mitto / tampone uretrale ha dato esito negativo, mentre poi la clamidia è stata riscontrata al test colturale sul liquido seminale..come si spiega sta cosa ?
3) qualora riscontrassi una infezione cronica prostatica da clamidia per positività al test sul liquido seminale c'è qualche speranza che una classica cura a base di macrolidi per 4-6 settimane (che ho letto essere il trattamento previsto in questi casi) possa eradicare finalmente l' eventuale germe dalla prostata e qundi risolvere il problema alla radice una volta per tutte (anche se i sintomi irritativi ci metteranno più tempo a scomparire ) ? chiedo questo perchè dai numerosi consulti letti su medicitalia la maggior parte degli urologi tra i quali Lei sono molto scettici sulle terapie antibiotiche prolungate per il fatto che la prostata pare impenetrabile agli antibiotici e si rischia di avere solo la distruzione della fora inestinale
vorrei ora porre alcuni quesiti alla sua gentile attenzione :
1)Il nuovo specialista che mi segue mi ha chiesto se prima dell' esordio della patologia ho avuto rapporti sessuali a rischio : io gli ho risposto che non avendo una relazione stabile avevo rapporti perlopiù occasionali sempre rigorosamente protetti ( anche quelli orali passivi) ma ricordo un episodio nel quale , durante una masturbazione, la partner occasionale sfilò il condom e continuò a masturbarmi utilizzando un pò della sua saliva per lubrificare..io la interruppi quasi subito, spaventato (il tutto sarà durato 1-2 minuti, il tempo di "reagire" a questa mossa a sorpresa), ed andai a lavarmi poco dopo con acqua fresca il pene ed il meato dopo aver urinato
potrebbe esser stato questo l' episodio nel quale ho contratto l' eventuale infezione da clamidia ? (non ho avuto i sintomi classici di secrezione uretrale ma so che questa malattia è insidiosa proprio per questo...uno non se ne accorge e quindi non interviene subito con terapia antibiotica ed i germi risalgono in prostata da cui è molto difficile eradicarli);
è quindi trasmissibile anche con la saliva ?
2) Ho letto di casi di utenti nei quali il test sulle urine primo mitto / tampone uretrale ha dato esito negativo, mentre poi la clamidia è stata riscontrata al test colturale sul liquido seminale..come si spiega sta cosa ?
3) qualora riscontrassi una infezione cronica prostatica da clamidia per positività al test sul liquido seminale c'è qualche speranza che una classica cura a base di macrolidi per 4-6 settimane (che ho letto essere il trattamento previsto in questi casi) possa eradicare finalmente l' eventuale germe dalla prostata e qundi risolvere il problema alla radice una volta per tutte (anche se i sintomi irritativi ci metteranno più tempo a scomparire ) ? chiedo questo perchè dai numerosi consulti letti su medicitalia la maggior parte degli urologi tra i quali Lei sono molto scettici sulle terapie antibiotiche prolungate per il fatto che la prostata pare impenetrabile agli antibiotici e si rischia di avere solo la distruzione della fora inestinale
[#3]
1) Certamente no.
2) In medicina ... due più due non fa mai quattro.
3) Come le i stesso ha rilevato, noi siamo sostanzialmente contrati alle terapie antibioriche prolungate, poiché nella nostra esperienza non hamnno praticamete mai risoltio alcunché.
2) In medicina ... due più due non fa mai quattro.
3) Come le i stesso ha rilevato, noi siamo sostanzialmente contrati alle terapie antibioriche prolungate, poiché nella nostra esperienza non hamnno praticamete mai risoltio alcunché.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5k visite dal 04/05/2022.
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