Difficoltà minzione al mattino o dopo riposo prolungato
Buonasera, ho 58 anni e da circa 9 mi è stato riscontrato un ingrossamento della prostata.
Faccio annualmente visita dall'urologo, con palpazione e verifica del PSA.
Negli ultimi 9 anni ho fatto due ecografie di controllo (nella norma) che hanno evidenziato calcificazioni.
Nel periodo del lockdown mi sono lasciato andare ad abitudini scorrette: dolci, cibi grassi, vino, cioccolata.
Morale, anche a causa di un prolungato periodo di astinenza, ho avuto recentemente un episodio di prostatite con leggera sensazione di fastidio alla prostata, pertanto mi sono messo a dieta, mi sono impeganto a "svuotare" bisettimanalmente i condotti prostatici e ho iniziato a bere molti più liquidi e a prendere della capsule di polline.
La sensazione di fastidio è passata, ma noto questo fenomeno: al mattino appena alzato dal letto, oppure se mi stendo sul divano per un oretta, come risultato la minzione è molto rallentata.
Ho letto che le persone più colpite da IPB sono quelle che svolgono lavori sedentari, e poichè passo 8 ore alla scrivania, ho provato a cambiare abitudini e a stare in piedi il più possibile, facendo un pò di movimento ogni 40 minuti.
Così facendo, la minzione è perfetta, ma al mattino e se sto steso per parecchio tempo si manifesta il problema suddetto di minzione rallentata.
Sia il mio materasso che il divano sono molto caldi... Può dipendere da eccessivo calore?
Oppure da un ristagno e rallentamento della circolazione che ingrossa la prostata?
Se così fosse significherebbe che la mia situazione è borderline, ovvero al limite, oppure il tutto potrebbe esser dovuto al fatto che le prostatiti richiedono tempi lunghi di guarigione?
Aggiungo che ho fatto per altri motivi analisi delle urine e spermiocoltura che non evidenziato infezioni.
Voi come la vedete?
Faccio annualmente visita dall'urologo, con palpazione e verifica del PSA.
Negli ultimi 9 anni ho fatto due ecografie di controllo (nella norma) che hanno evidenziato calcificazioni.
Nel periodo del lockdown mi sono lasciato andare ad abitudini scorrette: dolci, cibi grassi, vino, cioccolata.
Morale, anche a causa di un prolungato periodo di astinenza, ho avuto recentemente un episodio di prostatite con leggera sensazione di fastidio alla prostata, pertanto mi sono messo a dieta, mi sono impeganto a "svuotare" bisettimanalmente i condotti prostatici e ho iniziato a bere molti più liquidi e a prendere della capsule di polline.
La sensazione di fastidio è passata, ma noto questo fenomeno: al mattino appena alzato dal letto, oppure se mi stendo sul divano per un oretta, come risultato la minzione è molto rallentata.
Ho letto che le persone più colpite da IPB sono quelle che svolgono lavori sedentari, e poichè passo 8 ore alla scrivania, ho provato a cambiare abitudini e a stare in piedi il più possibile, facendo un pò di movimento ogni 40 minuti.
Così facendo, la minzione è perfetta, ma al mattino e se sto steso per parecchio tempo si manifesta il problema suddetto di minzione rallentata.
Sia il mio materasso che il divano sono molto caldi... Può dipendere da eccessivo calore?
Oppure da un ristagno e rallentamento della circolazione che ingrossa la prostata?
Se così fosse significherebbe che la mia situazione è borderline, ovvero al limite, oppure il tutto potrebbe esser dovuto al fatto che le prostatiti richiedono tempi lunghi di guarigione?
Aggiungo che ho fatto per altri motivi analisi delle urine e spermiocoltura che non evidenziato infezioni.
Voi come la vedete?
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Buongiorno,
mi permetto di sottolineare che l'ipertrofia prostatica e' una vera patologia cronica legata ad un ingrandimento progressivo della ghiandola legata ai cambiamenti ormonali che tuti gli uomini subiscono a partire dai 45-50 anni.
Tutte le condizioni da lei indicate possono determinare un associazione di una infiammazione all'ipertrofia prostatica ma non determinare sostanzialmente la patologia.
Il danno che puo' produrre questa patologia benigna e' un danno cronico e progressivo alla muscolatura vescicale che puo' indebolirsi progressivamente fino a produrre uno svuotamento incompleto dell'urina con infezioni ricorrenti, calcolosi associata, in casi estremi danno renale.
Per questo motivo, al di la' dei sintomi e' importante caratterizzare obiettivamente l'ipertrofia prostatica ed il suo effetto sulla vescica con una uroflussometria e misura del residuo post-minzionale.
La terapia non e' una terapia comportamentale solo come quella indicata, ne una terapia con estratti vegetali od integratori.
Come patologia cronica deve essere trattata con farmaci in somministrazione cronica ( alfa litici associati o no ad inibitori della 5 alfa redattasi) od in caso di insuccesso o forme avanzate, con la chirurgia endoscopica.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
mi permetto di sottolineare che l'ipertrofia prostatica e' una vera patologia cronica legata ad un ingrandimento progressivo della ghiandola legata ai cambiamenti ormonali che tuti gli uomini subiscono a partire dai 45-50 anni.
Tutte le condizioni da lei indicate possono determinare un associazione di una infiammazione all'ipertrofia prostatica ma non determinare sostanzialmente la patologia.
Il danno che puo' produrre questa patologia benigna e' un danno cronico e progressivo alla muscolatura vescicale che puo' indebolirsi progressivamente fino a produrre uno svuotamento incompleto dell'urina con infezioni ricorrenti, calcolosi associata, in casi estremi danno renale.
Per questo motivo, al di la' dei sintomi e' importante caratterizzare obiettivamente l'ipertrofia prostatica ed il suo effetto sulla vescica con una uroflussometria e misura del residuo post-minzionale.
La terapia non e' una terapia comportamentale solo come quella indicata, ne una terapia con estratti vegetali od integratori.
Come patologia cronica deve essere trattata con farmaci in somministrazione cronica ( alfa litici associati o no ad inibitori della 5 alfa redattasi) od in caso di insuccesso o forme avanzate, con la chirurgia endoscopica.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
[#2]
Utente
Buongiorno professore,
il suo messaggio è chiarissimo, provvederò quanto prima a una nuova visita urologica per valutare il tutto.
Mi farebbe molto piacere, e credo anche a chi dovesse leggere questa conversazione, sapere per quale motivo nel mio caso le manifestazioni di minzione rallentata sono molto discontinue: se mi muovo, cammino, vado in bicicletta la minzione è perfetta, se invece sto seduto o sdraiato per parecchio tempo a volte (ma non sempre) la minzione è rallentata. Può il tutto essere dovuto a problemi circolatori che peggiorano le condizioni di una IPB che è all'esordio dei primi sintomi?
Un sentito ringraziamento per il tempo che ha dedicato a questa conversazione.
il suo messaggio è chiarissimo, provvederò quanto prima a una nuova visita urologica per valutare il tutto.
Mi farebbe molto piacere, e credo anche a chi dovesse leggere questa conversazione, sapere per quale motivo nel mio caso le manifestazioni di minzione rallentata sono molto discontinue: se mi muovo, cammino, vado in bicicletta la minzione è perfetta, se invece sto seduto o sdraiato per parecchio tempo a volte (ma non sempre) la minzione è rallentata. Può il tutto essere dovuto a problemi circolatori che peggiorano le condizioni di una IPB che è all'esordio dei primi sintomi?
Un sentito ringraziamento per il tempo che ha dedicato a questa conversazione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.4k visite dal 29/04/2022.
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