Pieloplastica
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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Purtroppo sono stata ricoverata in un ospedale senza urologia, mandata a posizionare la pielostomia dove verrò operata, e rispedita all'ospedale di partenza. Visite ed esami successivi li ho effettuati da esterna. Sono stata chiamata per il pre ricovero e so solo che entro fine aprile dovrei essere operata. E che mi verrà spiegato tutto il giorno precedente...per quello cercavo di capirci qualcosa in più, anche perché è una situazione abbastanza stressante
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Inoltre, essendo di nuovo alle prese con l'infezione ed essendo l'intervento vicino, può questa condizione causare problemi nella buona riuscita della pieloplastica?
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Avrei dovuto essere operata entro fine mese (al pre ricovero mi avevano dato il 22 come data) ma non sono mai stata chiamata. A furia di tentativi mi è stato risposto che il mio intervento è stato accantonato a causa di troppe urgenze oncologiche e che non mi possono dare una data nemmeno indicativa ma che gli esami durano 3 mesi e si possono rifare. Io ho la pielostomia da gennaio, sono soggetta a continue infezioni, so che altre persone che erano dopo di me in lista sono state operate, è normale un comportamento del genere? C'è qualcuno a cui possa far presente questa situazione? Non è un mio diritto sapere a che punto della lista d'attesa sono?
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Volevo chiederle se è vero che va tenuto massimo 6 mesi e poi va tolto e riposizionato? Ed è vero che gli esami pre operatori durano 3 mesi e non uno?
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Nella sua attuale situazione che vi sia del dolore lombare residuo è abbastanza prevedibile, difficile (o meglio impossibile) individuare una causa precisa, la più probabile è la presenza stessa dello stent. D'ogni modo, ripetiamo, è molto probabile che verrà sottoosta ad una ecografia di controllo prima delle diissioni.
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Poi avrei altre due domande:
1) la sensazione di fatica a svuotare completamente la vescica (quando urino il flusso è lento e alla fine devo rimanere un attimo in attesa affinché esca tutta) può dipendere dall'ossibutinina? O è un effetto dello stent?
2) dopo la laparoscopia appena mangio qualcosa mi si gonfia subito molto la pancia, è tutta una conseguenza dell'intervento?
2) No. Evidentemente il suo intestino non ha ancora trovato un suo equilibrio, probabilmente anche a causa degli antibiotici.
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La sensazione di stimolo a urinare, anche di lieve bruciore, è sempre dovuta allo stent? Non avrà mica a che fare col fatto che per ore mi era stato clampato il catetere e la vescica si era dilatata? La mia paura è che mi abbiano fatto qualche danno.
Ed esistono magari degli integratori con effetti meno pesanti dell'ossibutinina per "calmare" la vescica sotto stress per lo stent?
Ciò detto, i suoi disturbi sono molto comuni e sicuramente associabili alla presenza dello stent, che pur essendo sottile e flessibile, viene percepito come un corpo estraneo e generalmente mal tollerato, comunque in modo molto variabile da soggetto a soggetto. Trattandosi di una causa meccanica, questa può essere risolta solo dalla rimozione dello stent, che avverà a tempo debito. Nel frattempo, qualsasi antidolorifico, dal paracetamolo a salire, è in grado di aumentare almeno un poco la tollerabilità. Come abbiamo già scritto, riteniamo invece discutibile la prescrizione di ossibutinina, farmaco con altre indicazioni e gravato di effetti collaterali consistenti.
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L'ossibutinina mi era stata prescritta nei giorni in cui vescicale e stent mi procuravano spasmi tremendi e perdite di urina (quelle poi risolte a mio avviso quando dopo giorni si sono decidi a rigonfiare il palloncino del catetere). Tornata a casa, visti gli effetti collaterali e visto che spasmi non ne ho più, il medico di base me l'ha sospesa e in effetti non noto differenza. Anzi, forse faccio meno fatica ad espellere l'urina da quando non la assumo più.
Se gentilmente posso approfittare ancora dei suoi consigli avrei un'altra domanda. Devo tenere lo stent ancora 30 giorni (quindi un totale di circa 45) e avendo avuto l'infezione causata dalla pielostomia tenuta troppi mesi vogliono tenermi sotto antibiotico fino a quando verrà rimosso. Sto assumendo Augmentin e il primario che mi ha operata, viste le molteplici allergie, aveva parlato di tenere questo come profilassi andandolo a scalare. Nella lettera di dimissioni però mi è stato scritto di assumerlo ancora 8 giorni e poi cambiarlo con il Neo Furadantin che non ho mai assunto (e quindi ho un po' paura a prendere viste le reazioni anche ad altri antibiotici) e che comunque non riuscirei ad assumere in quanto ho difficoltà a deglutire le capsule. Pertanto il mio medico sarebbe orientato a scalarmi l'Augmentin tenendo una bustina fino al momento della rimozione dello stent. Consapevole del fatto che non potete "prescrivere" terapie lei questa profilassi la vede corretta in un caso come il mio?
E' ovvio che senza ossibutinina la minzione sia più libera, questo farmaco ha infatti lo scopo di ridurre la forza contrattile del muscolo vescicale, ma quando questa è accentuata da una malattia della vescica, non dalla presenza di un corpo estraneo.
Noi siamo molto parsimoniosi nella prescrizione degli antibiotici, ma altrettanto convinti che quando questi sono necessari debbano essere soministrati a dosi piene e solo per il tempo opportuno. Questa terapia "a scalare" come se fosse il cortisone dal nostro punto di vist non ha alcun fondamento ed è basata su abitudini errate.
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Perché dopo 2 settimane di antibiotico, nonostante vitamine e fermenti, ho la bocca che brucia e mi sento stanca e l'idea di doverlo prendere ancora per un mese mi spaventa un po'
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Descrizione microscopica: sezioni di parete delle alte vie urinarie con aspetti di disarrey della componente muscolare liscia, rivestita da urotelio con note di iperplasia reattiva, si segnala marcata flogosi cronica attiva con ricca componente eosinofila a carattere transmurale, edema.
Conclusioni: reperto di tipo infiammatorio compatibile con malattia del giunto pielo ureterale.
Vorrei chiederle: secondo lei questa flogosi è riconducibile solo alla sindrome del giunto o anche al lungo periodo con la pielostomia? E, soprattutto, per la sua esperienza un tessuto così infiammato reagisce bene all'intervento, ovvero cicatrizza bene? Perché il primario che mi ha operata aveva detto che per la riuscita era fiducioso in quanto i tessuti, nonostante fosse un rene da operare da anni, sono buoni.
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Le recidive sono una realtà, sono comunque piuttosto rare e nella maggior parte dei casi dovute ad una cicatrizzazione esuberante, assai meno frequenti le causa legate alla tecnica chirurgica che oggi si presume sia diffusamente molto buona.
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