Cistite ricorrente, sintomi lievi

Buongiorno,
Da ormai quasi due anni soffro di cistiti ricorrenti, che compaiono dopo i rapporti.

Il mio medico di base mi prescrive ogni volta il farmaco Neofuradantin 100, 3 volte al giorno per 5 giorni e in questo modo risolvo il problema (non ho mai avuto ricadute subito dopo la sospensione del farmaco, ma sempre a distanza di almeno un mese e sempre dopo un rapporto).
Il mio medico di base ritiene che non sia il caso di effettuare l'urinocoltura.
Ne ho fatte due, di mia iniziativa, dopo almeno dieci giorni dalla fine della cura e sono sempre risultate negative.

Durante l'inverno ho avuto un episodio a novembre, uno a febbraio, sempre curati con lo stesso antibiotico (dopo l'episodio di febbraio ho fatto l'urinocoltura ed era negativa), e da venerdì ho nuovamente i sintomi.
Le urine sono maleodoranti, sento fastidio e un leggero bruciore alla minzione, e solo qualche volta sporco di rosa la carta igienica.
Non ho febbre e in generale mi sento meglio rispetto alle altre volte.
Al momento sto assumendo cistiflux plus 2 bustine al giorno e sto bevendo 2/3 litri d'acqua.
Domani potrò contattare il mio medico di base, che sicuramente mi prescriverà il neofuradantin.
Vorrei chiedere se, data l'assenza di febbre e una sintomatologia più lieve del solito, posso per questa volta aspettare e vedere come evolve la situazione prima di prendere l'antibiotico, o se invece sia il caso di iniziare subito.

Assumere continuamente antibiotici mi inquieta un po' e soprattutto mi causa un sacco di problemi intestinali.

Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi risposta
Un saluto cordiale
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
A meno che vi sia febbre o rischio di evidenti complicazioni, l'esame delle urine e l'urocoltura andrebbero sempre eseguiti prima di una eventuale prescrizione di antibiotici. Oltre alla reale positività colturale, il tipo dibatterio e la sua carica ingettante, è molto importante la valutazione del sedimento urinario, in particolare la presenza e la quntità di cellule infiammatorie (leucociti). Fare della terapia empirica un'abitudine pensiamo che sia il modo migliore per indurre delle resstenze batteriche e selezionare ceppi sempre più aggressivi, danneggiando il già precario equilibio della preziosissima flora batterica intestinale (microbiòta). Tutto questo è quanto accade nel suo caso ed era prevedibile quasi con matematica certezza. Le attuali linee guida specialistiche raccomandano nelle forme più lievi di limitarsi ad aumentare notevolmente l'introduzione di liquidi ed assumere unicamente qualce antidolorifico al bisogno. L'esperienza ci insegna che questo sia sufficiente a risolvere buona parte dei casi più semplici. Oltre a questo, vi sono decine di integratori alimentari tra cui scegliere, nessuno di questi ha proprietà magiche, ma almeno non inducono effetti collaterali importanti. a lungo termine e nell'ottica della prevenzione delle recidive, il provvedimento più importante è la regolarizzazione ad ogni costo della funzione intestinale, adottando tutti i comuni provvedimenti. Talora può essere opportuna una valutazione gastro-enterologica (ev. presenza di intolleranze alimentari) e l'essere seguiti da un dietologo-nutrizionista.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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