Urologia - ipertrofia prostatica
Buongiorno.
Sono affetto da ipertrofia prostatica da parecchi anni.
Il dubbio è: quando e se mi convenga eseguire l'intervento chirurgico.
Al momento non ho particolari fastidi, allo stimolo alla minzione ci sono abituato e ho notato che, superato un certo grado di riempimento della vescica, si placa, dunque non mi crea disagi particolari anche in caso di saltuaria impossibilità di accedere ad un wc, Di notte mi sveglio una o due volte (dipende da quanti liquidi ho bevuto il giorno prima), ma anche a questo sono abituato.
La minzione a volte è un po' difficoltosa ma questo non accade sempre, anzi il più delle volte non lo è.
Mi ha messo in allarme un parere espresso tempo fa da un urologo "interventista", il quale affermò che un residuo di 100cc post minzione rappresenta una soglia di allarme e richiede di intervenire.
A una recente ecografia mi è stato riscontrato un residuo di 90cc, mentre lo scorso anno era di 70cc.
La dimensione della prostata è oggi di 56 cc, invariata rispetto a quella dello scorso anno.
Vorrei conoscere il vostro parere circa la opportunità o meno di eseguire l'intervento.
Grazie.
Sono affetto da ipertrofia prostatica da parecchi anni.
Il dubbio è: quando e se mi convenga eseguire l'intervento chirurgico.
Al momento non ho particolari fastidi, allo stimolo alla minzione ci sono abituato e ho notato che, superato un certo grado di riempimento della vescica, si placa, dunque non mi crea disagi particolari anche in caso di saltuaria impossibilità di accedere ad un wc, Di notte mi sveglio una o due volte (dipende da quanti liquidi ho bevuto il giorno prima), ma anche a questo sono abituato.
La minzione a volte è un po' difficoltosa ma questo non accade sempre, anzi il più delle volte non lo è.
Mi ha messo in allarme un parere espresso tempo fa da un urologo "interventista", il quale affermò che un residuo di 100cc post minzione rappresenta una soglia di allarme e richiede di intervenire.
A una recente ecografia mi è stato riscontrato un residuo di 90cc, mentre lo scorso anno era di 70cc.
La dimensione della prostata è oggi di 56 cc, invariata rispetto a quella dello scorso anno.
Vorrei conoscere il vostro parere circa la opportunità o meno di eseguire l'intervento.
Grazie.
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Buongiorno,
il suo dubbio e' più' che lecito.
E' importante sottolineare che l'ipertrofia prostatica e' una patologia benigna ma cronica che puo' determinare sintomi ma puo' anche determinare un danno irreversibile alla muscolatura della vescica non sempre associato a sintomi nelle prime fasi.
Quindi la decisione terapeutica deve essere posta non solo in base a sintomi ma soprattutto in base a dati oggettivi che rappresentino lo stato di salute della sua vescica. Se la vescica per de funzionalità' muscolare, non si recupera' neanche con intervento chirurgico.
Generalmente quasi sempre il primo approccio e' farmacologico con alfa1 bloccanti da soli o in associazione con inibitori della 5 alfa redattasi. Gli estratti vegetali non curano l'ipertrofia prostatica ma solo l'infiammazione ad essa associata, a volte con buoni risultati sui sintomi ma non sul danno vescicale.
L'indicazione all'intervento chirurgico endoscopico distruttivo sulla prostata viene posta in base a 3 dati oggettivi:
- dimensioni della prostata ad ecografia sovrapubica
- residuo postminzionale all'ecografia sovrapubica
- uroflussometria
in particolare, un residuo postminzionale superiore a 100 e/o una uroflussometria con velocità' di flusso. massimo inferiore a 10 ml/sec
nonostante la terapia medica, posso rappresentare degli indici di sofferenza vescicale ( anche in assenza dei sintomi) importante e portare ad una indicazione assoluta per l'intervento.
Anche parametri migliori, un residuo postminzioanle superiore a 50 cc e/o una velocità' di flusso massimo inferiore a 15 ml/sec, in presenza di una prostata di volume superiore a 50 cc, sempre nonostante la terapia medica, possono portare ad una indicazione ad intervento relativa.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
il suo dubbio e' più' che lecito.
E' importante sottolineare che l'ipertrofia prostatica e' una patologia benigna ma cronica che puo' determinare sintomi ma puo' anche determinare un danno irreversibile alla muscolatura della vescica non sempre associato a sintomi nelle prime fasi.
Quindi la decisione terapeutica deve essere posta non solo in base a sintomi ma soprattutto in base a dati oggettivi che rappresentino lo stato di salute della sua vescica. Se la vescica per de funzionalità' muscolare, non si recupera' neanche con intervento chirurgico.
Generalmente quasi sempre il primo approccio e' farmacologico con alfa1 bloccanti da soli o in associazione con inibitori della 5 alfa redattasi. Gli estratti vegetali non curano l'ipertrofia prostatica ma solo l'infiammazione ad essa associata, a volte con buoni risultati sui sintomi ma non sul danno vescicale.
L'indicazione all'intervento chirurgico endoscopico distruttivo sulla prostata viene posta in base a 3 dati oggettivi:
- dimensioni della prostata ad ecografia sovrapubica
- residuo postminzionale all'ecografia sovrapubica
- uroflussometria
in particolare, un residuo postminzionale superiore a 100 e/o una uroflussometria con velocità' di flusso. massimo inferiore a 10 ml/sec
nonostante la terapia medica, posso rappresentare degli indici di sofferenza vescicale ( anche in assenza dei sintomi) importante e portare ad una indicazione assoluta per l'intervento.
Anche parametri migliori, un residuo postminzioanle superiore a 50 cc e/o una velocità' di flusso massimo inferiore a 15 ml/sec, in presenza di una prostata di volume superiore a 50 cc, sempre nonostante la terapia medica, possono portare ad una indicazione ad intervento relativa.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.5k visite dal 16/03/2022.
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