Dubbio riguardo all'ultimo referto urologico
Salve gentili dottori,
dopo molti anni vi pongo un quesito.
Ho 42 anni, dall'Estate 2014 presento Prostatite Cronica ed Epididimite.
A fine 2015-inizio 2016 assumo Idiprost Gold, i sintomi sembrano migliorare (mai presentati in modo drammatico, comunque).
Un decorso altalenante (molti urologi mi hanno confermato che nel mio caso la Prostatite è una somatizzazione di ansia e stress).
Quello che mi ha disorientato è stata l'ultima visita, effettuata in data 15 Febbraio 2022, in modo succinto il referto: "Erniia inguinale sinistra, pene e testicoli nella norma, prostata ingrossata che solleva il trigono con grossolana calcificazione nel lobo sinistro, non reperti palpatori sospetti, ma si apprezzano diverse granulosità come per esiti flogistici".
Mi viene detto di effettuare PSA totale e frazionato, esame urine, uroflussometria con valutazione del residuo.
Ma solo che all'esplorazione rettale non ho avvertito bruciore, un altro specialista mi ha fatto cessare la cura a base di Idiprost (e va comunque meglio), non presento disturbi particolari, insomma sostanzialmente va meglio, rispetto a tre-quattro anni fa.
Sono confuso perchè dopo Ecografia Prostatica effettuata il 24 Maggio 2018, qui in breve il referto: "La prostata per via soprapubica e transrettale è di dimensioni ai limiti superiori (diam.
long.
ca.
38 mm e diam.
trv ca.
42 mm) con iniziale terzo lobo aggettante in vescica".
Il radiologo mi consigliò PSA, ma durante la visita del 31 Maggio 2018 8una settimana dopo) l'urologo mi sconsigliò il PSA.
Le visite successive, di routine 8perchè i sintomi continuavano a migliorare) dicono questo: visita del 22 Ottobre 2019: "ER prostata quanto una castagna congesta diminuita di consistenza e dolorabile.
Se peggioramento del quadro clinico e sintomatologico eseguire spermiocoltura tampone uretrale ed urinocoltura"
Visita del 16 Giugno 2020: "ER prostata non noduli, non dolorabilità.
Si consiglia controlli se ripresa di sintomatologia, altrimenti controlli annuali dal 45esimo anno con PSA in visione"
Ed infine, visita del 23 Febbraio 2021: "ER prostata non noduli, non dolorabilità.
Si consiglia dal 45 esimo PSA in visione"
In modo un po altalenante i sintomi sono andati sempre migliorando (continuo a farmi visitare più per routine ed abitudine.
Sono disorientata perchè a fronte di questo, con la visita dell'altro giorno si è andati in contro-tendenza, e gli altri urologi invece mi dicono di attendere almeno un altro paio di anni prima del PSA.
Vorrei un vostro parere su tutto questo, e capire meglio se la stessa prostatite cronica può causare ingrossamento della prostata.
Attendo fiducioso un vosytro riscontro.
Cordiali saluti.
dopo molti anni vi pongo un quesito.
Ho 42 anni, dall'Estate 2014 presento Prostatite Cronica ed Epididimite.
A fine 2015-inizio 2016 assumo Idiprost Gold, i sintomi sembrano migliorare (mai presentati in modo drammatico, comunque).
Un decorso altalenante (molti urologi mi hanno confermato che nel mio caso la Prostatite è una somatizzazione di ansia e stress).
Quello che mi ha disorientato è stata l'ultima visita, effettuata in data 15 Febbraio 2022, in modo succinto il referto: "Erniia inguinale sinistra, pene e testicoli nella norma, prostata ingrossata che solleva il trigono con grossolana calcificazione nel lobo sinistro, non reperti palpatori sospetti, ma si apprezzano diverse granulosità come per esiti flogistici".
Mi viene detto di effettuare PSA totale e frazionato, esame urine, uroflussometria con valutazione del residuo.
Ma solo che all'esplorazione rettale non ho avvertito bruciore, un altro specialista mi ha fatto cessare la cura a base di Idiprost (e va comunque meglio), non presento disturbi particolari, insomma sostanzialmente va meglio, rispetto a tre-quattro anni fa.
Sono confuso perchè dopo Ecografia Prostatica effettuata il 24 Maggio 2018, qui in breve il referto: "La prostata per via soprapubica e transrettale è di dimensioni ai limiti superiori (diam.
long.
ca.
38 mm e diam.
trv ca.
42 mm) con iniziale terzo lobo aggettante in vescica".
Il radiologo mi consigliò PSA, ma durante la visita del 31 Maggio 2018 8una settimana dopo) l'urologo mi sconsigliò il PSA.
Le visite successive, di routine 8perchè i sintomi continuavano a migliorare) dicono questo: visita del 22 Ottobre 2019: "ER prostata quanto una castagna congesta diminuita di consistenza e dolorabile.
Se peggioramento del quadro clinico e sintomatologico eseguire spermiocoltura tampone uretrale ed urinocoltura"
Visita del 16 Giugno 2020: "ER prostata non noduli, non dolorabilità.
Si consiglia controlli se ripresa di sintomatologia, altrimenti controlli annuali dal 45esimo anno con PSA in visione"
Ed infine, visita del 23 Febbraio 2021: "ER prostata non noduli, non dolorabilità.
Si consiglia dal 45 esimo PSA in visione"
In modo un po altalenante i sintomi sono andati sempre migliorando (continuo a farmi visitare più per routine ed abitudine.
Sono disorientata perchè a fronte di questo, con la visita dell'altro giorno si è andati in contro-tendenza, e gli altri urologi invece mi dicono di attendere almeno un altro paio di anni prima del PSA.
Vorrei un vostro parere su tutto questo, e capire meglio se la stessa prostatite cronica può causare ingrossamento della prostata.
Attendo fiducioso un vosytro riscontro.
Cordiali saluti.
[#1]
Come tuto quando rilevabile dalla visita diretta, anche la palpazione prostatica risente moltissimo della soggettività dello specialista. Pensiamo che mai due specialisti descriverebbero la stessa situazione allo stesso modo, a meno che si tratti di alterazioi estreme. Pertanto non staremmo tanto a chiosare sui singoli referti, l'importante sono i suoi disturbi e se questi sono lievi o comunque migliotati, tanto meglio. Ricordi che il pellegrinaggio continuo tra vari specilisti, oltre ad essere costoso, spesso interrmpe un flusso logico di pensiero terapeuiti e si rischia di cambiare continuamente terapia, o ripetere accertamenti, ripartendo daccapo ogni volta.
e non vi è evidente familiarità per il tumore della prostata, noi pensiamo che la valutazione preventiva del PSA debba iniziare attorno ai 50 anni.
e non vi è evidente familiarità per il tumore della prostata, noi pensiamo che la valutazione preventiva del PSA debba iniziare attorno ai 50 anni.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Grazie dottor Piana per la sua risposta.
Sì, può darsi che quest'ultimo specialista abbia "percepito" lo stato della prostata in modo un po' differente dagli altri, ma certo non vi deve essere molta differenza con il passato, dal momento che la sintomatologia (nel suo carattere altalenante) è andata migliorando anche rispetto ad uno o due anni fa. Grazie mi rincuora la sua risposta (dal momento che ha letto anche lei i miei referti) e mi dice che l'importante è come mi sento io. Tra l'altro, non per essere presuntuoso, da dopo così tanti anni (dall'Estate 2014) penso di avere imparato un po' a conoscere la Prostatite, almeno per come si manifesta in me: il suo equilibrio, il suo andamento, il suo "linguaggio". Effettivamente questo ultimo specialista visitava in altra struttura rispetto a quella da me solitamente frequentata. Tenga comunque presente che, in generale, ho trovato urologi anche diversi (ma facenti tutti parte della stessa equipe): ed infatti, nonostante qualche differenza nei referti, tutto si muoveva più o meno nella stessa direzione. Solo quest'ultima visita mi ha un po' disorientato, sostanzialmente perchè sto meglio e non avverto cambiamenti. Penso, quindi, di accorciare il tempo per un'altra visita (di solito un anno o quasi) e fra sei-sette mesi recarmi da uno dei "soliti" urologi e parlarne prima, con più calma, riportando tutta la documentazione delle visite. Grazie ancora per la sua gentilezza.
Sì, può darsi che quest'ultimo specialista abbia "percepito" lo stato della prostata in modo un po' differente dagli altri, ma certo non vi deve essere molta differenza con il passato, dal momento che la sintomatologia (nel suo carattere altalenante) è andata migliorando anche rispetto ad uno o due anni fa. Grazie mi rincuora la sua risposta (dal momento che ha letto anche lei i miei referti) e mi dice che l'importante è come mi sento io. Tra l'altro, non per essere presuntuoso, da dopo così tanti anni (dall'Estate 2014) penso di avere imparato un po' a conoscere la Prostatite, almeno per come si manifesta in me: il suo equilibrio, il suo andamento, il suo "linguaggio". Effettivamente questo ultimo specialista visitava in altra struttura rispetto a quella da me solitamente frequentata. Tenga comunque presente che, in generale, ho trovato urologi anche diversi (ma facenti tutti parte della stessa equipe): ed infatti, nonostante qualche differenza nei referti, tutto si muoveva più o meno nella stessa direzione. Solo quest'ultima visita mi ha un po' disorientato, sostanzialmente perchè sto meglio e non avverto cambiamenti. Penso, quindi, di accorciare il tempo per un'altra visita (di solito un anno o quasi) e fra sei-sette mesi recarmi da uno dei "soliti" urologi e parlarne prima, con più calma, riportando tutta la documentazione delle visite. Grazie ancora per la sua gentilezza.
[#3]
Prego. Ci scusi per i molti e fastidiosi errori di battuta.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 17/02/2022.
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