Cisti e appendice epididimo
Buongiorno,
ho 33 anni e da almeno sette anni accuso pressoché continua sensazione di pesantezza localizzata nell'area del testicolo e inguine destro, oltre a saltuario dolore e un un visibile gonfiore della sacca scrotale alla radice del pene che tende a diminuire nelle ore serali (in concomitanza con la discesa dei testicoli).
Nel 2015 effettuo la prima ecografia che evidenzia una cisti dell epididimo destro.
Il medico chirurgo a cui mi ero rivolto per precedente fimosi sostiene non ci sia bisogno di intervenire.
Fino al 2019 la situazione resta invariata, dolore e fastidi compresi.
Mi rivolgo nuovamente a lui per altro problema (ragadi), per il quale mi prescrive integratori a base di psillio, che più tardi scoprirò avere tra le altre funzioni quella di 'raccogliere liquidi'.
Non so se sia mera coincidenza, ma il giorno stesso dell'assunzione degli integratori, il gonfiore scrotale scompare come pure la sensazione di pesantezza.
I testicoli assumono la forma originaria e la mantengono per circa un anno.
A fine 2019, in seguito a fitta durante minzione, torna il gonfiore e il dolore.
Nuove ecografie (2) confermeranno negli anni successivi l esistenza di cisti dell epididimo dx del diametro di 2, 5mm e in aggiunta appendice attigua di 5, 8mm.
Contattato finalmente un primo urologo il quale mi prescrive antinfiammatori Pelego che, solo temporaneamente, sembrano risolvere il problema, che invece torna e persiste.
Altro urologo afferma che non vi sia nulla e addirittura consiglia visita dermatologica.
In conclusione, da almeno 7 anni non trovo soluzione a un problema che mi affligge quotidianamente, avendo trovato apperente soluzione solo in 2 casi momentanei coincidenti con l'assunzione di Cruscasohon compresse. Tali integratori li assumo tutt'ora per stichitezza senza riscontrare il beneficio al testicolo suddetto.
Aggiungo che provo sollievo con discesa del testicolo in occasione di doccia calda. da ciò deduco che, più che di nfiammazione, si tratti di problema causato dal liquido contenuto nella cisti che, per due terzi della giornata, quando i testicoli sono 'alti', diventa fastidioso e visivamente antiestetico.
Ho fissata nuova visita
urologica con terzo specialista.
Spero possiate consigliarmi la giusta soluzione, grazie.
ho 33 anni e da almeno sette anni accuso pressoché continua sensazione di pesantezza localizzata nell'area del testicolo e inguine destro, oltre a saltuario dolore e un un visibile gonfiore della sacca scrotale alla radice del pene che tende a diminuire nelle ore serali (in concomitanza con la discesa dei testicoli).
Nel 2015 effettuo la prima ecografia che evidenzia una cisti dell epididimo destro.
Il medico chirurgo a cui mi ero rivolto per precedente fimosi sostiene non ci sia bisogno di intervenire.
Fino al 2019 la situazione resta invariata, dolore e fastidi compresi.
Mi rivolgo nuovamente a lui per altro problema (ragadi), per il quale mi prescrive integratori a base di psillio, che più tardi scoprirò avere tra le altre funzioni quella di 'raccogliere liquidi'.
Non so se sia mera coincidenza, ma il giorno stesso dell'assunzione degli integratori, il gonfiore scrotale scompare come pure la sensazione di pesantezza.
I testicoli assumono la forma originaria e la mantengono per circa un anno.
A fine 2019, in seguito a fitta durante minzione, torna il gonfiore e il dolore.
Nuove ecografie (2) confermeranno negli anni successivi l esistenza di cisti dell epididimo dx del diametro di 2, 5mm e in aggiunta appendice attigua di 5, 8mm.
Contattato finalmente un primo urologo il quale mi prescrive antinfiammatori Pelego che, solo temporaneamente, sembrano risolvere il problema, che invece torna e persiste.
Altro urologo afferma che non vi sia nulla e addirittura consiglia visita dermatologica.
In conclusione, da almeno 7 anni non trovo soluzione a un problema che mi affligge quotidianamente, avendo trovato apperente soluzione solo in 2 casi momentanei coincidenti con l'assunzione di Cruscasohon compresse. Tali integratori li assumo tutt'ora per stichitezza senza riscontrare il beneficio al testicolo suddetto.
Aggiungo che provo sollievo con discesa del testicolo in occasione di doccia calda. da ciò deduco che, più che di nfiammazione, si tratti di problema causato dal liquido contenuto nella cisti che, per due terzi della giornata, quando i testicoli sono 'alti', diventa fastidioso e visivamente antiestetico.
Ho fissata nuova visita
urologica con terzo specialista.
Spero possiate consigliarmi la giusta soluzione, grazie.
[#1]
E' assai difficle pensare che cisti così piccole (2.5 e 5.8 mm) possano davvero essere causa del fastidio. La loro asportazione chirurgica (peraltro tecnicamente banale) avrebbe elevati rischi di essere inutile, anzi le cicactrici interne potrebbero diventare delle spine irritative ben peggiori. Altrettanto difficile trovare una correlazione ragionevole tra i suoi disturbi e l'assunzione di integratori almentari per l'intestino. Queste condizioni di fastidio testicolare in assenza di alterazioni evidenti sono senz'altro di difficile definizione da parte dello specialista, anche perché non vi sono accertamenti realmente specifici da eseguire. L'esperienza ci insegna che sia opportuno valutare attentamente la presenza di una eccessiva mobilità del testicolo, da eccessiva contrazione della componente muscolare involontaria del funicolo spermatico (cremastere). Questo potrebbe spiegare il giovamento ottenuto con il calore locale. Altrettanto da valutare sono le irradiazioni lungo il funicolo spermatico di situazioni neurologiche irritative che interessano appunto i nervi provenientidalla parte bassa della colonna vertebrale e diretti veso l'inguine ed i genitali. Per cogliere queste sottili differenze è indispensabile che la visita diretta non sia frettolosa, come purtroppo spesso accade.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Dottore, grazie. La Sua risposta, celere e ricca di spunti, mi rincuora, specie considerata l'amarezza con cui in questi anni ho lasciato, senza speranza, gli studi di vari specialisti.
Inoltre, il riferimento al sistema nervoso e al cremastere confermebbe la validità di una teoria personalissima coltivata in anni di ricerche approssimative fatte su internet.
Mi spiego meglio. Prima che il problema avesse inizio, ero giovanissimo, avrò avuto 23 anni, ho avuto la sventurata idea di provare i cd. esercizi di Kegel, consistenti nel comprimere il muscolo pubococcigeo, al fine (così avevo letto ai tempi su internet) di aumentare la capacità di controllare la eiaculazione. L'ho fatto per un bel po', persino durante la minzione.
Inoltre, allo stesso fine di cui sopra, nello stesso periodo ho praticato masturbazione sino a poco prima del punto di non ritorno, per poi diminuire l'intensità. Ciò nonostante riconoscessi di aver già prodotto del liquido prespermatico. Così, ripeto, per un bel po'. Non faccio fatica a credere di aver infiammato tutto!
Poco dopo questa pratica, che sulla carta non avrebbe dovuto avere effetti collaterali, ho accusato una forte fitta al testicolo destro durante la minzione (esattamente come avvenuto più tardi nel 2019,come scritto sopra) e il suo conseguente gonfiore, oltra a sensazione di pesantezza. Insomma, esattamente i sintomi che denuncio tutt'oggi, con in aggiunta una incontinenza postminzione e forte bruciore all'inguine.
Ricordo di aver eseguito esami relativi alla traiettoria dell'urina, ma non risultava alcun ostacolo alla corretta minzione.
Nel tempo, anche considerato. che ho interrotto gli esercizi di kegel e ridotto significativamente l'attività masturbatoria, sono spariti sia il forte bruciore che, in gran parte, l'incontinenza. Persiste, come scrivevo, gonfiore e pesantezza.
Preciso di aver raccontato tale episodio ad ogni visita urologica, ma mai nessuno ha ritenuto di approfondire.
Personalmente, tra le tante teorie ipotizzate negli anni, mosso dalla disperazione, ho pensato che questo episoodio potesse essere collegato.
D'altra parte, la seconda fitta del 2019 è seguita ad un'intensa e probabilmente poco corretta attività masturbatoria (talvolta, evitavo per giorni di eiaculare, pur avendo quasi raggiunto il punto di non ritorno).
Per questo mi stupisce positivamente che Lei, ignaro di quanto appena scritto, abbia potuto far riferimento ad un anomalo funzionamento del pavimento pelvico. La parola cremastere ricordo di averla rinvenuta in una delle mie ricerche da autodidatta, salvo accantonarla non trovando conforto negli specialisti.
La Sua risposta accende la speranza di poter aver centrato il problema.
Da allora non c'è stato giorno della mia vita che la mia attenzione non si sia concentrata sul pavimento pelvico. È perennemente contratto e non riesco a trovare sollievo se non con acqua calda e durante la notte. Di fatti solo appena sveglio e dopo la doccia i testicoli riassumono una forma rilassata e penzolante.
Dottore, attendo suoi consigli. Grazie
Inoltre, il riferimento al sistema nervoso e al cremastere confermebbe la validità di una teoria personalissima coltivata in anni di ricerche approssimative fatte su internet.
Mi spiego meglio. Prima che il problema avesse inizio, ero giovanissimo, avrò avuto 23 anni, ho avuto la sventurata idea di provare i cd. esercizi di Kegel, consistenti nel comprimere il muscolo pubococcigeo, al fine (così avevo letto ai tempi su internet) di aumentare la capacità di controllare la eiaculazione. L'ho fatto per un bel po', persino durante la minzione.
Inoltre, allo stesso fine di cui sopra, nello stesso periodo ho praticato masturbazione sino a poco prima del punto di non ritorno, per poi diminuire l'intensità. Ciò nonostante riconoscessi di aver già prodotto del liquido prespermatico. Così, ripeto, per un bel po'. Non faccio fatica a credere di aver infiammato tutto!
Poco dopo questa pratica, che sulla carta non avrebbe dovuto avere effetti collaterali, ho accusato una forte fitta al testicolo destro durante la minzione (esattamente come avvenuto più tardi nel 2019,come scritto sopra) e il suo conseguente gonfiore, oltra a sensazione di pesantezza. Insomma, esattamente i sintomi che denuncio tutt'oggi, con in aggiunta una incontinenza postminzione e forte bruciore all'inguine.
Ricordo di aver eseguito esami relativi alla traiettoria dell'urina, ma non risultava alcun ostacolo alla corretta minzione.
Nel tempo, anche considerato. che ho interrotto gli esercizi di kegel e ridotto significativamente l'attività masturbatoria, sono spariti sia il forte bruciore che, in gran parte, l'incontinenza. Persiste, come scrivevo, gonfiore e pesantezza.
Preciso di aver raccontato tale episodio ad ogni visita urologica, ma mai nessuno ha ritenuto di approfondire.
Personalmente, tra le tante teorie ipotizzate negli anni, mosso dalla disperazione, ho pensato che questo episoodio potesse essere collegato.
D'altra parte, la seconda fitta del 2019 è seguita ad un'intensa e probabilmente poco corretta attività masturbatoria (talvolta, evitavo per giorni di eiaculare, pur avendo quasi raggiunto il punto di non ritorno).
Per questo mi stupisce positivamente che Lei, ignaro di quanto appena scritto, abbia potuto far riferimento ad un anomalo funzionamento del pavimento pelvico. La parola cremastere ricordo di averla rinvenuta in una delle mie ricerche da autodidatta, salvo accantonarla non trovando conforto negli specialisti.
La Sua risposta accende la speranza di poter aver centrato il problema.
Da allora non c'è stato giorno della mia vita che la mia attenzione non si sia concentrata sul pavimento pelvico. È perennemente contratto e non riesco a trovare sollievo se non con acqua calda e durante la notte. Di fatti solo appena sveglio e dopo la doccia i testicoli riassumono una forma rilassata e penzolante.
Dottore, attendo suoi consigli. Grazie
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Utente
Non riesco a modificare il post precedente per cui ne scrivo un altro per aggiungere che un altro effetto che percepisco, a mio modesto parere collegabile al possibile problema di natura nerovsa, è la sensazione, successiva alla masturbazione, di "pulsione" di - quelli che da inesperto reputo essere - nervi sulle gambe, come se si irradiassero dall'inguine al ginocchio.
La sensazione svanisce dopo qualche giorno.
La sensazione svanisce dopo qualche giorno.
[#4]
A distanza non abbiamo ovviamente alcun consiglio pratico da dare, la nostra funzione qui è unicamente di tipi esplicativo ed informativo.
Trattenere abitualmente l'eiaculazione, così come lo stimolo ad urinare, in soggetti predisposti porterà certamente alla comparsa di problemi della sfera uro-genitale. Difficile però dire se questo abbia realmente un ruolo nello sviluppo dei suoi disturbi testicolari.
Trattenere abitualmente l'eiaculazione, così come lo stimolo ad urinare, in soggetti predisposti porterà certamente alla comparsa di problemi della sfera uro-genitale. Difficile però dire se questo abbia realmente un ruolo nello sviluppo dei suoi disturbi testicolari.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#6]
Se lo desidera, potrà trovare quanto le interessa in altre sezioni di qesto stesso portale.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.5k visite dal 03/02/2022.
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