Trauma a pene e testicoli
A seguito di recente trauma a pene e testicoli (10 giorni fa) pongo ai gentili medici i seguenti quesiti:
1 la procedura di uretrocistografia retrograda e minzionale su trauma recente (dettaglio a seguire la sintomatologia riferita al pene) potrebbe indurre un aggravamento di una eventuale stenosi uretrale derivante dal recente trauma?
Sarebbe dunque indicato un periodo di attesa prima di sottoporsi all’esame onde scongiurare ulteriori danni uretrali?
Ci sono statistiche sui danni di tale procedura?
Ammetto apertamente il mio timore di sottopormi alla procedura.
2 in un trauma meccanico a pene non eretto, i sintomi di dolenzia al glande a riposo e di fastidio in fase minzionale, sensazione di mancato completo svuotamento (come se rimanesse urina nell’uretra), aumento della frequenza della minzione, riduzione consistente del getto eiaculatorio, mitto poco valido e bifido possono essere la spia inequivocabile di un danno uretrale o ha anche senso magari sperare in un processo infiammatorio ancora in corso e magari in una risoluzione spontanea?
3 esiste un esame meno invasivo (magari ecografico) in grado di rilevare una eventuale stenosi uretrale o non ci sono alternative all’uretrocistografia retrograda e minzionale?
4 la sintomatologia sopra descritta potrebbe essere anche imputabile, più che a stenosi uretrale, ad un processo infiammatorio prostatico dovuto al trauma?
5 la procedura di uretrocistografia retrograda e minzionale con quale tipo di catetere viene eseguita?
Ringrazio ed attendo fiducioso le risposte
1 la procedura di uretrocistografia retrograda e minzionale su trauma recente (dettaglio a seguire la sintomatologia riferita al pene) potrebbe indurre un aggravamento di una eventuale stenosi uretrale derivante dal recente trauma?
Sarebbe dunque indicato un periodo di attesa prima di sottoporsi all’esame onde scongiurare ulteriori danni uretrali?
Ci sono statistiche sui danni di tale procedura?
Ammetto apertamente il mio timore di sottopormi alla procedura.
2 in un trauma meccanico a pene non eretto, i sintomi di dolenzia al glande a riposo e di fastidio in fase minzionale, sensazione di mancato completo svuotamento (come se rimanesse urina nell’uretra), aumento della frequenza della minzione, riduzione consistente del getto eiaculatorio, mitto poco valido e bifido possono essere la spia inequivocabile di un danno uretrale o ha anche senso magari sperare in un processo infiammatorio ancora in corso e magari in una risoluzione spontanea?
3 esiste un esame meno invasivo (magari ecografico) in grado di rilevare una eventuale stenosi uretrale o non ci sono alternative all’uretrocistografia retrograda e minzionale?
4 la sintomatologia sopra descritta potrebbe essere anche imputabile, più che a stenosi uretrale, ad un processo infiammatorio prostatico dovuto al trauma?
5 la procedura di uretrocistografia retrograda e minzionale con quale tipo di catetere viene eseguita?
Ringrazio ed attendo fiducioso le risposte
[#1]
1) Dipende ovviamente dalla reale entità del trauma, che non conosciamo. In fase precoce, le difficoltà ad urinare e la presenza di sanguinamento attivo (uretrorragia) o mescolato all’urina (ematuria) sono ovviamente elementi che possono far pensare ad una lesione dell’uretra che è opportuno valutare radiologicamente. Riteniamo che una uretrografia retrograda con un sottile catetere posto nell’uretra terminale (navicolare) non possa portare alcun danno. Tantomeno il mezzo di contrasto utilizzato per l’esame.
2) Mitto poco valido è un’espressione molto vaga, è necessario quantomeno eseguire una flussometria minzionale.
3) L’ecografia dell’uretra viene eseguita in situazioni particolari come indagine d’appoggio, ma non è dirimente per la diagnosi di stenosi, che resta radiologica o (preferibilmente) endoscopica..
4) È una ipotesi da valutare.
5) Abitualmente un catetere morbido (lattice, silicone, ecc) di calibro 12 ch ovvero di diametro 4mm circa.
5)
2) Mitto poco valido è un’espressione molto vaga, è necessario quantomeno eseguire una flussometria minzionale.
3) L’ecografia dell’uretra viene eseguita in situazioni particolari come indagine d’appoggio, ma non è dirimente per la diagnosi di stenosi, che resta radiologica o (preferibilmente) endoscopica..
4) È una ipotesi da valutare.
5) Abitualmente un catetere morbido (lattice, silicone, ecc) di calibro 12 ch ovvero di diametro 4mm circa.
5)
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentile Dr Piana, nel ringraziarla per la rapida risposta, le fornisco ulteriori informazioni:
1) con riferimento al trauma, specifico che si è trattato di forte ginocchiata a pene e scroto, che non mi pare di aver notato segni di macroematuria all’ispezione, pur se, urinando in un bicchiere di plastica trasparente notavo un colore un più scuro delle urine. In pronto soccorso non hanno curato di prescrivere un esame urine per rilevare eventuale microematuria, cosa che ha stupito il radiologo che ha in regime di Pronto Soccorso eseguito l’ecografia peniena e testicolare, della quale le rimetto il referto:
Lieve ispessimento del tessuto sottocutaneo nella regione distale dell’asta peniena, in assenza di significative alterazioni ecostrutturali a carico della tonaca albuginea dei corpi cavernosi. Dirimi in sede, con regolare morfologia e dimensioni, ad ecostruttura omogenea e conservata. Normale il segnale vascolare parenchimale al modulo colordoppler bilateralmente. Non significative falde fluide nella sacca scrotale. Necessaria la valutazione specialistica in ambito urologico .
Le riporto inoltre l’esame obiettivo del chirurgo del PS che mi ha visitato in prima sessione:
... asta del pene nella norma, ecchimosi del glande, dolente, non segni di uretrorragia attiva. Scroto senza evidenti tumefazioni, non evidenza di ferite, testicoli apparentemente in sede, di dimensioni conservate .
Specifico che tale referto si colloca temporalmente a 20 ore dal trauma, se ciò può essere utile a darle ulteriore indicazione sulla sua entità.
1 bis) mi sembra di poter dedurre che la sola uretrografia utilizza un calibro minore, oltre che una ben più ridotta lunghezza rispetto al cateterismo richiesto dalla cistouretrografia retrograda e minzionale. È così?
2) in proposito la informo che è stata programmata a stretto giro
Ancora grazie per il suo tempo
1) con riferimento al trauma, specifico che si è trattato di forte ginocchiata a pene e scroto, che non mi pare di aver notato segni di macroematuria all’ispezione, pur se, urinando in un bicchiere di plastica trasparente notavo un colore un più scuro delle urine. In pronto soccorso non hanno curato di prescrivere un esame urine per rilevare eventuale microematuria, cosa che ha stupito il radiologo che ha in regime di Pronto Soccorso eseguito l’ecografia peniena e testicolare, della quale le rimetto il referto:
Lieve ispessimento del tessuto sottocutaneo nella regione distale dell’asta peniena, in assenza di significative alterazioni ecostrutturali a carico della tonaca albuginea dei corpi cavernosi. Dirimi in sede, con regolare morfologia e dimensioni, ad ecostruttura omogenea e conservata. Normale il segnale vascolare parenchimale al modulo colordoppler bilateralmente. Non significative falde fluide nella sacca scrotale. Necessaria la valutazione specialistica in ambito urologico .
Le riporto inoltre l’esame obiettivo del chirurgo del PS che mi ha visitato in prima sessione:
... asta del pene nella norma, ecchimosi del glande, dolente, non segni di uretrorragia attiva. Scroto senza evidenti tumefazioni, non evidenza di ferite, testicoli apparentemente in sede, di dimensioni conservate .
Specifico che tale referto si colloca temporalmente a 20 ore dal trauma, se ciò può essere utile a darle ulteriore indicazione sulla sua entità.
1 bis) mi sembra di poter dedurre che la sola uretrografia utilizza un calibro minore, oltre che una ben più ridotta lunghezza rispetto al cateterismo richiesto dalla cistouretrografia retrograda e minzionale. È così?
2) in proposito la informo che è stata programmata a stretto giro
Ancora grazie per il suo tempo
[#3]
I tessuti del pene e dello scroto sono molto elastici, in genere un danno grave viene arrcato da un trauma molto violento (es. da sella, da caduta a cavalcioni, eccetera) se si escludono le fratture dei corpi cavernosi che avvengono in erezione. In ogni caso, il sanguinamento attivo dall'uretra o l'ematuria sono quasi cotanti. Non ci pare che il suo trauma, anche se certamente doloroso, sia stato così devastante.
Lo sudio dell'uretra si esegue normalmente solo in via retrograda con il catetere in fossa navicolare, che viene sospinto in vescica solo se il mezzo di contrasto non vi risale. Un catetere morbido di 12 ch di calibro maneggiato con un minimo di competenza non può causare alcun tipo di danno, se trova un ostacolo si arresta ed allora è bene non insistere.
Lo sudio dell'uretra si esegue normalmente solo in via retrograda con il catetere in fossa navicolare, che viene sospinto in vescica solo se il mezzo di contrasto non vi risale. Un catetere morbido di 12 ch di calibro maneggiato con un minimo di competenza non può causare alcun tipo di danno, se trova un ostacolo si arresta ed allora è bene non insistere.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#5]
Utente
Gentile Dr Piana, torno a scriverle sperando di ricevere il suo parere, dopo avere eseguito ecografia testicolare ed uroflussometria.
Tali esami sono stati contestualmente prescritti dall’urologa dell’ASL che mi ha visitato a 6 giorni dal trauma; gliene faccio un riepilogo:
1 uretrocistografia retrograda e minzionale
2 ecodoppler penieno basale e dinamico (impossibile da eseguire in regione, mi dicono al CUP regionale, per la parte dinamica)
3 ecografia sovrapubica della prostata e controllo residuo post minzionale (prenotata per il mese di aprile)
4 ecografia testicolare (eseguita a 10 gg dal trauma)
5 uroflussometria (eseguita a 13 gg dal trauma)
6 visita urologica di controllo (da programmare per la quadra)
Le riporto gli esiti dell’esame obiettivo e dell’esplorazione rettale eseguiti dall’urologa:
EO: genitali est n.d.r.
ER: PP vol (a 3,5) globosa-libera-non dolente
Ancora, le sue prescrizioni terapeutiche:
levofloxacina 500 (1cp al dì per 5 gg)
Topster supposte (una supposta la sera per 10 sere)
Referto dell’ecografia scrotale del Radiologo:
Didimi ed epididimi nei limiti
Non idrocele né varicocele
REPORT UROFLUSSOMETRIA:
Tempo svuotamento 74,3 s
Tempo di flusso 73,3 s
Tempo al picco max 9,1 s
Flusso massimo 7,1 ml/s
Flusso medio 3,1 ml/s
Intervalli 3
Volume svuotato 230 ml
Non facile riportarle anche l’andamento dei due diagrammi di flusso (medio e massimo) come pure i tracciati di un doppio grafico che sembra correlare la variabile tempo al volume e al flusso.
Oltre al commento del tutto spontaneo dell’infermiera sulla performance (valutata come molto negativa) non ho indirizzi per poter comprendere il significato clinico dell’esame, non potendo attualmente riferirmi all’urologo se non in occasione della visita di controllo finale per la quadra.
Alla naturale preoccupazione si aggiunge Il mio dubbio sulla correttezza della procedura sostenuta di uroflussometria: secondo le indicazioni dettate dall’operatrice del CUP, avrei dovuto bere 500 ml di acqua 2 ore prima di eseguire l’esame, senza svuotare la vescica. Per carenze organizzative l’esame ha avuto inizio invece a 3 ore dall’introito dei 500 ml, quando il mio stimolo diveniva impellente e non più naturale (come pare sia invece richiesto) e la mia sensazione di disagio rilevante; ho avuto, credo, almeno due stop dell’atto di minzione. Le chiedo dunque la grossa cortesia di indicarmi la corretta procedura o di rimandarmi ad un link che ne tratti autorevolmente, non reperendo da me in rete indicazioni convergenti.
In sintesi le chiedo: l’esame eseguito è da considerarsi attendibile per la tempistica osservata? In caso positivo, può esprimerne, da lì, una prima valutazione?
Le riporto i sintomi residui a 13 gg dal trauma: iperestesia al glande (che mi stupisce, essendo circonciso dall’età infantile, a circa 10 anni); talora dolenzia al glande, sensazione frequente di permanenza di urina in uretra, che svanisce con l’aumento degli atti di minzione cui mi obbligo per eliminare il fastidio, mitto ipovalido (per quel poco che può significare...) talora bifido o a pioggia in specie per i bassi volumi, convergente in getto unico solo per volumi espulsi cospicui (perdoni ancora le perifrasi sicuramente inappropriate).
Infine, le risulta che il consumo sostenuto di caffeina possa indurre fenomeni di iperestesia al glande?
Fiducioso nel suo intervento, la ringrazio in anticipo
Tali esami sono stati contestualmente prescritti dall’urologa dell’ASL che mi ha visitato a 6 giorni dal trauma; gliene faccio un riepilogo:
1 uretrocistografia retrograda e minzionale
2 ecodoppler penieno basale e dinamico (impossibile da eseguire in regione, mi dicono al CUP regionale, per la parte dinamica)
3 ecografia sovrapubica della prostata e controllo residuo post minzionale (prenotata per il mese di aprile)
4 ecografia testicolare (eseguita a 10 gg dal trauma)
5 uroflussometria (eseguita a 13 gg dal trauma)
6 visita urologica di controllo (da programmare per la quadra)
Le riporto gli esiti dell’esame obiettivo e dell’esplorazione rettale eseguiti dall’urologa:
EO: genitali est n.d.r.
ER: PP vol (a 3,5) globosa-libera-non dolente
Ancora, le sue prescrizioni terapeutiche:
levofloxacina 500 (1cp al dì per 5 gg)
Topster supposte (una supposta la sera per 10 sere)
Referto dell’ecografia scrotale del Radiologo:
Didimi ed epididimi nei limiti
Non idrocele né varicocele
REPORT UROFLUSSOMETRIA:
Tempo svuotamento 74,3 s
Tempo di flusso 73,3 s
Tempo al picco max 9,1 s
Flusso massimo 7,1 ml/s
Flusso medio 3,1 ml/s
Intervalli 3
Volume svuotato 230 ml
Non facile riportarle anche l’andamento dei due diagrammi di flusso (medio e massimo) come pure i tracciati di un doppio grafico che sembra correlare la variabile tempo al volume e al flusso.
Oltre al commento del tutto spontaneo dell’infermiera sulla performance (valutata come molto negativa) non ho indirizzi per poter comprendere il significato clinico dell’esame, non potendo attualmente riferirmi all’urologo se non in occasione della visita di controllo finale per la quadra.
Alla naturale preoccupazione si aggiunge Il mio dubbio sulla correttezza della procedura sostenuta di uroflussometria: secondo le indicazioni dettate dall’operatrice del CUP, avrei dovuto bere 500 ml di acqua 2 ore prima di eseguire l’esame, senza svuotare la vescica. Per carenze organizzative l’esame ha avuto inizio invece a 3 ore dall’introito dei 500 ml, quando il mio stimolo diveniva impellente e non più naturale (come pare sia invece richiesto) e la mia sensazione di disagio rilevante; ho avuto, credo, almeno due stop dell’atto di minzione. Le chiedo dunque la grossa cortesia di indicarmi la corretta procedura o di rimandarmi ad un link che ne tratti autorevolmente, non reperendo da me in rete indicazioni convergenti.
In sintesi le chiedo: l’esame eseguito è da considerarsi attendibile per la tempistica osservata? In caso positivo, può esprimerne, da lì, una prima valutazione?
Le riporto i sintomi residui a 13 gg dal trauma: iperestesia al glande (che mi stupisce, essendo circonciso dall’età infantile, a circa 10 anni); talora dolenzia al glande, sensazione frequente di permanenza di urina in uretra, che svanisce con l’aumento degli atti di minzione cui mi obbligo per eliminare il fastidio, mitto ipovalido (per quel poco che può significare...) talora bifido o a pioggia in specie per i bassi volumi, convergente in getto unico solo per volumi espulsi cospicui (perdoni ancora le perifrasi sicuramente inappropriate).
Infine, le risulta che il consumo sostenuto di caffeina possa indurre fenomeni di iperestesia al glande?
Fiducioso nel suo intervento, la ringrazio in anticipo
[#6]
Se le modalità sono state quelle descritte, la flussometria è certamente inattendibile e da ripetere senz’altro in condizioni più fisiologiche. Rimaniamo in attesa dell’uretrografia, esame che ci potrà fornire gli elementi di giudizio più salienti.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.4k visite dal 27/01/2022.
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