Sclerosi del collo vescicale e ciclismo
Buongiorno.
Ho 49 anni e mi è stata diagnosticata, in seguito ad una recente visita urologica, una presulta sclerosi del collo vescicale in seguito a due uroflussometrie che hanno dato come esito "ostruzione cervico uretrale grave".
La prostata risulta lievemente aumentata di volume.
Mi è stata inoltre prescritta una uretrocistoscopia per verifica prima di un eventuale intervento.
Chiedo se questa patologia è incompatibile con la pratica del cliclismo a livello intenso che attualmente sto svolgendo (10/12 ore di bici alla settimana e 10/12 mila km all'anno.
Uscite che vanno dai 70 ai 1500 km).
In caso di risposta affermativa chiedo se e a che livello posso continuare a pedalare per non peggiorare la situazione.
Ho 49 anni e mi è stata diagnosticata, in seguito ad una recente visita urologica, una presulta sclerosi del collo vescicale in seguito a due uroflussometrie che hanno dato come esito "ostruzione cervico uretrale grave".
La prostata risulta lievemente aumentata di volume.
Mi è stata inoltre prescritta una uretrocistoscopia per verifica prima di un eventuale intervento.
Chiedo se questa patologia è incompatibile con la pratica del cliclismo a livello intenso che attualmente sto svolgendo (10/12 ore di bici alla settimana e 10/12 mila km all'anno.
Uscite che vanno dai 70 ai 1500 km).
In caso di risposta affermativa chiedo se e a che livello posso continuare a pedalare per non peggiorare la situazione.
[#1]
Per intanto, al momento si tratta solo di una ipotesi, che deve necessariamente essere confermata, o meno, con il controllo endoscopico. I ciclisti molto attivi possono manifestare disturbi urinari anche per altre ragioni. In ogni caso, la sclerosi del collo vescicale è una patologia congenita che nelle forme più gravi si manifesta già nell’infanzia/adolescenza. Non vi è reale motivo per pensare che possa essere peggiorata dal trauma della sella, che però è in grado di causare altri danni alle basse vie urinarie.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Grazie dottor Piana della risposta. E' quindi possibile, a suo parere, praticare molto attivamente il ciclismo senza causare danni alle basse vie urinarie oppure è uno sport comunque dannoso ed è consiglaibile abbandonarlo o notevomente limitarlo? Intendo dire: utilizzando le migliori selle e pantalocini, ottimizzando la posizione in bici e facendo esami (PSA, ecografia addome inferiore e uroflussometria) e visita urologica annuali si riescono limitare, prevenire e/o curare in tempo eventuali problematiche che dovessero insorgere?
[#3]
Tutte le selle, con il loro traumatismo lieve ma persistente sul pavimento dell’addome sono in grado di causare problemi alle basse vie urinarie, specialmente nel maschio per la presenza della prostata e nella pratica del ciclismo per la sostanziale scomodità della seduta. Le manifestazioni sono poi assolutamente variabili, in linea di massima il soggetto già in qualche modo predisposto ai disturbi prostatici sarà quello destinato a patire di più e viceversa. Pertanto non esistono regole di comportamento generale, in linea di massima noi diciamo che, entro certi limiti, la sella non può causare danni gravi, ma se vi sono già presenti dei disturbi innescati da altri motivi, la sella assai probabilmente sarà destinata ad accentuarli. Parliamo sempre e comunque di patologie irritative, certamente non tumorali. Pertanto da questo punto di vista non vi è alcuna necessità di controllare il PSA più assiduamente o con criteri diversi di quanto si farebbe in un soggetto normale.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.9k visite dal 06/12/2021.
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