Prostatite cronica abatterica?
Buongiorno Dottori
sono un ragazzo di 31 anni; da circa 5 anni avverto dei sintomi riconducibili (a detta di alcuni urologi a cui mi sono rivolto) ad una prostatite cronica.
Vorrei, gentilmente, un vostro parere circa la tesi di ben 2 urologi a cui mi sono rivolto in questi anni: il primo, a seguito di esplorazione rettale, di ecografia sovrapubica, di ecografia transrettale, di uroflussometria (risultata ok) e di spermiocoltura (risultata negativa, come sempre in questi anni) ha scritto questo referto "Etg reni e vescica, assenza di alterazione; etg t/r prostata: vol 25cc circa, aspetto ipo-isoecogeno, vescicole seminali nella norma".
al termine di questo percorso questo dottore mi ha detto che non si tratta della prostata, mi ha dato il pelvilen dual act e il deprox supposte dicendomi di rivolgermi ad un neurologo e di indagare oltre l'aspetto urologico.
il secondo urologo, che mi sta seguendo ancora adesso invece ha riportato tale referto: "er prostata nei limiti della norma per volume (circa 18cc), consistenza parenchimatosa; assenza di alterazione dei margini posterolaterali; si evoca modesta dolorabilità alla palpazione specie del lobo di sinistra.
esami colturali negativi per infezione in corso; pareti vescicali apparentemente regolari, non segni di ritenzione cronica delle urine"
anche il secondo urologo, in pratica, mi ha detto che non si tratta della prostata; mi ha indirizzato verso una nutrizionista (per tenere sotto controllo il mio colon irritabile), come terapia mi ha dato il Pantarei bustine (serenoa repens+pea), topster in fase acuta e mantenimento con deprox supposte, il tutto per 3 mesi; mi ha detto inoltre di fare dei raggi al bacino e al tratto lombosacrale della schiena.
quest'ultimo urologo ancora non si esprime in maniera definitiva ma, da quello che mi è sembrato di capire, anche lui ipotizza la sindrome del dolore pelvico cronico con un eventuale interessamento del nervo pudendo (altrimenti perchè darmi il pea e chiedermi dei raggi?) )
secondo voi sono ben instradato??
con quest'ultimo urologo io ho un buon rapporto di fiducia, mi piacerebbe soltanto avere un vostro parere per capire se sono un pò più vicino alla risoluzione del problema o se sono ancora in alto mare.
per quanto riguarda i sintomi che avverto essi sono: leggero bruciore alla punta del pene mentre urino (ma non sempre), bruciore/pesantezza sovrapubica, bruciore anale e sensazione di corpo estraneo nel retto (non riesco a stare seduto per tanto tempo).
tutti questi sintomi peggiorano subito dopo la defecazione e il giorno dopo l'eiaculazione per poi calmarsi pian pian col passare dei giorni.
non ho urgenza minzionale e la notte tutti questi sintomi spariscono
vi ringrazio per la vostra disponibilità
sono un ragazzo di 31 anni; da circa 5 anni avverto dei sintomi riconducibili (a detta di alcuni urologi a cui mi sono rivolto) ad una prostatite cronica.
Vorrei, gentilmente, un vostro parere circa la tesi di ben 2 urologi a cui mi sono rivolto in questi anni: il primo, a seguito di esplorazione rettale, di ecografia sovrapubica, di ecografia transrettale, di uroflussometria (risultata ok) e di spermiocoltura (risultata negativa, come sempre in questi anni) ha scritto questo referto "Etg reni e vescica, assenza di alterazione; etg t/r prostata: vol 25cc circa, aspetto ipo-isoecogeno, vescicole seminali nella norma".
al termine di questo percorso questo dottore mi ha detto che non si tratta della prostata, mi ha dato il pelvilen dual act e il deprox supposte dicendomi di rivolgermi ad un neurologo e di indagare oltre l'aspetto urologico.
il secondo urologo, che mi sta seguendo ancora adesso invece ha riportato tale referto: "er prostata nei limiti della norma per volume (circa 18cc), consistenza parenchimatosa; assenza di alterazione dei margini posterolaterali; si evoca modesta dolorabilità alla palpazione specie del lobo di sinistra.
esami colturali negativi per infezione in corso; pareti vescicali apparentemente regolari, non segni di ritenzione cronica delle urine"
anche il secondo urologo, in pratica, mi ha detto che non si tratta della prostata; mi ha indirizzato verso una nutrizionista (per tenere sotto controllo il mio colon irritabile), come terapia mi ha dato il Pantarei bustine (serenoa repens+pea), topster in fase acuta e mantenimento con deprox supposte, il tutto per 3 mesi; mi ha detto inoltre di fare dei raggi al bacino e al tratto lombosacrale della schiena.
quest'ultimo urologo ancora non si esprime in maniera definitiva ma, da quello che mi è sembrato di capire, anche lui ipotizza la sindrome del dolore pelvico cronico con un eventuale interessamento del nervo pudendo (altrimenti perchè darmi il pea e chiedermi dei raggi?) )
secondo voi sono ben instradato??
con quest'ultimo urologo io ho un buon rapporto di fiducia, mi piacerebbe soltanto avere un vostro parere per capire se sono un pò più vicino alla risoluzione del problema o se sono ancora in alto mare.
per quanto riguarda i sintomi che avverto essi sono: leggero bruciore alla punta del pene mentre urino (ma non sempre), bruciore/pesantezza sovrapubica, bruciore anale e sensazione di corpo estraneo nel retto (non riesco a stare seduto per tanto tempo).
tutti questi sintomi peggiorano subito dopo la defecazione e il giorno dopo l'eiaculazione per poi calmarsi pian pian col passare dei giorni.
non ho urgenza minzionale e la notte tutti questi sintomi spariscono
vi ringrazio per la vostra disponibilità
[#1]
La via è certamente corretta, noi daremo comunque assai più risalto al versante inestinale dei suoi disturbi (colon irritabile).
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottor Piana, la ringrazio per la sua risposta.
Con la nutrizionista a cui mi sono rivolto ho iniziato una dieta Fodmap; la dottoressa ha eliminato completamente il lattosio (dice che è altamente irritante) e, nonostante io non sia celiaco (l'esame del sangue è uscito negativo) ha eliminato momentaneamente anche il glutine, ipotizzando una relativa sensibilità. La diagnosi di colon irritabile ovviamente è stata fatta da diversi gastroenterologi a cui mi sono rivolto e a seguito di 2 colonscopie e varie rettoscopie che hanno evidenziato solo una "colite aspecifica"; ho anche eseguito l'esame della calprotectina fecale risultato negativo.
per quanto riguarda l'aspetto neurologico ho fissato una visita (purtroppo a marzo 2022 era la prima disponibilità) presso un neuro-urologo di Roma, specializzato nel pavimento pelvico e nella neuropatia del pudendo sperando che possa tirare delle somme abbastanza definitive anche sotto questo aspetto.
Gentilissimo Dottor Piana, leggendo i vari consulti presenti su questo sito, mi sono imbattuto in varie sue risposte e mi ha colpito una in particolare in cui Lei afferma che quando viene diagnosticata una sindrome del dolore pelvico cronico il canale più promettente è la terapia del dolore e che i comuni antinfiammatori e integratori sono solo armi spuntate.
Non ho capito però quando eventualmente bisogna rivolgersi ad un algologo. Come ho scritto il mio prossimo step è una valutazione neurologica; se anche da questa visita non si evince nulla di particolare lo step finale è la terapia del dolore?? Se gentilmente mi potrebbe dare delle delucidazioni sulle tappe giuste da seguire, secondo lei, per arrivare ad una diagnosi certa e di conseguenza ad una terapia adatta.
La ringrazio per la sua disponibilità Dottor Piana
Con la nutrizionista a cui mi sono rivolto ho iniziato una dieta Fodmap; la dottoressa ha eliminato completamente il lattosio (dice che è altamente irritante) e, nonostante io non sia celiaco (l'esame del sangue è uscito negativo) ha eliminato momentaneamente anche il glutine, ipotizzando una relativa sensibilità. La diagnosi di colon irritabile ovviamente è stata fatta da diversi gastroenterologi a cui mi sono rivolto e a seguito di 2 colonscopie e varie rettoscopie che hanno evidenziato solo una "colite aspecifica"; ho anche eseguito l'esame della calprotectina fecale risultato negativo.
per quanto riguarda l'aspetto neurologico ho fissato una visita (purtroppo a marzo 2022 era la prima disponibilità) presso un neuro-urologo di Roma, specializzato nel pavimento pelvico e nella neuropatia del pudendo sperando che possa tirare delle somme abbastanza definitive anche sotto questo aspetto.
Gentilissimo Dottor Piana, leggendo i vari consulti presenti su questo sito, mi sono imbattuto in varie sue risposte e mi ha colpito una in particolare in cui Lei afferma che quando viene diagnosticata una sindrome del dolore pelvico cronico il canale più promettente è la terapia del dolore e che i comuni antinfiammatori e integratori sono solo armi spuntate.
Non ho capito però quando eventualmente bisogna rivolgersi ad un algologo. Come ho scritto il mio prossimo step è una valutazione neurologica; se anche da questa visita non si evince nulla di particolare lo step finale è la terapia del dolore?? Se gentilmente mi potrebbe dare delle delucidazioni sulle tappe giuste da seguire, secondo lei, per arrivare ad una diagnosi certa e di conseguenza ad una terapia adatta.
La ringrazio per la sua disponibilità Dottor Piana
[#3]
Raggiungere la certezza della diagnosi in queste situazioni resta quasi sempre un vano desiderio. Il vantaggio si ottiene perlopiù ex juvantibus ovvero andando per tentativi successivi. Non essendo una patologia di interesse chirurgico, è opportuno che l’urologo ceda le armi velocemente, una volta escluso ogni tipo di possibile causa o complicazione propria dell’apparato urogenitale.
[#4]
Utente
Gentilissimo Dottor Piana, la ringrazio per la risposta.
Se mi consente, avrei, gentilmente, un'ultima domanda da porle.
Riporto i referti dei raggi eseguiti:
RX BACINO E ANCHE:
"dismorfismo di tipo cam/pincer data la geometria asferica delle due teste femorali e riduzione delle interlinee articolari coxo-femorali con sclerosi del ciglio dei tetti acetabolari d'ambo i lati e piccolo herniation pit a carico del collo femorale d'ambo i lati, da fibrosteite secondaria al conflitto femoro-acetabolare in estensione-adbuzione. Accentuazione della copertura acetabolare delle due teste femorali con segni RX grafici di retroversione dell'acetabolo in una condizione di coxa profunda. A destra, in particolare, si osserva anche una microcalcificazione del ciglio acetabolare all'inserzione cartilaginea per fenomeni di degenerazione secondaria a condizione di impingement. Artropatia degenerativa da alterato carico sia delle due articolazioni sacro-iliache, che della sinfisi pubica"
RX RACHIDE LOMBO-SACRALE:
"Appiattimento della fisiologiaca lordosi. Regolare allineamento dei metameri. Non lesioni ossee strutturali. Spazi Intersomatici di ampiezza nel limiti"
Gentilissimo Dottor Piana, secondo lei, questi danni riportati soprattutto al bacino e alle anche potrebbero essere correlati ai miei disturbi o addirittura esserne la causa?
La ringrazio per la disponibilità
Se mi consente, avrei, gentilmente, un'ultima domanda da porle.
Riporto i referti dei raggi eseguiti:
RX BACINO E ANCHE:
"dismorfismo di tipo cam/pincer data la geometria asferica delle due teste femorali e riduzione delle interlinee articolari coxo-femorali con sclerosi del ciglio dei tetti acetabolari d'ambo i lati e piccolo herniation pit a carico del collo femorale d'ambo i lati, da fibrosteite secondaria al conflitto femoro-acetabolare in estensione-adbuzione. Accentuazione della copertura acetabolare delle due teste femorali con segni RX grafici di retroversione dell'acetabolo in una condizione di coxa profunda. A destra, in particolare, si osserva anche una microcalcificazione del ciglio acetabolare all'inserzione cartilaginea per fenomeni di degenerazione secondaria a condizione di impingement. Artropatia degenerativa da alterato carico sia delle due articolazioni sacro-iliache, che della sinfisi pubica"
RX RACHIDE LOMBO-SACRALE:
"Appiattimento della fisiologiaca lordosi. Regolare allineamento dei metameri. Non lesioni ossee strutturali. Spazi Intersomatici di ampiezza nel limiti"
Gentilissimo Dottor Piana, secondo lei, questi danni riportati soprattutto al bacino e alle anche potrebbero essere correlati ai miei disturbi o addirittura esserne la causa?
La ringrazio per la disponibilità
[#7]
Utente
Gentilissimo Dottor Piana
Scusi se torno a disturbarla ma avrei, gentilmente, bisogno di un suo parere.
Su consiglio del mio urologo, qualche giorno fa, mi sono recato da una fisioterapista specializzata nella riabilitazione del pavimento pelvico; tramite valutazione manuale interna la dottoressa ha trovato, a suo dire, la "fionda pubo rettale molto contratta, ha parlato di una dissinergia di tale fionda affermando che io non riesco a rilassare la zona (mi ha chiesto di contrarre e rilassare più volte durante la valutazione). Ha trovato inoltre alcuni trigger point". Mi ha prescritto un ciclo iniziale di 15 seduto di fisioterapia tramite terapia manuale, biofeedback, vari esercizi e inoltre mi ha consigliato l utilizzo dei coni dilatan.
Purtroppo però, per quanto dal racconto dei miei sintomi la dottoressa suppone un interessamento anche del nervo pudendo, non si è espressa in merito, suggerendomi di rivolgermi a un neurourologo (cosa che farò a marzo)
Secondo lei, una eventuale diagnosi di contrattura pelvica ed eventuale neuropatia del pudendo, giustificherebbe i miei sintomi?
Nel caso ( so che è una domanda da un milione di dollari), con tale diagnosi si ha una possibilità di guarire e di non vivere più con questi costanti dolori e bruciori?
La ringrazio Dottor Piana per la sua disponibilità
Distinti saluti
Scusi se torno a disturbarla ma avrei, gentilmente, bisogno di un suo parere.
Su consiglio del mio urologo, qualche giorno fa, mi sono recato da una fisioterapista specializzata nella riabilitazione del pavimento pelvico; tramite valutazione manuale interna la dottoressa ha trovato, a suo dire, la "fionda pubo rettale molto contratta, ha parlato di una dissinergia di tale fionda affermando che io non riesco a rilassare la zona (mi ha chiesto di contrarre e rilassare più volte durante la valutazione). Ha trovato inoltre alcuni trigger point". Mi ha prescritto un ciclo iniziale di 15 seduto di fisioterapia tramite terapia manuale, biofeedback, vari esercizi e inoltre mi ha consigliato l utilizzo dei coni dilatan.
Purtroppo però, per quanto dal racconto dei miei sintomi la dottoressa suppone un interessamento anche del nervo pudendo, non si è espressa in merito, suggerendomi di rivolgermi a un neurourologo (cosa che farò a marzo)
Secondo lei, una eventuale diagnosi di contrattura pelvica ed eventuale neuropatia del pudendo, giustificherebbe i miei sintomi?
Nel caso ( so che è una domanda da un milione di dollari), con tale diagnosi si ha una possibilità di guarire e di non vivere più con questi costanti dolori e bruciori?
La ringrazio Dottor Piana per la sua disponibilità
Distinti saluti
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Si tratta di manifestazioni funzionali che perlopiù non lasciano alcuna traccia negli accertamenti oggi a nostra disposizione. Pertanto, il rilievo di alterazioni si basa unicamente sulla visita diretta e l’interpretazione dei sintomi, è quindi qualcosa di molto soggettivo che non può essere trasmesso tra soggetti/medici/specialisti diversi. Non trattandosi di pratiche invasive, senz’altro vale la pena di provare e valutare gli eventuali effetti positivi, che però devono manifestarsi entro tempi accettabili (pochi mesi).
Alla sua domanda ovviamente non rispondiamo, facendole risparmiare il milione di dollari.
Alla sua domanda ovviamente non rispondiamo, facendole risparmiare il milione di dollari.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 12.4k visite dal 16/11/2021.
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