Rimozione stent ureterale dopo RIRS rene sinistro e microlitiasi diffusa
Egregi dottori,
vi scrivo per conto di mio padre, 62 anni, che negli ultimi 4 mesi ha subito due interventi di RIRS al rene sinistro per il trattamento di due calcoli da 25 e 9 millimetri.
- Il primo intervento è stato effettuato verso la fine di giugno 2021.
Dopo la frantumazione dei calcoli è stato inserito uno stent ureterale J fil sinistro da tenere una trentina di giorni, periodo che si è allungato a circa due mesi a causa della pausa estiva.
Dopo circa un mese dall'intervento, verso la fine di luglio, mio padre ha effettuato esami del sangue (creatinina a 1.63, valore massimo 1.17), delle urine (nella norma), RX diretta dell'apparato urinario ed ecografia renale.
Nel referto dell'ecografia si legge: "Litiasi sub e pericentimetrica renale localizzata nei gruppi pielo caliceali medio-inferiori.
Modesta ectasia del sistema pielo caliceale di sinistra con pelvi renale di 3x2.5 cm sede dell'apice prossimale del stent ureterale".
Nel referto della RX: "Nuclei radiopachi compatibili con nuclei litiasici in loggia renale sinistra (almeno 3) ".
- Il secondo intervento è stato effettuato verso la fine di settembre 2021.
Anche in questo caso, dopo la frantumazione dei calcoli rimanenti, è stato sostituito lo stent che mio padre ha portato fino ad oggi.
Nella scorsa settimana ha ripetuto le analisi del sangue (creatinina a 1.4, valore massimo 1.17), delle urine (nella norma), RX diretta urinaria ed ecografia renale.
Nel referto della RX: "Presenza di stent ureterale sinistro con estremità distale risalita.
Visibilità di due immagini radiopache a sinistra, una proiettantesi nel polo inferiore del rene sinistro (14-15mm) e uno proiettantesi nel terzo medio prossimale del decorso dello stent ureterale (mm 20) ".
All'eco: Rene sinistro in sede in clinostatismo.
Margini regolari, dimensioni aumentate.
L’organo è caratterizzata da condizione di idronefrosi di IV grado con diametro pielico medio di circa 8 cm; spessore medio parenchimale di circa 9 mm.
Evidenza, a livello del polo inferiore, di formazione litiasica di 17 mm di diametro massimo e diffusa microlitiasi.
Il terminale intrapielico dello stent appare lateralizzato.
"
Oggi ha effettuato la visita urologica di controllo nella quale il medico ha programmato per settimana prossima la rimozione dello stent dicendo che l'attuale ostruzione delle vie è causato dai depositi dei calcoli frantumati attorno allo stesso e che togliendolo la situazione dovrebbe migliorare (in quanto l'operazione dovrebbe far scendere giù i frammenti).
Di conseguenza mi è sorto un dubbio: togliendo lo stent (che da come mi pare di aver capito attualmente è l'unico canale con cui il rene sx riesce a drenare quella poca urina) non c'è il rischio di peggiorare la situazione causando ostruzione completa?
Vi ringrazio in anticipo
vi scrivo per conto di mio padre, 62 anni, che negli ultimi 4 mesi ha subito due interventi di RIRS al rene sinistro per il trattamento di due calcoli da 25 e 9 millimetri.
- Il primo intervento è stato effettuato verso la fine di giugno 2021.
Dopo la frantumazione dei calcoli è stato inserito uno stent ureterale J fil sinistro da tenere una trentina di giorni, periodo che si è allungato a circa due mesi a causa della pausa estiva.
Dopo circa un mese dall'intervento, verso la fine di luglio, mio padre ha effettuato esami del sangue (creatinina a 1.63, valore massimo 1.17), delle urine (nella norma), RX diretta dell'apparato urinario ed ecografia renale.
Nel referto dell'ecografia si legge: "Litiasi sub e pericentimetrica renale localizzata nei gruppi pielo caliceali medio-inferiori.
Modesta ectasia del sistema pielo caliceale di sinistra con pelvi renale di 3x2.5 cm sede dell'apice prossimale del stent ureterale".
Nel referto della RX: "Nuclei radiopachi compatibili con nuclei litiasici in loggia renale sinistra (almeno 3) ".
- Il secondo intervento è stato effettuato verso la fine di settembre 2021.
Anche in questo caso, dopo la frantumazione dei calcoli rimanenti, è stato sostituito lo stent che mio padre ha portato fino ad oggi.
Nella scorsa settimana ha ripetuto le analisi del sangue (creatinina a 1.4, valore massimo 1.17), delle urine (nella norma), RX diretta urinaria ed ecografia renale.
Nel referto della RX: "Presenza di stent ureterale sinistro con estremità distale risalita.
Visibilità di due immagini radiopache a sinistra, una proiettantesi nel polo inferiore del rene sinistro (14-15mm) e uno proiettantesi nel terzo medio prossimale del decorso dello stent ureterale (mm 20) ".
All'eco: Rene sinistro in sede in clinostatismo.
Margini regolari, dimensioni aumentate.
L’organo è caratterizzata da condizione di idronefrosi di IV grado con diametro pielico medio di circa 8 cm; spessore medio parenchimale di circa 9 mm.
Evidenza, a livello del polo inferiore, di formazione litiasica di 17 mm di diametro massimo e diffusa microlitiasi.
Il terminale intrapielico dello stent appare lateralizzato.
"
Oggi ha effettuato la visita urologica di controllo nella quale il medico ha programmato per settimana prossima la rimozione dello stent dicendo che l'attuale ostruzione delle vie è causato dai depositi dei calcoli frantumati attorno allo stesso e che togliendolo la situazione dovrebbe migliorare (in quanto l'operazione dovrebbe far scendere giù i frammenti).
Di conseguenza mi è sorto un dubbio: togliendo lo stent (che da come mi pare di aver capito attualmente è l'unico canale con cui il rene sx riesce a drenare quella poca urina) non c'è il rischio di peggiorare la situazione causando ostruzione completa?
Vi ringrazio in anticipo
[#1]
Il volume di partenza dei due calcoli era senz'altro consistente, comunque in mani esperte ancora affrontabile con un intervento per via ascendente attraverso le vie urinarie naturali (RIRS). Parrebbe comunque trattarsi di un rene già parecchio in sofferenza, probabbilmente per la presenza di ostruzione da calcoli di lunga data. La attuale situazione è di difficile interpretazione a distanza, non potendo valutare direttamente le indagini radiologiche. Tutto sommato, è molto probabile ch le concrezioni rilevate non siano calcoli interi, ma aggregati di piccoli frammenti che il rene (probabilmente a funzione ridotta) stenta ad espellere. Tutto sommato è pertanto condivisibile la strategia proposta dai Colleghi che la seguono, con rimozione dello stent e controlli successivia a breve termine.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentile Dott. Piana,
la ringrazio della risposta. In effetti il rene era in sofferenza da ormai 3 - 4 mesi (mio padre aveva eseguito una TAC con mezzo di contrasto prima del primo intervento e non risultava idronefrosi). Le volevo chiedere: una volta risolta l'ostruzione c'è possibilità che il rene riprenda a funzionare come prima?
la ringrazio della risposta. In effetti il rene era in sofferenza da ormai 3 - 4 mesi (mio padre aveva eseguito una TAC con mezzo di contrasto prima del primo intervento e non risultava idronefrosi). Le volevo chiedere: una volta risolta l'ostruzione c'è possibilità che il rene riprenda a funzionare come prima?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.4k visite dal 27/10/2021.
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