Infiammazione del testicolo, rischio di tumore?

Gentili Dottori,
gradirei molto un vostro parere e qualche buon consiglio su una situazione che è per me fonte interminabile di ansia e preoccupazione, per questo faccio prima una breve introduzione a quella che è la mia situazione generale: sono un uomo di 32 anni nato con un criptorchidismo bilaterale che mi è stato corretto chirurgicamente all’età di 7-8 anni, il testicolo sinistro però non si è mai sviluppato restando atrofico, mentre il destro ha avuto uno sviluppo regolare.
I miei problemi sono sorti nel marzo 2004 quando ho incominciato ad accusare un notevole calo della libido con conseguente deficit erettile, questo evento mi ha spinto a fare delle indagini mediche che, attraverso esami strumentali e diagnostici, hanno portato alla luce un’azoospermia e un deficit di testosterone (<2,5 ng/ml) con valori di LH e FSH alti rispetto la norma, in quella sede mi hanno detto che si trattava di ipogonadismo e che avrei dovuto fare una terapia di testosterone sostitutiva a vita. Da un primo esame ecografico testicolare il testicolo destro non appariva in ottime condizioni per la presenza di numerose microcalcificazioni sparse consigliandomi di monitorarlo 2-3 volte l’anno attraverso un’ecografia e comunque di asportare il testicolo sinistro per ridurre il rischio di un tumore.
Nel dicembre 2005 ho effettuato l’intervento di orchiectomia sinistra con apposizione di protesi affrontando anche diverse complicanze post-operatorie tra cui una tromboflebite della vena dorsale del pene che fortunatamente si è risolta anche se dopo molto tempo.
Il referto della mia penultima ecografia del testicolo destro effettuata il 29/06/06 è il seguente:

Lo studio ecotomografico ha evidenziato, in emiscroto sinistro, la presenza di protesi ben impiantata, senza visibilità di formazioni occupanti spazio e/o di versamento liquido in cavità.
Il testicolo destro, dismorfico, presenta un’ecostruttura finemente e diffusamente disomogenea, con aspetto uniformemente ipoecogeno e visibilità di numerosi “spots” iperecogeni di origine microcalcifica a significato post-orchitico.
Nel contesto del corpo del testicolo si osserva altresì la presenza di un’immagine ipoecogena di origine colliquitiva, di circa 6 mm. non vascolarizzata al Color Doppler.
Diffusa vascolarizzazione intraparenchimale a significato post-flogisitco.

Il problema che mi attanaglia attualmente è che verso la fine di settembre ho incominciato ad avvertire dei doloretti sparsi al testicolo che si manifestano in maniera casuale con delle fitte improvvise, ed il testicolo è diventato più sensibile in una specifica zona e alla palpazione mi procura un lieve dolore, inoltre il dolore/fastidio si è gradualmente irradiato anche nella zona inguinale, nessun gonfiore o cambiamento di volume lo caratterizza.
Ho aspettato qualche giorno prima di rivolgermi al medico nella speranza che la cosa fosse un evento transitorio ma siccome il fastidio permane mi sono recato dall’urologo che mi segue descrivendogli la sintomatologia e alla palpazione ha riscontrato l’epididimo un po’ duro dicendomi che probabilmente si trattava di un’epididimite e che tra l’altro probabilmente sono “predisposto” a questo tipo di problematiche e che ho sviluppato una certa cronicità a questi fenomeni, prescrivendomi solo un antinfiammatorio (Ananase 100) per una settimana (aggiungo che la settimana prima avevo preso già OKI bustine).
Nel frattempo, per timore di qualcosa di ben più grave, ho eseguito di mia iniziativa un’ecografia dal medico di fiducia a cui solitamente mi rivolgo ed ha rilevato all’esame ecografico la seguente situazione:

Ecotomografia testicolare del 02/10/06:
Il testicolo destro, di dimensioni nei limiti, presenta un’ecostruttura disomogenea, caratterizzata da numerosi “spots” iperecogeni di origine microcalcifica a significato post-orchitico, con diffusa ipoecogenicità strutturale e rilievo in sede polare inferiore, di un’immagine nodulare di 13 mm. di diametro massimo, ad ecostruttura disomogenea, con segni di ipervascolarizzazione intralesionale al Color Doppler.
Contigua ad essa si reperta un’altra area ipoecogena ovalare, con medesime caratteristiche, di circa 6 mm. di diametro.
Aggiungo che per scrupolo il medico ecografista ha effettuato un eco anche ai reni, alla vescica, alla prostata e al fegato dove ha riscontrato due piccole formazioni cistiche di 9mm, dicendo che probabilmente erano congenite.

A tal punto sono ritornato dall’urologo mostrandogli l’esito dell’ecografia e consequenzialmente mi ha fatto eseguire un prelievo per misurare i valori di Alfa-Fetoproteina, Beta-HGC, LDH, PLAP quest’ultimo purtroppo non l’ho potuto eseguire (spero non sia grave) perché il centro polidiagnostico a cui mi sono rivolto, nonostante è uno dei più rinomati di Napoli, non esegue quel tipo d’esame perché troppo specialistico dicendomi che avrei potuto farlo probabilmente solo al Policlinico.
In ogni caso faccio ugualmente il prelievo ed il risultato è il seguente:

Alfa-Fetoproteina=1,9 ng/mL - Metodo ECLIA - intervallo di riferimento 0-6 ng/mL
Beta-HGC= 1,0 mUI/mL - Metodo ECLIA - intervallo di riferimento 0-2.6 mUI/mL
LDH (Lattato deidrogenasi) = 371 U/L - Metodo CINETICO 37C - intervallo di riferimento 227-450 U/L

L’urologo sostiene che si tratta di un’infiammazione e non è riconducibile ad una formazione neoplastica, e mi ha detto di continuare gli antinfiammatori per un’altra settimana e vedere come procede per fare poi eventualmente altri esami tra cui una spermiocoltura, ripetendo a fine mese anche l’ecografia testicolare.

Quello che mi domando è se allo stato attuale, sulla base di quanto esposto e dal risultato degli esami eseguiti, è possibile escludere con certezza una patologia tumorale o bisogna monitorare la situazione per vedere eventuali sviluppi? Sono molto preoccupato di questa situazione e mi chiedo a questo punto, dato che il testicolo ha perso le sue funzionalità basilari, se non sia il caso di praticare un’orchiectomia dx a scopo preventivo per evitare spiacevoli conseguenze future.

E se si tratta invece di un’infiammazione procurata da un epididimite come sostiene l’urologo (e come anch’io mi auguro vivamente) perché non trattarla con antibiotici specifici, piuttosto che indugiare ancora solo con antinfiammatori visto che i sintomi a tutt’oggi persistono ancora? E come mai c’è questa tendenza all’infiammazione del testicolo?

In verità, esausto dei fastidi e delle ansie che permangono ormai da oltre 20 giorni, dopo essermi consultato con il medico ecografista ho associato agli antinfiammatori anche un antibiotico, il Levoxacin 500 che tra qualche giorno chiuderà il ciclo di una settimana. Al momento i sintomi si sono un po’ attenuati ma c’è una lieve dolenzia fissa al testicolo che a volte interessa pure la zona inguinale.

Se la problematica, dopo l’assunzione dell’antibiotico non dovesse ancora risolversi, quanto tempo dovrei aspettare per poter effettuare degli esami colturali? E quali nello specifico sarebbe bene eseguire?

In attesa di un vostro gentile riscontro, cordiali saluti.
[#1]
Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109
Gent.le utente,
Sinceramente penso che Lei debba avere più fiducia nel Suo urologo che si sta comportando in maniera irreprensibile
Cordiali saluti

Dott.Roberto Mallus

[#2]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
nella Sua lunga e-mail, che ovviamente lascia traspoarire un comprensibile stato di ansia, vi sono aspetti clinici, diagnostici e terapeutici condivisibili. Tranne uno, secondo me, e cioè il referto dell'ultimo esame ecotomografico cui Lei si è, con molto intuito, sottoposto.
Lo riporto testualmente dalla Sua mail:
"...rilievo in sede polare inferiore, di un’immagine nodulare di 13 mm. di diametro massimo, ad ecostruttura disomogenea, con segni di ipervascolarizzazione intralesionale al Color Doppler...".
Io direi che sia il caso di approfondire senza ulteriori perdite di tempo proprio l'aspetto di quella formazione nodulare che presenta i segni di ipervascolarizzazione intralesionale al colorDoppler.
Questo aspetto a me personalmente non piace. Capisco, compendo e condivido tutte le problematiche connesse con il trattamento di un paziente monorchide quale Lei è, ma questo non può costituire un deterrrente nè diagnostico e nè terapeutico.
Francamente, quella immagine secondo me merita tutta l'attenzione possibile, senza nemmeno escludere il ricorso ad un esame bioptico per effettuare il riscontro istopatologico. Triste a dirsi ma forse necessario.
Mi faccia sapere l'evoluzione del caso, ci tengo personalmente.
Affettuosi auguri e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

[#3]
Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
la ringrazio per la celere risposta, come al solito Lei è sempre scrupoloso e pone la giusta attenzione su una situazione che lascia dei dubbi inquietanti a tal punto che mi hanno spinto, al contrario dell’urologo che mi segue, ad allertarmi.
Parlando con franchezza mi trovo di fronte ad un problema comunicativo/relazionale con l’urologo che mi segue perchè è convinto che non ci sia nulla di preoccupante e non ha minimamente accennato ad un maggiore approfondimento della faccenda (se non ripetere l’eco e fare esami per l’epididimite), questo mi ha lasciato basito perché, a mio modesto parere, un soggetto criptorchide dalla nascita come me, che statisticamente è più esposto ad un rischio di tumore al testicolo e che presenta un’ecografia con un referto del genere, merita un’attenzione sicuramente maggiore.
Più volte ho insistito cercando di scardinare le sue convinzioni, manifestando apertamente le mie paure, i mie dubbi, le mie preoccupazioni, ma nulla è valso, e così di settimana in settimana tra antinfiammatori ed epididimiti fantasma il tempo passa…
Il mio istinto di sopravvivenza mi dice che un medico che non ascolta il paziente ma solo le sue convinzioni, per quanto possa essere bravo, se non opportunamente motivate da delle buone argomentazioni, non merita più la mia fiducia, altresì trovo assurdo che debba essere io ad autoprescrivermi un’ecografia, informarmi e interessarmi sul da farsi per cercare di venirne fuori indenne!
Questa mia sfiducia, fondata o infondata che sia, mi pone di fronte ad un altro problema ovvero trovare tempestivamente un altro specialista che mi segua con la dovuta attenzione.
Oggi stesso ho chiamato il medico ecografista per metterlo al corrente che non sono affatto tranquillo, abbiamo discusso dell’attendibilità dei markers che non garantiscono certezze assolute e che a suo avviso andrebbe fatta verso la fine della prossima settimana un altro ecodoppler per capire che tipo di evoluzione ha preso quella formazione nodulare e allo stesso tempo ipotizzava, come Lei, una biopsia, anche se con la dovuta cautela.
Le mie riflessioni in merito mi inducono a fare il seguente ragionamento: nell’ipotesi in cui eseguo la biopsia (a proposito ma non è rischiosa per un eventuale diffusione di cellule cancerose?) e risulta positiva, dovrei sottopormi nuovamente ad un intervento di orchiectomia per asportare il testicolo malato…a questo punto, anche se radicale come scelta, non sarebbe meglio trattarlo come un tumore conclamato ed asportarlo per poi aspettare il riscontro istopatologico? Tra l’altro il testicolo è accertato che non produce più ne testosterone ne spermatozooi, quindi tenerlo per una sorta di “affezione” non rappresenta piuttosto un pericolo tipo bomba ad orologeria?
Se fosse realmente un tumore, il fatto che i markers non l’hanno rilevato, non costituisce in un certo senso un segnale “positivo” ? E’ possibile supporre quanto meno che sia ancora così piccolo da essere in uno stadio primario oppure può essersi diffuso già ai linfonodi o ad altri organi? Il testicolo in questi casi non dovrebbe quantomeno ingrossarsi? Al tatto io non avverto nulla di anomalo, nessuna massa o rilievo, se non una parte un po’ più dura nello zona posteriore in testa al testicolo che dovrebbe essere l’epididmo…
In ultimo, quando Lei dice di approfondire senza ulteriori perdite di tempo (cosa che condivido in pieno) a cosa si riferisce nello specifico, di andare diretto alla biopsia o ci sono altri esami per lo mezzo che si possono eseguire?

Ringraziandola ancora del tempo e dell’attenzione dedicatami, le porgo i miei più cordiali saluti.
[#4]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
sono assolutamente concorde con il Collega ecografista quando propone una riesame scrupolosissimo della formazione sospetta. Ci tengo a ribadirLe psolo questo, per il resto confermo quanto esposto nella precedente mail.
Non commento e non entro nel merito dei problemi di comunicazione/comunicativa/comunicabilità che lei incontra con il Suo Specialista di fiducia.
Ma mi chiedo solo: già un paziente ha delle preoccupazioni, ansie e dubbi legati ad una patologia che non appare ancora ben definita...e deve anche preoccuparsi del carattere del proprio medico di fiducia????? No, francamente mi sembrerebbe chiedere troppo.
Portare via un testicolo, per esaminarlo istologicamente dopo, è un controsenso Medico, Chirurgico, Oncologico, Diagnostico e Teraputico. Nonchè Etico e professionale. Quindi no, non mi trova in accordo.
Per quanto riguarda i marcatori tumorali, Lei nemmeno immagina il numero di neoplasie testicolari che ho visto con marcatori del tutto nel range di normalità. Il valore dei marcatori non è nel loro significato diagnostico ma, in minima parte, semmai in quello stadiante ed in massima parte nel follow-up post-trattamento, sia esso chirurgico che radio-chemioterapico.
Questo è quanto.
Attendiamo il nuovo esame ecotomografico integrato dal colorDoppler per lo studio della vascolarizzazione intralesionale. Sarei davvero contento se mi facesse avere ulteriori notizie.
Affettuosissimi auguri e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO

[#5]
Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
è stato chiarissimo nell'esposizione dei fatti, a questo punto mi non mi resta altro da fare che attendere questa settimana per poi ripetere l'esame ecografico integrato dal colorDoppler...
Stamane ho richiamato l'urologo e gli ho rimarcato bene le mie preoccupazioni, lamentandomi anche del fatto che i fastidi non passavano soprattutto in zona inguinale, mi ha risposto che era intenzionato a farmi una biopsia, ma sperava che i sintomi si alleviassero un pochino prima di intervenire, in ogni caso vuol prima valutare il risultato del prossimo esame ecografico e poi decidere il dafarsi.
La terrò certamente informato sull'esito dell'esame non appena l'avrò svolto e anche su tutto il resto, così potrà darmi ancora una volta un Suo preziosissimo parere su questa vicenda che per il momento ha ancora dei punti oscuri.

Ringraziandola ancora calorosamente per la Sua attenzione, le rinnovo i miei più cordiali saluti.

A presto.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
mi pare che le cose stiano prendendo al giusta piega.
Davvero tanti ma tanti affettuosi auguri.
Un cordiale saluto.
Prof. Giovanni MARTINO
[#7]
Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
oggi in primo pomeriggio ho eseguito l'EcoColorDoppler testicolare, purtroppo tutti i sospetti erano fondati visto che c'è stata un'evoluzione in questi 20 giorni, il referto è il seguente:

L'esame ecotomografico ha confermato la presenza, a carico del testicolo destro, la presenza di disomogeneità strutturale su base post-orchitica, con evidenza, a carico del polo inferiore dello stesso testicolo, di tre aree nodulari ad ecostruttura complessa, ipoecogene, la più grande delle quali, di circa 13mm. di diametro.
Contigua inferiorormente ad essa si segnala un'altra area con le medesime caratteristiche di circa 7 mm. ed una terza, più piccola, in sede sottocapsulare, misura circa 4mm.
In tutte le sedi nodulari esplorate si segnala la presenza di spiccata vascolarizzazione ad elevata velocità sistolica, con basse resistenza e con flusso disordinato.
L'eventualità di una condizione trasformativa all'origine delle nodularità impone urgente consulenza chirurgica per la valutazione dell'ulteriore percorso diagnostico-strumentale.

Il medico ecografista mi ha consigliato caldamente di rivolgermi ad un'altro specialista andrologo dell'Ospedale Cardarelli di Napoli, il Dott. Maurizio Carrino responsabile dell'unità di andrologia chirurgica dipendente dalla Unità Complessa di Urologia diretta dal dott. Alberto Masala.
Devo riuscire a mettermi in contatto al più presto con il Dott. Carrino per fissare un appuntamento sperando che poi il ricovero avvenga in tempi brevi per evitare ulteriori angosciose attese.
Non ho molto altro da aggiungere, francamete sono in preda al panico, spero che tutto si risolva per il meglio e che "la cosa" sia localizzata al testicolo senza il coinvolgimento di qualche altro organo, questo è il mio unico pensiero...

Sperando di leggere ancora una volta un Suo prezioso commento, la ringrazio e cordialmente la saluto.
[#8]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
tutto sta procedendo nella direzione giusta...che sono certo questa volta La condurrà ad una totale e definitiva guarigione.
Lei è una persona seria ed intelligente.
Le faccio tutti i migliori auguri di questo mondo. Attendo personalmente Sue, ne sono certo, buonissime notizie.
Cordialissimo saluto.
Prof. Giovanni MARTINO

[#9]
Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
ieri stesso sono riuscito a contattare il Dott. Carrino, che dopo avermi ascolato, mi ha ricevuto con tempestività al suo studio.
E' stato molto gentile, scrupoloso e allo stesso tempo determinato...la diagnosi per lui è chiara: si tratta di un seminoma e ovviamente dovrà praticare un'orchiectomia con apposizione di protesi anche a destra. Mi ha prospettato l'idea di criogenizzare, estraendo dal tessuto sano del testicolo, gli spermatozooi che a suo parere potrebbero ancor esserci (deduzione fatta leggendo il valore di LH che è nella norma...!?) e cosa più importante mi ha confortato dicendomi che questo tipo di tumore è "good risk" per il paziente perchè è caratterizzato da una buona prognosi, ovviamente dopo l'intervento farò gli esami di routine (TAC e altro) che in un certo senso dipendono anche dal risultato istopatologico che gioca un ruolo fondamentale nella trattazione di questa patologia.
L'intervento è programmato grossomodo intorno al 9 novembre (tempi tecnici d'ospedalizzazione...) in ospedale ed io mi chiedo a tal proposito se questo lasso di tempo è ragionevolmente "sicuro" oppure costituisce un ulteriore rischio per la mia salute? Dovrei fare maggiori pressioni per poter abbreviare i tempi? Potrebbe dirmi qualcosa in più sul seminoma e sul concetto di "buona prognosi"?

Ringraziandola anticipatamente per la Sua chiarezza e la Sua cortesia che La contraddistinguono sempre, Le porgo i miei più cordiali saluti.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
si farei ulteriori pressioni, per così dire, al fine di anticipare se possibile i tempi tecnici del ricovero.
Siamo tutti entusiasti e facciamo tutti il tifo perchè la speranza del Collega in fatto di istotipo della neoformazione che dovrà asportare corrisponda alla realtà. Ma sia chiaro che si tratta solo di una speranza.
La diagnosi istopatologica è possibile solo con l'esame istopatologico, in maniera generica intraoperatoriamente (neoformazione germinale o no) e dirimente sul pezzo eventualmente asportato.
Uno scivolone del Collega...
Altro scivolone del Collega? Si, in tema di rapporto fra spermiogenesi e livelli ematici di LH ...ma che c'entra?
Vabbè...siamo ottimisti...andrà tutto benissimo ne sono certo.
Mi tenga informato, ci tengo personalmente.
Affettuosi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
[#11]
Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
stamane sono andato in ospedale per la prenotazione, c'era una lista lunghissima d'interventi aimè, in ogni caso ho cercato di essere persuasivo e sono riuscito ad ottenere il day hospital per il 6 di novembre dove farò gli accertamenti di routine, il giorno seguente il colloquio con l'anestesista e poi l'intervento.
Riguardo "la diagnosi" fatta con tanta determinazione al momento della visita ha stupito anche me e allo stesso tempo rassicurato in un certo senso avendo letto la differenza tra seminoma e non-seminoma... riflettendoci in seguito ho pensato che fosse potuta uscire fuori dall'esperienza del medico, dai numerosi casi trattati e probabilmente dalla lettura dell'ecografia che presentava delle caratteristiche ben precise che potessero essere assimilabili ad un seminoma. Voglio aggiungere comunque che il dottore ha sottolineato che la diagnosi certa l'avremmo avuta dall'esame istopatologico...riguardo la spermiogenesi non so che dirle, io ero rimasto al fatto di essere azoospermico voglio sperare che non sia solo un business visto che il discorso della criocongelazione è in forma privata...in ogni caso sono molto spaventato per la piega che ha preso questa storia, io cerco di adoperarmi al meglio per risolvere questa angosciosa problematica e comunque trovo sempre degli impedimenti, difficoltà, dubbi e zone d'ombra che mi fanno sprofondare nell'angoscia. E' possibile mai che una persona con un cancro al testicolo debba subire un carico di pressione emotiva così elevato aggravato dalla farraginosa burocrazia del sistema e dalle congetture mentali di certi medici?
Sono davvero sconfortato, non aggiungo altro...
Non mi resta altro che salaturLa Prof. Martino, spero tanto che le cose vadano per il verso giusto e si risolvano al meglio è l'unica cosa che mi viene da aggiungere.
Grazie ancora della Sua cordialità e degli affettuosi auguri che fanno sempre piacere in certe circostanze.
A presto risentirLa.
[#12]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
la crioconservazione è ovviamente necessaria ed indispensabile in ogni caso. Deve essere effettuata DOPO l'eventuale orchiectomia e PRIMA di ogni altra terapia complementare.
Andrà tutto bene. Affettuosi auguri.
Prof. Giovanni MARTINO
[#13]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore,
mi inserisco anch'io nel suo "grosso" problema per dire che, visti i marker tumorali e le informazioni che lei ci ha dato sulle caratteristiche ecografiche della neoformazione ,è più probabile, se neoplasia deve essere , che sia un seminoma ma chiaramente solo l'esame istologico intraoperatoria ci darà la certezza della diagnosi. Altro appunto che lei ha giustamente rilevato è quello che sul territorio nazionale non esiste un numero di Centri altamente qualificati pubblici o convenzionati capaci di provvedere alla eventuale crioconservazione dei gameti anche nelle problematiche oncologiche. Purtroppo è così e questo discorso è divenuto ancora più problematico e difficile dal 2004 quando ,con la promulgazione della legge 40 , molte banche del seme sono state costrette a chiudere. Queste strutture molto più numerose di ora ,anche se private , svolgevano ,collateralmente alla crioconservazione dei gameti provenienti da donatori, anche questo particolare compito "oncologico".
Auguri di cuore per il suo intervento ed un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
http://andrologiamedica.org/prenota-consulto-online/
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[#14]
Utente
Utente
Gentile Dott. Beretta,
paradossalmente nella disgrazia anch'io sto sperando per un seminoma, certo non avrei mai pensato un giorno di augurarmi un tale cosa ma lette le sostanziali differenze e le modalità d'approccio terapeutico, tra i due mali idealmente scelgo quello minore!!!
Il medico mi ha richiesto i markers dell'epatite e dell'HIV, ed io ci ho aggiunto nuovamente anche quelli tumorali, ancora una volta tutti hanno dato esito negativo come si osserva dal referto del 28/10/06:

CEA: 0,6 ECLIA range 0 - 3.4 (non fumatori) ng/mL

LATTATO DEIDROGENASI (LDH): 369 CINETICO 37C range 227 - 450 U/L

AFP: 1,2 ECLIA range 0 - 6 ng/mL

HCG+BETA: 1,0 ECLIA range 0 - 2.6 mUI/mL

Riguardo la crioconservazione che ricopre comunqe un aspetto molto importante, non entro nel merito, la farò in forma privata come mi è stato prospettato augurandomi un giorno che le cose, per chi dovesse essere colpito da questa "sciagura", possano essere migliorate ulteriormente garentendo maggiore tempestività ed assistenza.

RingraziandoLa degli auguri e dell'attenzione rivoltami, Le porgo i miei più cordiali saluti.
[#15]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
l'esecuzione dei marcatori tumorali specifici per il tumore del testicolo non ha alcun valore diagnostico o predittivo del tipo istologico in questione. E' pertanto inutile ripeterli prima del trattamento chirurgico. Avranno il loro valore solo dopo quest'ultimo come indicatore di presenza o ripresa di malattia. Una eccezione potrebbe essere rappresentata dalla beta-HCG, ma non è assolutamente matematico.
Una mano ed una vista molto esperti potrebbero cogliere alcuni aspetti ecografici prima della orchiectomia tali da tentare un azzardo diagnostico di istotipo. Ma: sono pochi i Colleghi Ecografisti ingrado di farlo e sempre azzardo rimane. Mi creda, non resta che attendere la procedura chirurgica.
Che poi tutto il Sistema connesso direttamente o indirettamente con la crioconservazione del liquido seminale sia effettivamente sotto il controllo del Sistema Sanitario Nazionale, a mio modo di vedere, è una ottima soluzione. Si tratta di tecniche altamente specilaistiche e sofisticate, non prive di rischi, da delegare a Centri effettivamente qualificati. Si tratta però purtroppo anche di un "business" incredibile ed incontrollabile: Lei nemmeno immagina cosa ho visto e sentito su questo argomento. Non si può farne una giungla o un far west! Dopo l'orchiectomia e prima delle eventuali terapie complementari è possibile tranquillamente crioconservare il seme in ambiente Pubblico.
Ancora affettuosi auguri.
Prof. Giovanni MARTINO
[#16]
Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
grazie ancora delle sue informazioni sempre preziose e chiarificatrici, ma aimè come potrà ben immaginare lo stress e l'apprensione in queste situazioni raggiunge livelli altissimi e mantenere un piena lucidità è davvero cosa ardua...per quanto mi riguarda io avrei affrontato l'intervento anche all'inizio del mese senza esitare troppo invece mi trovo a dover essere confinato ancora un'altra settimana in un'attesa straziante, inoltre altri sintomi si sono manifestati accentuando ulteriormente le mie preoccupazioni, nello specifico una sorta di lieve dolenzia all'addome nei pressi dell'osso del bacino, grossomodo più in alto della zona inguinale destra, infatti se faccio pressione in quel punto con la mano mi duole un pochino...ed anche al fianco dx certe volte arrivano delle "fitte", un doleretto acuto che si presenta in maniera "spot"...insomma, in relazione a questi segnali, la mente viaggia purtroppo verso pensieri angoscianti... ad un evoluzione della patologia per intenderci, magari i linfondi...è inutile nasconderlo stare sereni è davvero un'impresa per me in questo momento! :(
[#17]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
so benissimo che le mie sono solo parole e possono lasciare il tempo che trovano. Ma mic reda capisco e condivido il Suo stato d'animo. Sono certo, e vorrei essere in grado di dare anche a Lei questa certezza, che tutto andrà benissimo. Non posso fare altro e di più. Magari Lei fosse stato residente a Roma...
Affettuosi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
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