Calcolosi renale

A dicembre dello scorso anno, a seguito delle mie prime coliche renali, ho effettuato una eco addominale in cui si riscontrava la presenza di un paio di calcoli all'interno dei calici del rene dx.
Dall'eco però non si riusciva a capire dove fosse il calcolo che mi causava le coliche.
Per il periodo successivo alle coliche (sparite nell'arco di qualche giorno), unitamente ad una adeguata idratazione, ho assunto degli integratori a base di spaccapietra e citrati di magnesio e potassio; dopo circa un mese ho iniziato a presentare fastidi/dolore alla vescica e difficoltà ad urinare con presenza di urina maleodorante.

Dopo 2 giorni mi sono inoltre svegliato con una fitta all'altezza del rene dx e mi sono quindi recato in PS dove non hanno riscontrato dilatazione del rene e tutti i parametri nella norma, oltre che la presenza dei soliti due calcoli rilevati nella precedente eco.

A detta del dottore avevo quindi espulso il calcolo ma, non avendo io rilevato passaggio di sassolini durante le minzioni, la spiegazione è stata che probabilmente si era sciolto nelle urine.


Terminata questa premessa vorrei sapere:
- il fatto che non abbia espulso sassolini può in qualche modo dare delle indicazioni su che tipo di calcoli fossero/siano presenti all'interno del rene?
(ad es.
per gli ossalati di calcio leggevo che non dovrebbe essere possibile disgregarli facilmente)
- può essere che abbia espulso della renella?
(sento dire che le coliche siano dolorosissime ma nel mio caso - non credo di avere una soglia del dolore elevata - si è trattato più che altro di un fastidio enorme, tipo un coltello piantato al fianco)
- la renella può presentarsi sotto forma di aggregato singolo (sassolino) all'interno dei calici dei reni?
In tal caso è più semplice che il calcolo si disgreghi autonomamente?


Successivamente a questo ultimo episodio (risoltosi spontaneamente dopo alcuni giorni) ho proseguito con un breve periodo di integratori per poi continuare solamente con idratazione adeguata fino a qualche giorno fa in cui, a seguito di una assunzione importante di acqua (quasi 2 l in circa 3 h) probabilmente i calcoli ancora nel rene hanno subito un "colpo".
Questo perchè, nella nottata successiva, ho urinato svariate volte con presenza di urina gialla (non di certo dovuta alla scarsa idratazione) e maleodorante e per un paio di giorni ho avuto mal di schiena localizzato nel fianco destro: evidentemente ho espulso qualche frammento di calcolo (forse renella?).

Attualmente il mal di schiena localizzato si è smorzato ma percepisco al tatto che nel rene dx probabilmente si stanno muovendo i calcoli riscontrati a fine anno scorso.
Anche il flusso urinario non sembra essere al top (ma nemmeno scarso).


A questo punto, anche alla luce dell'episodio precedente, vorrei capire se c'è la possibilità di "intuire" o meno se il mio corpo produca renella (e non calcoli sotto forma di sassolini compatti) ed eventualmente, come chiedevo prima, che tipo di calcoli possano essere.

Grazie mille!
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
L'ecografia è un esame semplice ed economico, ma per quanto riguarda la valutazione dei calcoli delle vie urinarie di piccole e medie dimensioni spesso non è sufficiente a definire la situazione con la necessria chiarezza. In presenza di sintomi persistenti ed ecografia poco dirimente, oggi è indispensabile eseguire una TAC dell'addome senza mezzo di contrasto. I risultati di questa indagine sono inequivocabili sulla presenza, dimensioni e posizione dei calcoli. Inoltre i alcuni casi è anche possibile stimarne la compossizione, anche se questo ha raramente un significato, soprattutto in situazioni "acute". La presentazione del suo caso è abbastanza tipica per la progressione di un (piccolo) calcolo lungo l'uretere. Purtroppo se l'ecografia non è stata in grado di individuare il calcolo in due situazioni successive (sempre in presenza di sintomi) ora non abbiamo idea di cosa sia veramente accaduto e se la situazione acuta possa essere considerata risolta, o meno. Tutto sommato, rompendo gli indugi, noi le consiglieremmo di eseguire la TAC, che se i disturbi paiono risolti. Questo ci preciserà comunque la situazione renale, aiutandoci a consigliarla per il meglio. Alla "renella" noi crediamo poco, come già scritto in moltissimi altri consulti in questa sede.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno dottore,

la ringrazio innanzittutto per la risposta.
Causa limite di caratteri sono partito inizialmente con una richiesta generica; approfitto invece di questo post per andare più sullo specifico aggiungendo le seguenti indicazioni in merito alla prima colica di qualche mese fa:
- dal momento che mi aspettavo di espellere un sassolino (situazione poi non verificatasi), una cosa a cui non avevo dato peso era che, in uno dei giorni della possibile espulsione del presunto calcolo, ho riscontrato la presenza di piccolissimi frammenti piatti (tipo foglie sbriciolate di pochi mm) di colore marrone scuro / rossastro. A questo punto mi viene da pensare che sia proprio questo il "calcolo" espulso.
- l'ecografia (eseguita prima dell'espulsione del presunto calcolo) riporta: "ecogenicità da depositi calcari del diametro in corrispondenza degli apici caliceali del gruppo medio ed inferiore di destra rispettivamente di mm 4.6 e mm 3.7"
Questo cosa significa, tradotto in un linguaggio meno tecnico? può essere che quei "depositi calcarei" siano delle "incrostazioni" simili a quelle indicate al punto precedente (e non dei sassolini)? La TAC in questo caso riuscirebbe a definire meglio questi "depositi"?

Inoltre: se effettivamente quei frammenti fossero parte di quei "depositi calcarei", neanche con la descrizione di cui sopra è possibile intuirne la tipologia?

ps. il mio interesse verso la composizione dei calcoli è legata al fatto che un paio di questi sono ancora all'interno del rene da diversi mesi (silenti fino a qualche giorno fa, quando qualcosa si è mosso) per cui vorrei evitare che peggiorino e, se possibile, capire se con l'assunzione di citrati/altro sia possibile disgregarli nel corso del tempo evitandomi ulteriori coliche improvvise.

Grazie di nuovo.
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Non esiste ancora al momento una sostanza somministrabile in grado di sciogliere con certezza calcoli contenenti calcio. Il citrato di potassio ed il phillantus niruri, presenti in associazione in molti preparati sono teoricamente in grado di prevenire la formazione di nuovi calcoli e rallentare l’accrescimento di quelli già presenti. D’ogni modo, come per tutti gli integratori, l’efficacia è molto variabile ed imprevedibile. Molto più importante mantenere una buona idratazione bevendo molta acqua, ovviamente quando si è assolutamente certi che l’uretere sia libero. Quanto lei ha espulso parrebbe più simile a piccoli coaguli di sangue. In conclusione, ripetiamo che sia comunque opportuno eseguire la TAC dell’addome senza mezzo di contrasto.
[#4]
Utente
Utente
Buondì, le inoltro ancora un paio di domande:

1) per quanto riguarda il materiale espulso:
- secondo lei potrebbe trattarsi di coaguli di sangue anche se di fatto il sangue non era presente nelle urine (confermato dalle analisi in PS)?
Non potrebbe essersi trattato di frammenti di calcoli?

2) se si trattasse di coaguli di sangue, a questo punto considerando che non ho espulso alcun sassolino, l'unica opzione che rimane immagino sia che si trattasse di sabbiolina/renella. Da ignorante le chiedo quindi:
- (fermo restando che la TAC è sicuramente più esaustiva/precisa) i "depositi calcarei" menzionati nella ecografia ("ecogenicità da depositi calcari del diametro in corrispondenza degli apici caliceali del gruppo medio ed inferiore di destra rispettivamente di mm 4.6 e mm 3.7") potrebbero essere anche degli agglomerati di "sabbiolina" che un po' alla volta si disgregano (come accaduto nei giorno scorsi con l'assunzione di troppa acqua in poco tempo) o sono quasi sicuramente dei veri e propri sassolini?

Grazie di nuovo!
[#5]
Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
1) Non vi è ovviamente nulla di certo, ma pare bizzarro pensare che un calcolo che è stato in grado di causare una colica si sfaldi .
2) L’ecografia spesso descrive come calcoli liberi nei calici quelle che invece sono incrostazioni delle papille renali, le cosiddette placche di Randall , ovvero la matrice su cui i calcoli veri e propri tendono ad accrescersci. La presenza di queste placche è un segno della predisposizione costituzionale a formare calcoli. La TAC è più precisa ed in grado di dare qualche notizia in più. In quanto semplici incrostazioni, non sono in grado di causare alcun disturbo, l’unica cosa positiva da fare è mantenere le urine diluite quanto basta a far sì che sulle placche non si accumulino cristalli e si formino calcoli.
[#6]
Utente
Utente
Purtroppo non avendo espulso nulla di solido se non probabilmente della "renella", l'operatore del PS mi ha dato come spiegazione il fatto che il calcolo si fosse sciolto nelle urine.

Anche il decorso post espulsione (con un fastidio alla vescica che si è protratto per alcuni giorni) dovrebbe escludere l'espulsione di un calcolo solido (in questo caso leggevo infatti che il sollievo post espulsione è quasi immediato, anche se non saprei se è sempre così), è corretto?

Per quanto riguarda le placche di Randall:
in una ecografia si possono confondere con i calcoli veri e propri? (perchè vedo che in certi casi l'operatore indica chiaramente la presenza di placche di Randall piuttosto che i "depositi calcarei" indicati nel mio caso)

Grazie.
[#7]
Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
In una ecografia le plcche di Randall sono spesso descritte come calcoli liberi, la precisione assoluta non è possibile, ma comunque molto dipende anche dall'esperienza dell'operatore e dall'apparecchiatura utilizzata. L'espulsione dei calcoli è una situazione impossibile da accertare in base ai soli sintomi. Raccogliere materialmente il calcolo nelle urine ovviamente costituisce l'unica prova certa ed avviene molto meno spesso di quanto si possa immaginare. Per questo motivo, prima di dare una situazione per risolta basandosi solo sulla presunzione è necessario stare molt attenti, perché ogni urologo sa bene a quali sorprese si può andare incontro. Peer questo motivo, oltre che per la miglior definizone delle concrezioni renali, le abbiamo già consigliato di eseguire la TAC.
[#8]
Utente
Utente
Fermo restando che, come da lei suggeritomi, appena possibile provvederò ad effettuare una TAC addome, approfitto per un altro paio di richieste (credo le ultime perchè non vorrei rubarle altro tempo):

1) Ritornando alla situazione attuale, purtroppo confermo che la situazione non è assolutamente risolta ma mi farebbe piacere sapere come si può interpretare quanto accadutomi nei giorni scorsi a seguito di assunzione consistente di acqua in poco tempo (circa 2 l in 3h).
Praticamente, dopo poche ore si è presentata una fitta lato schiena (all'altezza del solito rene dx, ma anche verso il basso) che è durata alcune ore prima di smorzarsi, seguita nella nottata da diverse minzioni con espulsione di urine maleodoranti (purtroppo non ho potuto controllare se erano presenti anche sedimenti o altro) e flusso di acqua ridotto.
Di fatto non credo si sia trattato di una colica vera e propria e la stessa situazione con gli stessi identici sintomi si è verificata anche alcuni mesi fa alla espulsione dei primi calcoli (un mese dopo le prime coliche).

Successivamente la situazione è migliorata; attualmente percepisco un leggerissimo (a volte impercettibile) fastidio al rene dx che mi farebbe pensare che qualcosa si sta ancora muovendo...appena si stabilizza la situazione sentirò il medico curante per effettuare la TAC.


2) La presenza di una rigidità lombare/lombalgia cronica da oltre un annetto può essere in qualche modo legata a calcolosi renale?
Premetto che ho già sentito un fisioterapista che mi ha indicato delle probabili cause (tra cui anche la presenza di problemi viscerali), tuttavia mi ero scordato di porre questo quesito specifico.

Grazie mille.
[#9]
Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
1) La persistenza di fastidi, anche se lievi, senz'altro ci fa pensare che la situazione meriti ancora attenzione.
2) No
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