Referto biopsia prostatica
Buongiorno ho ritirato il referto della biopsia fusion prostatica per pirads 4 psa 6.6
Diagnosi:
Ghiandole prostatiche di aspetto iperplastico con aree di flogosi cronica aspecifica interstiziale.
Prevale talora la quota fibroleomiomatosa.
Focali aree di atrofia.
Metaplasia uroteliale.
Corpi amicalacei
Si consiglia
Dosaggio psa e visita di controllo tra 6 mesi.
Permixon 1 capsula dopo colazione per tre mesi.
Secondo Lei c'è qualcosa da fare per la flogosi cronica che da uno studio di cui ho sentito parlare ha un rapporto con lo svilupparsi del carcinoma.
Posso continuare con urorec che ormai prendo da 2 anni per distendere la vescica?
Diagnosi:
Ghiandole prostatiche di aspetto iperplastico con aree di flogosi cronica aspecifica interstiziale.
Prevale talora la quota fibroleomiomatosa.
Focali aree di atrofia.
Metaplasia uroteliale.
Corpi amicalacei
Si consiglia
Dosaggio psa e visita di controllo tra 6 mesi.
Permixon 1 capsula dopo colazione per tre mesi.
Secondo Lei c'è qualcosa da fare per la flogosi cronica che da uno studio di cui ho sentito parlare ha un rapporto con lo svilupparsi del carcinoma.
Posso continuare con urorec che ormai prendo da 2 anni per distendere la vescica?
[#1]
Buongiorno,
la risposta della biopsia esclude una neoplasia prostatica nonostante la RM avesse dato una probabilità' elevata (PIRDS 4).
Rimane comunque una situazione da monitorare nel tempo sia con il PSA totale ,sia con la risonanza magnetica multiparametrica da ripetere a 6 mesi dalla precedente, ed eventualmente ripetendo anche la biopsia.
Per quanto riguarda la flogosi cronica e' quasi sempre ( intorno al 70% dei casi) associata ad una iperplasia prostatica, tanto più' grande e' il volume della prostata.
E' vero, esistono lavori che dimostrano a livello sperimentale un link fra flogosi cronica prostatica e sviluppo della neoplasia, ma non esistono lavori che dimostrino a livello clinico un effetto preventivo per alcuna terapia antiinfiammatoria specifica sulla prostata ( in particolare estratti vegetali della serena repens e simili).
La terapia da continuare al momento e' quella classica per ipertrofia prostatica che prevede o una monoterapia con alfa1 bloccati ( es quello da lei citato silodosina) o l'associazione di questo farmaco con dutasteride o finasteride.
L'associazione e' raccomandata nel caso in cui c'e' una progressione dell'iperplasia prostatica, una tendenza a continuare la crescita, dimostrata da un volume della prostata > 40 cc e/o un PSA totale maggiore di 1.4 ng/ml.
Infatti l'alfa 1 bloccante ( silodosina, alfuzosina, tamsulosin, doxazosina) non ha alcun effetto sulla crescita della prostata che continua indisturbata. Al contrario dutasteride o finasteride bloccano la crescita iperplasia , bloccando un derivato del testosterone.
Utilizzando la dutasteride o finasteride inoltre si potrebbe avere una migliore lettura del PSA totale. Infatti , se l'aumento del PSA totale non e' dovuto ad una neoplasia ma alla patologia benigna, dopo 3 e 6 mesi di terapia, il PSA si ridurrà intorno al 50 % e continuando la terapia rimarrà' stabile. Questo aiuterà' nella interpretazione di un PSA come rischio di neoplasia, mantenendo bloccato l'aumento del PSA in assenza di neoplasia, e vedendo il PSA crescere nonostante la terapia in caso di neoplasia.
Unico problema di queste terapie ( dutasteride e finasteride) sono i frequenti effetti collaterali sulla sfera sessuale.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
la risposta della biopsia esclude una neoplasia prostatica nonostante la RM avesse dato una probabilità' elevata (PIRDS 4).
Rimane comunque una situazione da monitorare nel tempo sia con il PSA totale ,sia con la risonanza magnetica multiparametrica da ripetere a 6 mesi dalla precedente, ed eventualmente ripetendo anche la biopsia.
Per quanto riguarda la flogosi cronica e' quasi sempre ( intorno al 70% dei casi) associata ad una iperplasia prostatica, tanto più' grande e' il volume della prostata.
E' vero, esistono lavori che dimostrano a livello sperimentale un link fra flogosi cronica prostatica e sviluppo della neoplasia, ma non esistono lavori che dimostrino a livello clinico un effetto preventivo per alcuna terapia antiinfiammatoria specifica sulla prostata ( in particolare estratti vegetali della serena repens e simili).
La terapia da continuare al momento e' quella classica per ipertrofia prostatica che prevede o una monoterapia con alfa1 bloccati ( es quello da lei citato silodosina) o l'associazione di questo farmaco con dutasteride o finasteride.
L'associazione e' raccomandata nel caso in cui c'e' una progressione dell'iperplasia prostatica, una tendenza a continuare la crescita, dimostrata da un volume della prostata > 40 cc e/o un PSA totale maggiore di 1.4 ng/ml.
Infatti l'alfa 1 bloccante ( silodosina, alfuzosina, tamsulosin, doxazosina) non ha alcun effetto sulla crescita della prostata che continua indisturbata. Al contrario dutasteride o finasteride bloccano la crescita iperplasia , bloccando un derivato del testosterone.
Utilizzando la dutasteride o finasteride inoltre si potrebbe avere una migliore lettura del PSA totale. Infatti , se l'aumento del PSA totale non e' dovuto ad una neoplasia ma alla patologia benigna, dopo 3 e 6 mesi di terapia, il PSA si ridurrà intorno al 50 % e continuando la terapia rimarrà' stabile. Questo aiuterà' nella interpretazione di un PSA come rischio di neoplasia, mantenendo bloccato l'aumento del PSA in assenza di neoplasia, e vedendo il PSA crescere nonostante la terapia in caso di neoplasia.
Unico problema di queste terapie ( dutasteride e finasteride) sono i frequenti effetti collaterali sulla sfera sessuale.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 10.2k visite dal 01/08/2021.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore alla prostata
Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.