Controindicazioni silodyx

Buongiorno, dopo una visita urologica ed ecografia transrettale, riscontrato prostata volume 50 cc con piccolo lobo medio e calcificazioni periuretrali, mi è stato prescritto il Silodyx 8 mg.
Leggendo le controindicazioni e soprattutto i possibili effetti collaterali mi sono spaventato e vorrei evitare di prenderlo.
Chiedo se esiste un farmaco che preveda meno effetti e disturbi ma altrettanto valido.
Grazie a chi vorrà rispondermi.
Dr. Alessandro Sciarra Urologo 667 37
Buongiorno,
la silodosina e' un farmaco molto utilizzato per il trattamento sintomatico della ipertrofia prostatica o della sclerosi del collo vescicale, facente parte della famiglia degli alfa1 bloccanti.
Lo scopo di queste terapie, che sono croniche a vita ( compensano il problema ma se si interrompono il problema ritorna) e' di rilasciare la muscolatura del collo vescicale ed uretra prostatica e permettere un migliore svuotamento vescicale, riducendo la possibilità' di un danno sulla muscolatura vescicale da ostruzione. Possono migliorare la sintomatologia, non agiscono sulla progressione della ipertrofia prostatica che potrebbe continuare a crescere.
Esistono vari composti in particolare: alfuzosina, doxazosina, tamsulosina, silodosina. Tutti hanno pressoché la stessa efficacia, differenziandosi invece per alcuni effetti collaterali.
Alfuzosina ha come effetto collaterale principale quello ipotensivo con possibile cefalea, vertigini; al contrario raramente crea eiaculazione retrograda o al massimo di grado limitato
Tamsulosina e silodosina hanno invece come effetto collaterale principale l'eiaculazione retrograda fino alla scomparsa totale dell'eiaculazione; sono meno ipotensivi sulla pressione arteriosa della alfuzosina e doxazosina.
In base a questi effetti collaterali si puo' quindi modulare la scelta con il paziente sempre informandolo adeguatamente di cosa potrebbe accadere e decidendo con lui quale prescrivere ( considerando ripeto che l'efficacia e' molto simile)

un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

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Egr. Dott. Sciarra, la ringrazio per la risposta dettagliata.. Mi chiedo se vale la pena intraprendere un percorso farmacologico, che lei mi dice dovrà essere a vita, tenendo conto degli effetti negativi possibili su cataratta, pressione, ecc. Non varrebbe forse la pena di attendere un po' di tempo e poi se i sintomi dovessero peggiorare propendere per un intervento chirurgico?
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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 667 37
E’ una possibile scelta basta non aspettare troppo per intervento è non basarsi sui sintomi ma sullo stato della vescica che una volta compromesso non si recurr neanche con intervento
Un residuo post minzionale alla ecografia sopra 150 cc , un flusso massimo alla Uroflussometria sotto 10 ml/sec indicano di dover agire subito
Prof Alessandro Sciarra
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Utente
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Grazie mille Prof. Sciarra. Ora ho le idee più chiare. Buona giornata
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