Adenocarcinoma acinare su pz con familiarità

Buongiorno.

scrivo per mio marito, 63 anni, con plurima familiarità relativa al k prostatico (suo padre e altri 2 fratelli del papà)
Sempre controllato più o meno annualmente il PSA, a marzo 2021 rileviamo un valore di 6.55
Visita urologica: prostata x 2, adenomatosa, non sospetti focali
RM Multiparametrica P4 di circa 10 mm.
PZ sinistra terzo medio
Agobiopsia transrettale ecoguidata metodo Fusion:
Campione 1 lobo destro (A-E): 5 frustoli/ Campione 2 lobo sinistro (A-D; target; E-J: random): 10 frustoli
Lobo destro e sinistro della prostata: ADENOCARCINOMA ACINARE (GLEASON SCORE 3+3; Grado/gruppo 1 sec.
TNM UICC 8a ed.
)
1E) rapporto neoplasia/frustolo: inferiore al 5% (su 15mm) margine chinato indenne
2I) rapporto neoplasia/frustolo: 40% (su 15mm) margine chinato indenne

Restanti frustoli con alternanza di aree atrofiche e aree iperplastiche.


Nota: eseguita anche valutazione con metodica immunoistochimica (p63/CK34BE12 e recemasi; reperi 1D, 2A-B)

Alla luce di quanto emerso, ci sono state prospettate due vie: l'intervento (con tutti i suoi rischi) o la sorveglianza attiva.
Mio marito è una persona molto dinamica e sportiva, va in bicicletta a livello amatoriale, nuota, è fisicamente molto attivo.
Siamo parecchio confusi sulla via da perseguire, ma vorremmo sentire il vostro importante parere, per non perdere nemmeno un minuto del tempo che da adesso in poi crediamo sia sempre più prezioso.
Grazie in anticipo a chi ci risponderà.
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 42.6k 1.9k
In una situazione simile, la scelta non può essere che del soggetto interessato, in base a molti fattori, alcuni dei quali difficilmente valutabili dal medico perché attinenti alla sfera emotiva. Sottoporsi all'intervento rimuove definitivamente il problema, ma espone ai ben noti effetti collaterali. La sorveglianza attiva mantiene inalterate la anatomia e la fisiologia, ma impone di seguire un programma abbastanza serrato di controlli, con la concreta possibilità di dover ripetere la biopsia dopo 2-3 anni.
In effetti vi sarebbe anche una terza possibilità, che è l'applicazione di una terapia focale, ovvero mirata alla parte che contiene il piccolo tumore. Oggigiorno l'unica tecnica standardizzata a disposizione sono gli ultrasuoni focalizzati (HIFU) che però sono assai poco diffusi in ambito urologico, tanto da rendere sempre difficile valutare la reale efficacia e l'incidenza di effetti collaterali. Comunque, potrebbe valere la pena di prendere in considerazione anche questa possibilità.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Piana
Grazie per la sollecita risposta. La nostra difficoltà sta proprio nel prendere questa decisione, valutando i pro e i contro che sono stati prospettati, ma che non riescono a far propendere da una parte piuttosto che dall'altra.
C'è un'altra domanda che vorrei porle : decidendo per la sorveglianza attiva, potrebbe essere che tra un controllo e l'altro, la malattia subisca un'accellerazione che potrebbe farla velocemente degenerare? E l'uso della bicicletta, ritiene che sia sconsigliato?

Ho seguito il suo spunto, e ho fatto una ricerca sui centri che utilizzano la tecnica degli ultrasuoni HIFU. Ne ho individuato uno ad Abano Terme. Proverò a contattarlo, per capire se questo trattamento potrebbe fare al caso nostro.
La ringrazio moltissimo ed eventualmente aggiornerò sugli sviluppi.
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 42.6k 1.9k
I controlli della sorveglianza attiva sono prudenzialmente serrati tanto quanto basta ad individuare una (poco verosimile) evoluzione sfavorevole. La bicicletta non ha alcuna influenza sulla siituazione oncologica.
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