Psa in rialzo
Buongiorno dottori,
A mio padre è stato diagnosticato l’anno scorso (luglio 2020) un adenocarcinoma prostatico con gleason 5-5 con metastasi alle ossa ed ai linfonodi.
Da maggio 2020 assume Casodex 150 una volta al giorno e da luglio ha iniziato le iniezioni trimestrali con Decapeptyl 11.25.
Controlli ogni tre/quattro mesi.
A settembre 2020 PSA a 0, 80
A gennaio 2021 PSA a 0, 65
A Maggio 2021 (oggi sostanzialmente):
PSA 4, 18
PSA libero: 1, 73
PSA LIBERO % PSA TOTALE 41, 39
Abbiamo i controlli con urologo e oncologa a giugno, ma sono già abbastanza allarmata, può capitare che ci sia un rialzo così oppure può significare che la terapia non sta più funzionando?
Sono abbastanza spaventata, sembrava che fosse migliorato ma dopo un anno sembra di essere punto a capo...
Ringrazio
Cristina
A mio padre è stato diagnosticato l’anno scorso (luglio 2020) un adenocarcinoma prostatico con gleason 5-5 con metastasi alle ossa ed ai linfonodi.
Da maggio 2020 assume Casodex 150 una volta al giorno e da luglio ha iniziato le iniezioni trimestrali con Decapeptyl 11.25.
Controlli ogni tre/quattro mesi.
A settembre 2020 PSA a 0, 80
A gennaio 2021 PSA a 0, 65
A Maggio 2021 (oggi sostanzialmente):
PSA 4, 18
PSA libero: 1, 73
PSA LIBERO % PSA TOTALE 41, 39
Abbiamo i controlli con urologo e oncologa a giugno, ma sono già abbastanza allarmata, può capitare che ci sia un rialzo così oppure può significare che la terapia non sta più funzionando?
Sono abbastanza spaventata, sembrava che fosse migliorato ma dopo un anno sembra di essere punto a capo...
Ringrazio
Cristina
[#1]
Buongiorno,
parliamo di un tumore altamente aggressivo ( Gleason score 5+5) e già' in fase metastatica.
La terapia che sta' eseguendo con bicalutamide associato a decapeptyl non e' appropriata.
Parliamo di un vecchio blocco androgenico totale ormai abbandonato da molti anni.
La bicalutamide viene utilizzata solo al momento della prima somministrazione del decapeptyl per bloccare l'iniziale aumento del testosterone che causa la prima iniezione. Poi ( dopo 20-30 giorni ), deve essere sospesa. Il Decapeptyl continua con cadenza mensile o trimestrale ma , in un tumore metastatico e cosi' aggressivo, non e' sufficiente.
La terapia di questi tumori, come da linee guida, non e' più' affidata solo al vecchio blocco androgenico ( decapeptyl) ma deve essere associata a combinazioni con una delle seguenti opzioni in base al numero ed estensioni delle metastasi e tollerabilità' delle terapie da parte del paziente in base alla sua eta' e stato fisico:
- associazione con 6 cicli di Docetaxel ( schema Charteed)
- associazione con terapia cronica con abiraterone e prednisone ( schema Latitude)
- associazione con enzalutamide ( ancora non rimborsabile)
- associazione con apalutamide ( ancora non rimborsabile)
E' bene sapere che un tumore in fase metastatica cosi' aggressivo non puo' essere curato nel vero senso della parola, qualsiasi sia la terapia, ma solo rallentato nella sua progressione che purtroppo avverrà'.Si possono comunque avere risultati molto buoni.
Per prolungare il più' possibile la risposta, le terapie vengono eseguite in sequenza successiva, passando da una all'altra quando il tumore riuscira' a diventare resistente.
Iniziare con solo decapeptyl ( associato a bicalutamide) rende improbabile una risposta valida e sufficientemente prolungata ( e l' aumento del PSA riportato dimostra una rapida resistenza alla terapia). Generalmente, se non controindicato per condizioni del paziente, in un tumore cosi' aggressivo l'associazione più' utilizzata sarebbe quella con Docetaxel.
Oltre a queste terapie serve anche una terapia di protezione per l'osso ( dalla semplice vitamina D a uso di bifosfonati o denosumab) spesso colpito con rischio di demineralizzazione.
E' una situazione complessa che deve essere gestita da un urologo ed oncologo che abbiano una lunga esperienza ed un pieno aggiornamento sulle nuovissime novità' in questo campo, cosi' da offrire al paziente le massime possibilità' per una risposta prolungata nel tempo
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
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parliamo di un tumore altamente aggressivo ( Gleason score 5+5) e già' in fase metastatica.
La terapia che sta' eseguendo con bicalutamide associato a decapeptyl non e' appropriata.
Parliamo di un vecchio blocco androgenico totale ormai abbandonato da molti anni.
La bicalutamide viene utilizzata solo al momento della prima somministrazione del decapeptyl per bloccare l'iniziale aumento del testosterone che causa la prima iniezione. Poi ( dopo 20-30 giorni ), deve essere sospesa. Il Decapeptyl continua con cadenza mensile o trimestrale ma , in un tumore metastatico e cosi' aggressivo, non e' sufficiente.
La terapia di questi tumori, come da linee guida, non e' più' affidata solo al vecchio blocco androgenico ( decapeptyl) ma deve essere associata a combinazioni con una delle seguenti opzioni in base al numero ed estensioni delle metastasi e tollerabilità' delle terapie da parte del paziente in base alla sua eta' e stato fisico:
- associazione con 6 cicli di Docetaxel ( schema Charteed)
- associazione con terapia cronica con abiraterone e prednisone ( schema Latitude)
- associazione con enzalutamide ( ancora non rimborsabile)
- associazione con apalutamide ( ancora non rimborsabile)
E' bene sapere che un tumore in fase metastatica cosi' aggressivo non puo' essere curato nel vero senso della parola, qualsiasi sia la terapia, ma solo rallentato nella sua progressione che purtroppo avverrà'.Si possono comunque avere risultati molto buoni.
Per prolungare il più' possibile la risposta, le terapie vengono eseguite in sequenza successiva, passando da una all'altra quando il tumore riuscira' a diventare resistente.
Iniziare con solo decapeptyl ( associato a bicalutamide) rende improbabile una risposta valida e sufficientemente prolungata ( e l' aumento del PSA riportato dimostra una rapida resistenza alla terapia). Generalmente, se non controindicato per condizioni del paziente, in un tumore cosi' aggressivo l'associazione più' utilizzata sarebbe quella con Docetaxel.
Oltre a queste terapie serve anche una terapia di protezione per l'osso ( dalla semplice vitamina D a uso di bifosfonati o denosumab) spesso colpito con rischio di demineralizzazione.
E' una situazione complessa che deve essere gestita da un urologo ed oncologo che abbiano una lunga esperienza ed un pieno aggiornamento sulle nuovissime novità' in questo campo, cosi' da offrire al paziente le massime possibilità' per una risposta prolungata nel tempo
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
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Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.4k visite dal 24/05/2021.
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