Prostata e finasteride

Sono andato dall'urologo per una visita di controllo.
Premetto che bevo tanta acqua al giorno e perciò vado spesso in bagno.
Ho 52 anni.
L'urologo mi ha fatto fare la ecografia prostatica transrettale ed è venuto fuori che ho la prostata ingrossata.
Il suo discorso però non mi è chiaro.
Ha esordito dicendo che io ho un problema.
Io gli ho chiesto se dovevo preoccuparmi e lui mi ha detto che non c'era niente di oncologico ma che era un problema di età.
Mi ha spiegato che sono un candidato all'intervento alla prostata e quando gli ho chiesto quando dovevo farlo lui mi ha risposto fra 10/12 anni.
Poi mi ha chiesto della mia minzione e gli ho detto che non ho più il getto di una volta.
I valori del PSA sono normali.
Mi ha prescritto finasteride 5 mg per un mese poi di interrompere per sei mesi e poi di fare un altro ciclo di un mese e poi di tornare da lui.
Io sono molto perplesso.
Leggo tanti effetti collaterali della finasteride e ho paura di prenderla.
Anche la prescrizione mi sembra un po' strana perché leggo che bisogna aspettare anche sei mesi di terapia perché faccia effetto e il mese prescritto mi sembra perciò poco.
Ma poi l'idea del medico quale è?
Quella di farmi prendere per 10 anni questa roba e poi di operarmi?
Ma si può prendere questo farmaco per così tanti anni?
Ma non potremmo iniziare con qualcosa di meno pesante?
Sento tanto parlare di integratori naturali a base di palma a foglie seghettate?
Non sarebbe il caso di partire da quelli e poi passare alla finasteride?
Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Non sta certamente a noi giudicare le prescrizioni dei nostri Colleghi, ma se lei non è convinto di quanto le è stato consigliato è opportuno che senta un altro parere. Il rapporto di comunicazione e fiducia tra medico e paziente è troppo importante per essere incrinato fin dall’inizio. Parlando in termini generali, se non si manifestano disturbi urinari evidenti e fastidiosi, a tutt’oggi non esiste alcuna terapia che abbia un razionale sicuramente preventivo. La finasteride ha i suoi effetti collaterali, peraltro non così veramente pericolosi e gli integratori di origine vegetale, oltre ad essere costosi, hanno una efficacia molto variabile ed imprevedibile. Ogni cosa va pertanto attuata a ragion veduta ed ogni situazione fa caso a sé. Noi non siamo mai stati favorevoli alle prescrizioni consolatorie .

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 632 36
Buongiorno,
non entrando nel merito della prescrizione del collega ma facendo un discorso generale.
Se la diagnosi e' quella di una iperplasia prostatica, quindi un aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica a carattere benigno che sta' incominciando a creare dei problemi allo svuotamento vescicale, possiamo sintetizzare in questo modo:
1.Cosa puo' determinare nel tempo , generalmente in maniera lenta, se non curata adeguatamente ?
- non si puo' trasformare in tumore maligno ( sono due patologie diverse a volte coesistenti ma una non può' trasformarsi nell'altra)
- se l'ingrandimento della prostata crea una ostruzione allo svuotamento vescicale, la vescica lavora sotto sforzo e progressivamente puo' subire dei danni funzionali anche irreversibili ( riduzione della capacita' di contrarsi e svuotare il suo contenuto ) fino anche alla necessita' di un catetere vescicale
- sintomi urinari con aumento della frequenza diurna e notturna, urgenza etc con impatto variabile sulla qualità' di vita

2. Quale sono le opzioni terapeutiche ?
- la prima distinzione e' decidere se l'ipertrofia e' in una fase cosi' avanzata da dover richiedere subito un intervento chirurgico endoscopico distruttivo o se puo' essere gestita ( a volte per molti anni o a volte per sempre) con una terapia medica
Nel caso di decida di iniziare con una terapia medica il primo concetto e ' che questa terapia deve essere assunta in maniera continua e cronica. Cicli con interruzioni dopo un mese non hanno alcun senso. L'esempio che spesso facciamo e' quello del diabete o della ipertensione. Le terapie funzionano finche' sono somministrate. Se interrompo una terapia per ipertensione, la pressione risale, stessa cosa per diabete. Stessa cosa per l'ipertrofia prostatica: la terapia medica compensa l'effetto dell'IPB sulla vescica ma la patologia rimane.
- Il farmaco maggiormente utilizzato e' un alfa 1 bloccante ( alfuzosina, tamsulosin, silodosina etc) che aiuta la vescica a svuotarsi meglio e non sotto sforzo, contrastando l'effetto ostruttivo della prostata
- A questo farmaco si puo' associare la finasteride o dutasteride , il cui scopo e' quello di bloccare la crescita della prostata ( con solo alfa1 bloccante , la prostata continuerebbe a crescere se ha questa tendenza). Finasteride e dutasteride sono farmaci ad azione ormonale, possono frequentemente ridurre anche in maniera significativa la libido e funzione sessuale. Hanno una azione molto lenta e vanno somministrati anche loro in maniera cronica. Cicli di 1 o 3 mesi non servono a nulla.

Quindi, se si decide per una terapia medica le opzioni primarie sono due:
1. terapia con soli alfa 1 bloccanti, potrebbero migliorare lo svuotamento vescicale ed i sintomi, riducendo il danno sulla muscolatura vescicale ma non arrestano la crescita eventuale della prostata e se questa progredisce, con maggiore probabilità' bisognerà' passare ad un intervento
1- terapia di combinazione con alfa1 bloccanti e finasteride o dutasteride. In questo modo verra' arrestata anche la crescita della prostata e si potrebbe avere più' probabilità' di evitare o ritardare un intervento, ma a prezzo di effetti collaterali riportati.

Tutto questo logicamente ha poco senso e bisogna subito passare alla terapia chirurgica se:
- la prostata e' gia' notevolmente aumentata di dimensioni
- la prostata ha sviluppato un aggetto endovescicale
- il danno vescicale e' già' importante con un residuo post-minzionale superiore a 100 cc o alterazioni della parete vescicale visibili all'ecografia come i diverticoli

Un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

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Utente
Utente
volevo ringraziare entrambi per le risposte
Prostata

La prostata è la ghiandola dell'apparato genitale maschile responsabile della produzione di liquido seminale: funzioni, patologie, prevenzione della salute prostatica.

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