Infezione streptococco b agalactiae

Salve, volevo cortesemente chiedere consiglio e maggiori chiarimenti riguardo alle infezioni da streptococco B agalactiae.
Il mese scorso ho cominciato ad avere bruciore e fastidi al pene dopo la minzione (premetto che ho regolari rapporti sessuali non protetti con la mia ragazza da circa 6 mesi).
A seguito del tampone uretrale sono stato trovato positivo allo streptococco B agalactiae e ho effettuato la cura antibiotica e non ho più avuto sintomi e ho ripreso ad avere rapporti non protetti con la mia ragazza.

Il medico di base mi aveva detto che se la mia ragazza non aveva sintomi non era il caso facesse anche lei la cura antibiotica.

Qualche giorno dopo la ripresa dei rapporti ho avuto di nuovo i sintomi di bruciore e irritazione post minzione.
Ora ho ripreso la cura antibiotica e sintomi sono spariti.


Volevo gentilmente chiedere se sia il caso che la mia ragazza effettui una cura antibiotica per questo batterio?
O il fatto che mi siano tornati i sintomi dipende da altro?


Perché ho letto che nella donna questo batterio si tratta solamente nel caso di gravidanza.

Quindi non capisco perché i sintomi siano tornati.

Ringrazio in anticipo per le delucidazioni e le risposte che riceverò

Cordiali saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Il riscontro di batteri gram-positivi (come lo streptococco ed altri) nei tamponi e nelle colture su liquidi biologici, in urologia va considerata sempre con attenzione e senso critico, poiché questi batteri molto raramente sono causa diretta di infezioni uro-genitali, nelle quali sono molto più presenti batteri gram-negativi di origine intestinale. Le infezioni urinarie da gram positivi sono tipiche di situazioni molto gravi (carenza immunitaria, età molto avanzata, ospedalizzazioni prolungate, eccetera) e non ci pare questo il suo caso. I batteri gram-positivi colonizzano in modo perlopiù innocuo la pelle dell'area ano-genitale ed anche l'ultimo tratto dell'uretra. In questo modo possono facilmente contaminare per semplice contatto quanto viene poi avviato a coltura batteriologica, inducendo falese positività che a catena inducono alla resrizione di terapie antibiotiche incongrue. Pertanto, prima di insistere con terapie che a quanto pare hanno un risultato transitorio, le consiglieremmo di sottoporsi alla attenta visita di un nostro Collega specialista in urologia.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Gentilissimo Dottore, la ringrazio molto per la sua esaustiva risposta. Sicuramente seguirò il suo consiglio.

Vorrei aggiungere alcune domane se fosse possibile.

Non so se questa sia un'informazione degna di nota, ma qualche anno fa sono stato operato ad una ciste pilonidale sul sacro, e nell'ultimo anno ho cominciato ad avere frequenti infiammazioni e perdite dal "canale" che mi era stato lasciato aperto per far spurgare in caso di infiammazione. Magari c'è una correlazione ma non vorrei dire sciocchezze.

Quando ho effettuato il tampone sono stati ricercati altri ceppi batterici, come clamidia, gonorrea ecc. , che possono provocare infezioni del tratto urinario. Più urinocoltura ed esami delle urine.

Non è stato rilevato niente tranne appunto lo streptococco B agalactiae.

-E' possibile che la terapia antibiotica iniziale fosse poco efficace? ora l'ho cambiata su suggerimento del medico.

-E' possibile che la mia ragazza me lo abbia ripassato durante il rapporto? cosi da farmi tornare di nuovo i sintomi, o questo è da escludere?
Perchè i sintomi sono tornati esattamente qualche giorno la ripresa dei rapporti.

Posso stare tranquillo che lei sia a posto e non abbia bisogno di terapie antibiotiche? Lei non ha e non ha mai avuto sintomi.
E se è possibile comunque avere rapporti non protetti.

Aggiungo inoltre che i rapporti sono sempre stati orali/vaginali e non anali.

La ringrazio di nuovo per la sua disponibilità.

Disitinti saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
La presenza di questa fistola residua sarebbe molto sospetta per la presenza di batteri gram positivi in giro per l'area ano-genitale, molto più di una ipotetica "infezione" trasmessa dalla sua innocente partner. E' possibile che sia sufficiente il modesto trauma della penetrazione per attivare i batteri che dormicchiano sulla sua pelle. L'antibiotico sul momento è efficace sui disturbi irritativi, ma siccome la fistola persiste, dopo poco la contaminazione riprende e con essa il circolo vizioso. Questa nostra è un'ipotesi abbastanza obliqua, ma in medicina spesso le deduzioni dirette sono ingannatrici. In buona sostanza, le consiglieremmo di far rivalutare la situazione della sua cisti sacrale.
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Utente
Utente
La ringrazio nuovamente per la risposta.

Per la fistola ero andato a farmi vedere qualche mese fa, e mi avevano detto che finchè c'erano delle perdite di sangue/materiale di scarto non si poteva intervenire e che comunque oltre al fastidio non potrebbe dare nessun tipo di problema in futuro. Che se proprio diventa insopportabile allora si interverrà nuovamente.

Per infezione trasmessa avevo pensato che magari avessi potuto "infettarla" io all'inizio (anche se poi lei è sempre stata asintomatica), e successivamente mi era stata trasmessa di nuovo.

- Quindi scusi se le chiedo nuovamente, è possibile avere rapporti non protetti?

Finirò la cura antibiotica tra 3 giorni. Nel caso mi tornasse il fastidio dopo altri rapporti (come è successo) , è comunque da escludere che la causa sia quest'ultima? (cioè contagio da lei a me).


Vorrei solo avere questo ben chiaro, poi su suo consiglio seguirò delle visite specialistiche a riguardo.

La ringrazio molto nuovamente
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Ovviamente noi a distanza possiamo affrontare la situazione solo in termini generali, altra cosa è la conoscenza diretta del caso che permette di esprimere un giudizio più preciso. Abbiamo già scritto che ci pare poco probabile un contagio diretto per via sessuale, mentre daremmo molta importanza alla sua fistola come fonte di infezione. Per quanto riguarda la protezione dei rapporti ovviamente si può provare a vedere se possa influire sulla genesi dei disturbi (come non pensiamo) e comunque fornire un elemento di giudizio in più.