Calcificazioni nella prostata
Buonasera, soffro di sclerosi del collo vescicale (per la quale, ho eseguito diversi anni fa, intervento chirurgico, con apprezzabili miglioramenti sul flusso e sullo svuotamento vescicale) e di calcificazioni nella prostata... Queste ultime, sono per me, causa di grosso fastidio, perché mi causano, un frequente nonché impellente, bisogno minzionale, anche con quantità non eccessive di pipì in vescica.
Questa sensazione di non poter più trattenere la pipì, diventa ovviamente insopportabile con l'aumentare della quantità.
Per intenderci, già 300cc di liquido, rappresentano per me un grosso "sforzo di resistenza".
L'urologo di riferimento, non mi ha dato grosse speranze, si è limitato a prescrivermi l'uso quotidiano di curcuma e pepe nero che, a suo dire, se utilizzati in maniera costante e continua, potrebbero apportare dei miglioramenti.
Questa stessa cura, mi è stata però sconsigliata dal gastroenterologo, perché se pure potesse apportare delle migliorie all'apparato urinario, andrebbe comunque contemperata con le esigenze del mio apparato gastrointestinale, in quanto si sarebbero registrati, secondo il gastroenterologo, casi, seppur rari, di epatite acuta da curcuma.
Il mio modesto parere che mi ha spinto ad ascoltare il gastroenterologo e a non fare la cura (se di cura può parlarsi) è che la curcuma non è una spezia che noi europei siamo abituati a mangiare e quindi assumerla tutti i giorni, a tempo indeterminato, non mi è sembrata una buona idea.
Fatto sta che effettuando un lavoro che non mi consente di fare la pipì tutte le volte che voglio, alla fine sono anni che bevo poco... e questo mi sembra, forse pure peggio, che assumere la curcuma e dunque vi domando: non c'è altro che possa fare per migliorare questa triste situazione?
Aggiungo che l'urologo mi ha anche prescritto supposte di 100mg di ketoprofene, con le quali la situazione un po' migliora, ma neanche più di tanto e comunque, ovviamente, i periodi di utilizzo del suddetto principio attivo sono molto limitati e quindi limitati sono anche i piccoli benefici.
Grazie
Questa sensazione di non poter più trattenere la pipì, diventa ovviamente insopportabile con l'aumentare della quantità.
Per intenderci, già 300cc di liquido, rappresentano per me un grosso "sforzo di resistenza".
L'urologo di riferimento, non mi ha dato grosse speranze, si è limitato a prescrivermi l'uso quotidiano di curcuma e pepe nero che, a suo dire, se utilizzati in maniera costante e continua, potrebbero apportare dei miglioramenti.
Questa stessa cura, mi è stata però sconsigliata dal gastroenterologo, perché se pure potesse apportare delle migliorie all'apparato urinario, andrebbe comunque contemperata con le esigenze del mio apparato gastrointestinale, in quanto si sarebbero registrati, secondo il gastroenterologo, casi, seppur rari, di epatite acuta da curcuma.
Il mio modesto parere che mi ha spinto ad ascoltare il gastroenterologo e a non fare la cura (se di cura può parlarsi) è che la curcuma non è una spezia che noi europei siamo abituati a mangiare e quindi assumerla tutti i giorni, a tempo indeterminato, non mi è sembrata una buona idea.
Fatto sta che effettuando un lavoro che non mi consente di fare la pipì tutte le volte che voglio, alla fine sono anni che bevo poco... e questo mi sembra, forse pure peggio, che assumere la curcuma e dunque vi domando: non c'è altro che possa fare per migliorare questa triste situazione?
Aggiungo che l'urologo mi ha anche prescritto supposte di 100mg di ketoprofene, con le quali la situazione un po' migliora, ma neanche più di tanto e comunque, ovviamente, i periodi di utilizzo del suddetto principio attivo sono molto limitati e quindi limitati sono anche i piccoli benefici.
Grazie
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I suoi disturbi non sono sicuramente legati solo alle calcifficazioni della ghiandola, in molti soggetti queste non danno alcun fastidio e segnano unicamente gli esiti di pregresse prostatiti. Più facilmente si tratta di una irritazione prostatica cronica, che quasi sempre si accompagna a storie di stenosi/sclerosi del collo vescicale. Per questa condizione come be noto non esistino terapie specifiche di sicura efficacia ed ogni specialista si arrabatta a modo suo, in base alle proprie abitudini ed esperienza. L'uso degli integratori alimentari è molto comune, ma l'efficacia di questi provvedimenti empirici è sempre tanto variabile quanto imprevedibile. Sui beneici delle spezie orientali non le sapremmo dire, certamente non si tratta di un approccio convenzionale, ma ciò non toglie che si possa provare pe rqualche tempo, i rischi non ci parrebbero così spaventosi.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3k visite dal 05/03/2021.
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