Sintomi da cistite in seguito a calcolosi

Buonasera,
sono un ragazzo di 26 anni e Vi contatto in quanto ormai un paio di mesi fa ho avuto una forte colica in seguito alla quale mi è stata diagnosticata la presenza di un calcolo di 8mm nell'uretere e prescritta una terapia espulsiva con cortisone, Omnic e antibiotico Keraflox.

Dopo circa due settimane di terapia espulsiva, caratterizzate da dolori al fianco e alla schiena, ho iniziato invece ad avvertire alcuni sintomi tipici della cistite quali aumento della minzione e sensazione di non avere mai la vescica vuota, non avvertendo però più i dolori delle settimane precedenti.
Mi è stato detto che ciò era dovuto al fatto che il calcolo si era spostato verso il basso giungendo quasi alla vescica e che quindi era in teoria prossimo all'espulsione.

Confortato dal parere dei medici, ho quindi effettuato, a distanza di circa un mese dal primo episodio di colica, una tac addome completo, la quale evidenziava assenza di calcoli (sebbene io non l'abbia mai visto uscire durante la minzione) e una situazione complessiva priva di problematicità.


Persistevano tuttavia i fastidi da cistite, ma alla successiva visita di controllo mi è stato detto che era un normale fenomeno irritativo dovuto alla fuoriuscita del calcolo e che sarebbe passato nel giro di poco tramite un'idratazione abbondante e una dieta leggera.

Ciononostante, i sintomi sono rimasti e anzi si sono aggravati: al momento la minzione è frequentissima, tanto che mi impedisce di svolgere le normali attività quotidiane fuori dalla mia abitazione, ho sempre la sensazione che la vescica non sia completamente vuota e in più ho iniziato ad avere dolore sovrapubico e nicturia, la quale mi impedisce di dormire adeguatamente.
Su consiglio del curante, assumo da qualche giorno Cistalgan (2 volte al dì) e Utibis (a base di D mannosio, una volta al dì), oltre a bere circa 2/3 L di acqua al giorno, ma non ho notato miglioramenti.


Visto l'aggravarsi dei sintomi ho deciso di consultare uno specialista in urologia (avrò la visita tra qualche giorno) e di effettuare un'urinocoltura e una spermiocoltura; tuttavia, non nascondo che sto iniziando decisamente a preoccuparmi, anche perché la problematica sta diventando molto limitante e sembra aggravarsi ogni giorno di più.


Posto che terapie più specifiche mi saranno prescritte dallo specialista, c'è qualcos'altro che possa assumere nel frattempo per contenere questi sintomi?
Più che altro perché continuando così ho il timore di non riuscire ad attendere fino alla visita.

Inoltre, avete qualche idea di cosa possa trattarsi?
Avevo pensato ad una persistenza del calcolo, ma credo che la tac sia l'esame che meno di tutti ha possibilità di commettere errori in tal senso.
C'è la possibilità di un'infezione dovuta al calcolo?
Credo tuttavia che l'assunzione del Keraflox fosse proprio diretta ad evitare questo rischio quindi mi sembrerebbe strano anche questo.


Mi rimetto al Vostro, spero rassicurante, parere e nel frattempo Vi ringrazio e Vi saluto cordialmente.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
Lei dice giustamnte che la TAC sia l'esame che meno di tutti ha possibilità di commettere errori, ma quando il quadro clinico continua ad essere assolutamente tipico è lecito avere dei dubbi. Chi come noi si occupa da decenni di callcolosi è già accaduto alcune volte che anche la TAC possa risultare falsamente negativa, o perché non di buona qualità. oppure perché (più difficilmente) il caso vuole che il piccolo calcolo si trovi esattamente tra due scansioni contigue della TAC (in genere 5 mm). In questi casi abbastanza rari, se non vi è tendenza alla remissione di disturbi noi proponiamo di eseguire comunque l'endoscopia, che ben difficilmente risulterà negativa e che permetterà di risolvere il problema, o quantomeno escludere definitivamente la presenza del calcolo, rivolgendo altrove l'attenzione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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