Rezum per IPB - Qual è la voce del paziente dopo il trattamento?

Salve,

Ho 58 anni e da qualche anno soffro dei disturbi tipici da IPB.

L'anno scorso, il mio urologo mi ha suggerito di provare prima il metodo naturale, 'serenoa repens', ad alcuni funziona ad altri no, mi ha detto... ho provato ma non e' cambiato niente.

Alla mia visita annuale, quest'anno ha eseguito un'uroflussometria, mi ha detto che ho il 20% in meno di flusso rispetto a quello che dovrebbe essere alla mia eta', cosi' mi ha consigliato di provare con la tamsulosina.

A causa dei noti effetti degli alfa-bloccanti, per il momento non ho ancora preso niente, e sto seriamente valutando Rezum.

Ho letto tutto ciò' che c’è da leggere su questa nuova terapia, tuttavia, le informazioni delle cliniche che lo praticano, sono un copia/incolla di ciò che riportano i siti americani, visto che comunque e' li' che la tecnica e' stata sviluppata.

Su alcuni forum, i pazienti che hanno fatto la terapia, la raccontano come un'esperienza che non e' esattamente come viene dipinta, molto dolorosa a causa del catetere, che spesso si ostruisce, oppure con residui che continuano ad uscire dopo settimane, sangue nelle urine, fino a quelli che non hanno avuto miglioramenti neanche dopo 6 mesi.

Ora, capisco che tipicamente, chi scrive, magari lo fa per sfogarsi e riportare l'esperienza negativa, tuttavia pur essendo consapevole che ogni paziente risponde a modo suo, non si trovano statistiche che mostrino dati empirici, chiari, dove si dica, per esempio:
L' 80% rifarebbe il trattamento ed e' soddisfatto, oppure hanno trovato terapia e decorso 'in linea' con quello che viene pubblicizzato dalle cliniche, ecc.

Fra i benefici descritti, ci sono anche i tempi veloci per fare l'intervento, il fatto che in un paio d'ore entri ed esci dall'ambulatorio.

Tuttavia in Germania, devi stare minimo 2gg in ospedale, e ne vengono raccomandati tre.
Credo che ci siano ragioni molto valide se questo e' ciò che viene fatto in Germania.

Sono sicuro che ormai il numero di pazienti che sono stati sottoposti alla terapia sono abbastanza per poter mettere insieme due numeri e divulgare l'esperienza' reale vissuta dal paziente, quindi la mia domanda e' semplice:

Qual’e' il vostro riscontro?
E' veramente cosi' doloroso il decorso post-terapia?
Oppure e' solo una piccola percentuale dei pazienti?

La mia seconda domanda: Exime:

E' sempre in via sperimentale oppure qualche clinica lo pratica già?

Se in via sperimentale e se venisse approvato, quando ci possiamo aspettare di vederlo messo in pratica, realisticamente?

Vi ringrazio per il vostro onesto riscontro, credo che molte persone si stiano facendo la stessa domanda.

Cordialmente
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
<<<Sono sicuro che ormai il numero di pazienti che sono stati sottoposti alla terapia sono abbastanza per poter mettere insieme due numeri e divulgare l'esperienza' reale vissuta ...>>>

Ci spiace deluderla, ma purtroppo non è così. La procedura REZUM ha delle caratteristiche interessanti, ma sostanzialmente per ora appartiene alla categoria delle motissime alternative che nel corso degli anni sono state proposte per gli interventi disostruttivi "ablativi" (ovvero con rimozione attiva di tessuto prostatico) come la tradizionale TURP ol le più moderne varianti basate sul laser. Il REZUM è stato adottato da qualche tempo presso alcune strutture (perlopiù private, visti i costi non indifferenti) ma il numero di soggetti trattati è ancora irrisorio rispetto alla totalità degli interventi eseguiti per lo stesso motivo, pertanto èancora assolutamente prematuro trarre delle conclusioni e, soprattutto, fare dei raffronti.
Le stesse considerazioni si applicano anche alla protesi uretrale Exime di cui ci scrive, anche questa con caratteristiche interessanti, ma ad oggi con esperienze ancora troppo limitate, soprattutto in combinazione con la procedura di cui sopra.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio Dr. Piana.

Pensavo che allo stesso modo con cui la ricerca si sviluppa globalmente, ci fosse anche la condivisione dei risultati a livello mondiale, quindi un riferimento ai pazienti non solo italiani, ma nel resto del mondo, un database unico dove, fra l'altro, si elencano i pro/contro incontrati sino adesso.
Faro' la stessa domanda in USA e vediamo cosa raccontano, ci sono sicuramente più pazienti che si sono sottoposti alla terapia, rispetto al resto d'Europa.

E' vero, per il momento sono quasi tutte cliniche private che hanno investito (la cosa e' molto redditizia per loro), ma in alcuni stati, il sistema sanitario nazionale supporta le cliniche ed i costi per i pazienti sono sensibilmente più bassi.

Personalmente, vorrei avere più tempo per decidere che via prendere, al si la' del disagio post-terapia, sono passati troppi pochi anni per poterne valutare i benefici a lungo termine e questo non mi fa percepire quel livello di fiducia che magari uno potrebbe avere con altri trattamenti che sono ormai consolidati, ma che purtroppo creano dei limiti.

Saluti
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