Tumore dell'uretere pt1 g2 terapia conservativa

Gentili Medici Online,
desidero gentilmente una vostra opinione dopo l'ultimo consulto nel 2013, all'epoca rispose il dottor Piana.


Ho 63 anni, sono in buona forma fisica e abbastanza sportiva nonostante una storia medica di tumore vescicale che data di 10 anni (multifocale e con progressione, pTa G1 varie volte, poi pT1 G1 + G2 negli ultimi 2-3 anni).

Dopo una macroematuria ricorrente nelle ultime settimane, l'ecografia ha rilevato il rene sinistro in occlusione e la Turb effettuata lunedì 12 ottobre ha dato come diagnosi un pT1 G2 collocato a metà dell'uretere sinistro.
Per una volta la vescica risulta intatta, magra soddisfazione!

Il chirurgo mi ha ordinato una TAC che farò martedì prossimo per definire eventuali metastasi (secondo lui poco probabili) e raccomandato la rimozione del rene e dell'uretere.
Mi sono già informata in materia, vorrei soltanto eventualmente una conferma che non esistono valide terapie conservative che permettano il mantenimento degli organi in questo caso.


Dato che l'operazione verrebbe effettuata tra ca.
6 settimane, e non essendo stato il tumore papillare forse tolto del tutto a causa della ristrettezza dell'uretere in quel punto (il chirurgo ha fatto del suo meglio ma non ne ha l'assoluta certezza) sono i tempi ancora accettabili o esiste un rischio di metastasi nel corso delle prossime settimane?


Ringraziando anticipatamente, cordiali saluti
Sonja P.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Il trattamento conservativo dei tumori dell’uretere e delle cavità renali dipende molto dal loro volume e dalla competenza specifica dell’operatore, poiché si tratta di interventi tecnicamente impegnativi, che richiedono la disponibilità completa di apparecchi ed accessori (es. laser, ecc.). In ogni caso, a differenza della vescica, non è mai possibile avere la relativa certezza di aver asportato tutta la lesione, condizione che è ovviamente accettabile solo se le dimensioni lo consentono. Ciononostante, quando le condizioni sono favorevoli, si riescono ad ottenere dei buoni risultati, che permettono la conservazione del rene e della sua preziosa funzione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
La ringrazio molto della celere risposta Dr. Piana.

Non ho problemi a separarmi dal mio uretere, mi disturba molto invece togliere il rene, nel caso fosse ancora sano.
Ho capito che "riparare" l'uretere è un processo complicato nella realizzazione e rischioso dal punto di vista della malattia, ho letto però della possibilità - in casi particolari, ad esempio un paziente monorene - di un bypass artificiale che colleghi il rene alla vescica, facendo la funzione dell'uretere non più utilizzabile. Può dirmi qualcosa in proposito?

Naturalmente occorre in primo luogo vedere i risultati della TAC di domani, e se non la disturbo troppo la ricontatterei con i risultati.

Grazie e buona serata
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Al momento non esistono possibilità di sostituire l'uretere con protesi artificiali, pertanto in caso di necessità è purtroppo necessario sacrificare il rene, peraltro apparentemente sano. In condizioni molto marginali si ricorre ad artifizi tecnici (realizzazione di un condotto utilizzando l'intestino, auto-trapianto del rene nella parte bassa dell'addome ed abboccamento diretto alla vescica). Queste soluzioni potrebbero sembrare attraenti, ma l'esperienza insegna che preludono purtroppo ad un precoce decadimento funzionale del rene interessato, in particolare per la spiccata suscettibilità alle infezioni.
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Utente
Utente
La ringrazio molto Dr. Piana!
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Utente
Utente
Buonasera dottor Piana,
mi permetto di ricontattarla con gli ultimi aggiornamenti dato che avrei bisogno ancora di un'ulteriore opinione, questa volta concernente la terapia da intraprendere dopo l'operazione.
Sono stata operata a fine novembre per la rimozione di rene e uretere. Tutto si è svolto nel migliore dei modi e mi sono anche già rimessa dall'operazione. Il rene superstite sembra funzionare a dovere, a distanza di 3 settimane dall'operazione la mia creatinina è 1,7.
Purtroppo, pur essendoci mossi rapidamente, il tumore aveva già avuto il tempo di fare danni, e il referto della patologia è il seguente: pT3, Nx, L1, V1, R0, G3.
Il tumore è stato completamente rimosso ma avendo raggiunto il sistema venoso e linfatico mi è stata proposta una terapia preventiva di carattere immunologico - su cui i vari medici sono d'accordo - unita ad una chemioterapia sulla quale le opinioni sono più divise.
La mia domanda: in un caso simile, il rene superstite può reggere una chemioterapia preventiva, vale la pena farla (o non serve a niente), e in tal caso quando andrebbe iniziata? Mi è stato detto che il periodo giusto sarebbe normalmente entro 6 settimane dall'operazione, ma in questo caso occorrerebbe attendere più a lungo per la completa cicatrizzazione delle ferite (operazione laparoscopica robotica).
La ringrazio anticipatamente dottor Piana,
cordiali saluti
Sonja P.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Le terapie adiuvanti sono in genere competenza dell'oncologo medico, dal punto di vista chirurgico non abbiamo osservazioni da fare. La funzione renale residua non è certo perfetta, ma neanche così scarsa (creatinina 1,7), pertanto non dovrebbero esservi controindicazioni da questo punto di vista.
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Utente
Utente
La ringrazio molto dottor Piana!

Contatterò i colleghi oncologi per la parte relativa alla terapia.